Silvano

chiede:

Buongiorno dottoressa, le scrivo in merito ad alcune preoccupazioni che ci da nostro figlio di 5 anni. È un bimbo molto intelligente ed acuto osservatore. A volte fa delle considerazioni sull’ambiente e sulle persone che ci lasciano spiazzati, perchè sono cose che richiedono un pensiero da adulto o comunque non da bimbo di 5 anni. È amato da tutti e tutti lo cercano. Non ha nessun problema né mentale né fisico. È il classico bimbo normale come milioni di altri. Non gli piace disegnare e non fa ancora disegni di senso compiuto, però, se incalzato, si arrabbia dicendo che non gli riesce.

Da quando ha iniziato la scuola materna ha sviluppato una personalità estremamente insicura e ansiosa. Faccio un elenco delle cose che mi vengono a mente. Si rifiuta di fare una cosa perché dice che tanto la sbaglia. Richiede attenzioni appena non siamo al 100% con lui. Chiede sempre scusa anche per cose insignificanti. L’altro giorno mi ha chiesto scusa perché mi ero preoccupato per lui perché si era fatto male al ginocchio (“Scusa papà se ti ho fatto preoccupare perché mi ero sbucciato il ginocchio”).

È un bimbo dolcissimo: la scorsa settimana l’ho scoperto che faceva cucù con le manine ad un bimbo piccolo nell’ovetto: Ha delle attenzioni verso il prossimo estremamente alte. Vorrei però che pensasse più a sé, che fosse un po’ più egoista. Quando escono dalla scuola materna, lui si mette in un angolo ed aspetta che tutti escano per poter uscire.

Le scrivo però riguardo un episodio accaduto ieri, perché ieri ha fatto una cosa che mi ha creato una rabbia interiore per il senso di impotenza, che non ho ancora smaltito. Eravamo al parchetto e giocava con i compagnetti di scuola. Ad un certo punto prende un sassino e lo lancia in aria, come fanno tutti i bimbi. Sfortuna ha voluto che è caduto in testa ad un altro bimbo. Niente di grave. Erano nascosti dietro un albero e non avevamo visto bene cosa fosse successo. Gli ho chiesto di raccontarmi l’accaduto e lui mi ha detto che aveva lanciato il sasso in testa all’altro bimbo. Gliel’ho chiesto altre cinque volte per essere sicuro, e lui mi ha risposto sempre in modo affermativo. L’altro bimbo poi è venuto e mi ha detto che mio figlio non l’aveva fatto di proposito ma che era stato un incidente, cosa confermata anche dal padre di un bimbo che aveva visto l’accaduto.

Sono rimasto spiazzato. Si è dato la colpa per una cosa che non aveva fatto. A casa mi ha detto che si era sbagliato a spiegare. Cinque volte di seguito? Per molto tempo ha invertito il significato delle parole ma adesso ha una buona padronanza della lingua. Come possiamo aiutarlo? Grazie tante.

Buongiorno Silvano, comprendo la preoccupazione per alcuni atteggiamenti manifestati da suo figlio.
La paura che egli possa mostrarsi “debole” è umana, la tendenza di voler proteggere i nostri figli diventa dominante se si pensa che il bambino non possa cavarsela da solo, là fuori.

Credo che possa essere utile, per lei innanzitutto, confrontarsi con le maestre della scuola d’infanzia, per capire qual è la loro posizione nei confronti di questo timore. Talvolta interpretiamo atteggiamenti infantili con una lente di ingrandimento eccessivamente “adulta”.

Nel lato pratico fornire un modello comportamentale idoneo può diventare un metodo per insegnargli come comportarsi con gli altri pur mantenendo la sua sensibilità, che è un punto di forza e non una debolezza. Per quanto riguarda l’episodio accaduto, ad acque calme, potrà essere utile parlare con lui di quanto accaduto. Aiutarlo a comprendere che c’è una differenza tra azione volontaria ed involontaria, invitandolo, però, a fare altri giochi. Lanciare sassi, infatti, è un’attività che può comportare il rischio di “incidenti” di questo tipo, anche se innocui.

Le suggerisco, anche, di valutare l’idea di avviare un percorso di psicomotricità di gruppo per permettere a suo figlio di sperimentarsi all’interno di un gruppo sociale definito. In questo tipo di attività, bambini e bambine potenziano competenze sensoriali, percettive, sociali e approfondiscono la conoscenza del proprio sé, sperimentando ruoli diversi.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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