Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, ho un bambino di tre anni che fa davvero tantissima fatica a seguire le semplici regole che ho impostato in casa e fuori casa, come ad esempio: non urlare, lavarsi le mani prima di mangiare, non spintonare gli altri bambini, ecc. Non sono una mamma severa, ma cerco di indirizzare il suo comportamento nel modo migliore. Lui però non vuole mai ascoltare e, anzi, fa sempre di testa sua. Come posso insegnargli il rispetto delle regole? La ringrazio molto per la risposta

Gentile mamma, le regole che lei definisce sono tutte lecite. Tuttavia, come lei stessa si è resa conto, l’universo delle regole e dei “buoni” comportamenti è piuttosto complesso e la risposta che le darò ora non sarà per nulla esaustiva poiché sarebbe necessario un approfondimento più dettagliato.

Le regole sono erroneamente pensate come “limiti”, in realtà esse sono dei “paletti” che delimitano l’area in cui bambini e bambine si possono muovere ed esplorare liberamente: va da sé che le regole devono essere numericamente poche e devono rispondere al bisogno di salvaguardia e sopravvivenza del bambino e delle persone che lo circondano. Il suo 3enne ha, fisiologicamente, il compito di muovere quei paletti per verificare quanto sono ben piantati nel terreno, se il paletto cade la regola non era poi così importante. Per questo, ribadisco, è essenziale che le regole siano poche, poiché sono proprio quelle per le quali non si scende a patti… Per il resto ce la si gioca!

“Mostrare anziché dire” sostiene l’educatrice Montessoriana Simone Davies, ergo tutte quelle azioni come: salutare, lavarsi i denti, ringraziare, levarsi le scarpe etc. dovrebbero essere semplicemente mostrate. Con l’esempio i nostri figli apprendono molto di più, in modo più naturale e molto più velocemente che con le parole.

Assicuriamoci, inoltre, di utilizzare un linguaggio positivo evitando, per quanto possibile, la negazione. Anziché dire “non correre” suggerisco il comportamento da attuare “qui puoi solo camminare” oppure utilizzo “parla a voce bassa” al posto di “non urlare” o ancora “puoi fare le carezze ai bambini del parco” piuttosto che “non spingere”. È altresì importante essere sicuri che bambino e bambina ci stiano ascoltando e che comprendano quanto stiamo dicendo, per essere certi di questo possiamo chiedere loro di ripetere quanto abbiamo appena detto.

Perciò, cara mamma, la rassicuro dicendole che è normale che suo figlio testi la veridicità e la solidità delle regol: deve sperimentare e capire come muoversi nel mondo; ciò che lei può fare è cambiare un po’ la prospettiva. A tal proposito, considerata la vastità di questo argomento, la invito a valutare l’idea di svolgere una consulenza pedagogica con il preciso obiettivo di individuare l’approccio più funzionale per regole e routine. Può trovare tutti i miei riferimenti sul mio profilo, qui su GravidanzaOnLine.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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