Anonimo

chiede:

Salve dottoressa, le scrivo per chiederle un consiglio per mio figlio, che ha quasi due anni. Vorrei infatti un aiuto per riuscire a creare una routine che possa aiutarlo: è infatti un bambino molto insofferente e impaziente, vuole tutto subito, non riesce a star fermo nel seggiolone, grida spesso e si spazientisce se non riesce a fare qualcosa.

Io ho cercato di impostare giornate molto regolari: sveglia, pasti e nanna sempre alla stessa ora, gioco sia libero che con me sia di pomeriggio che di mattina, bagnetto in giorni stabiliti e così via, ma non riesco proprio a farlo calmare. Vorrebbe essere sempre in movimento, camminare in continuazione o stare fuori e così via. Sa darmi un consiglio per poterlo calmare? Grazie mille

Cara mamma o caro papà, grazie per avermi inviato la domanda. Capisco e comprendo che un bambino di due anni sia una fonte inesauribile di energia e che a esaurirsi siano molto più spesso le nostre riserve energetiche. Penso sia funzionale quanto costruito finora: i bambini e le bambine hanno bisogno di una buona dose di prevedibilità nella loro vita. Sapere come e cosa accadrà li aiuta molto a gestire la loro quotidianità.

È altresì vero, però, che un bambino di 2 anni ha un vitale e fisiologico bisogno di conoscere il mondo, a suo modo. A quest’età, infatti, comincia a emergere la sua personalità e le parole più frequenti, tendenzialmente, sono: “no, mio, faccio io”. Si ritrova in quanto le sto dicendo?

È quindi importante lasciare che esplori e che faccia a suo modo, laddove può. Una strategia utile consiste nell’affermare ciò che deve essere fatto e dare due opzioni. Ad esempio: “Ora dobbiamo uscire. Vuoi il giubbotto blu o quello verde?” “Dobbiamo tornare a casa. Camminiamo come lumache o saltiamo come rane per andare alla macchina?”.

In questo modo noi adulti non cadiamo nella trappola della domanda (Usciamo? NO!), ma allo stesso tempo garantiamo a lui un margine di scelta che lo farà sentire padrone della situazione. Ci sono tante piccole strategie che si possono attuare in momenti che coincidono con i picchi di crescita e che rispettano lo sviluppo neuropsicologico del bambino.

La inviterei a valutare l’idea di una consulenza pedagogica al fine di raccogliere le strategie genitoriali per rispondere in modo efficace alle nuove esigenze della sua famiglia. Aggiungo infine che è assolutamente nella norma la difficoltà che suo figlio ritrova nel “aspettare”, vive ancora in un’epoca di forte egocentrismo infantile e di “tutto subito”: con calma e molta, molta pazienza potrà insegnare a suo figlio ad aspettare, ad attendere attraverso l’uso di clessidre o timer che gli permettano di “vedere” lo scorrere del tempo.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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