Anonimo

chiede:

Buongiorno dottoressa, le scrivo perché ho un bambino di tre anni che gira spesso su se stesso. Io cerco di fermarlo perché ho paura che gli giri la testa e cada, ma dopo un po’ riprende. Non capisco perché lo fa ma avendo monitorato un po’ i momenti in cui ha questo comportamento mi sembra di capire che potrebbe forse essere dovuto alla stanchezza. È normale che faccia così? O è un comportamento che dovrebbe preoccuparmi? La ringrazio per il suo tempo e la sua risposta.

Buongiorno signora, la ringrazio per la domanda e la fiducia. Per un professionista non è semplice poter dare una risposta esaustiva avendo poche informazioni. Perciò avrei bisogno di farle altre domande: “Ha notato altri comportamenti che le hanno provocato dei dubbi?” Girare su se stesso, infatti, può essere un modo per scaricare la tensione.  Ognuno di noi ha caratteristiche diverse dall’altro e quindi modi diversi per rilassarsi.

“Lo fa solo a casa o anche in altri contesti? Il bambino verbalizza facilmente il suo stato d’animo? In altri contesti come fa a comunicare di essere stanco?” Provi a dare una risposta a queste domande e, se lo vorrà, potrò darle una risposta più esaustiva e specifica sul suo caso.

In ogni caso ha fatto benissimo a pormi questa domanda, perciò colgo l’occasione di sottolineare quanti vantaggi ci siano nel rivolgersi ad un professionista: ognuno di noi ha un particolare ambito ed il pedagogista che si occupa di infanzia può essere di supporto per ogni dubbio.

In una fascia d’età come quella dei 3 anni si può far riferimento al pediatra, agli insegnanti a cui esporre le proprie perplessità e con cui confrontarsi per avere una panoramica più ampia dei comportamenti del bambino nei vari contesti, o come in questo caso, rivolgersi a un pedagogista specializzato che, attraverso una consulenza, può aver chiaro il quadro della situazione, conoscendo in maniera più approfondita il bambino attraverso la famiglia ed eventualmente indirizzarlo verso il professionista che può chiarirle ogni dubbio.

Le consulenze pedagogiche genitoriali possono consistere in uno spazio di ascolto in cui, la famiglia espone delle difficoltà sui cui poter intervenire. Il pedagogista le trasforma in obiettivi su cui lavorare insieme ed aiuta la famiglia ad osservare i bisogni del proprio bambino, fornendo strumenti concreti da mettere in pratica oppure può esser finalizzata ad osservare il bambino con uno sguardo esperto per comprendere meglio le sue necessità.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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  • Pedagogista

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