Anonimo

chiede:

Buongiorno, vorrei ricevere qualche informazione sul congedo di maternità anticipata, ex art 17 del testo unico delle disposizioni legislative a tutela della maternità e della paternità. La mia situazione è la seguente: sono residente a Piacenza e lavoro come dipendente per una banca a Parma. Faccio la pendolare sin dalla assunzione avvenuta nell’ottobre 2007. Per raggiungere il luogo di lavoro devo prendere il treno da Piacenza ogni mattina alle 6:52. Raggiunta la stazione di Parma devo prendere questi mezzi, e salvo il periodo estivo, sono letteralmente affollati, ad ogni fermata salgono una miriade di studenti. Oltre alla difficoltà di trovare un posto a sedere, i passeggeri sono incollati gli uni agli altri e innumerevoli volte si rischia di rimanere chiusi tra le porte. Preciso anche che il tragitto in autobus fino alla sede di lavoro dura circa 30 minuti. Ora sono al terzo mese di gravidanza e mi rendo conto che il viaggio oltre ad affaticarmi notevolmente potrebbe mettere a serio rischio la mia gravidanza. Il 5 di settembre avrò una visita ginecologica. In tale sede verranno accertati anche eventuali complicanze legate alla gravidanza. Ove dal punto di vista medico non venissero rilevate complicanze tali da rendere necessaria una immediata astensione dal lavoro, nello specifico, vorrei conoscere quali sono le possibilità che ho in concreto per richiedere un congedo anticipato collegato al rischio costituito dal viaggio giornaliero da casa alla sede di lavoro e quale è l’iter da seguire. Grazie.

Gentile Ilaria, in linea di principio le ipotesi previste dal decreto legislativo 151/2001 per ottenere il congedo per maternità anticipata sono le seguenti: 1. Complicanze gravidanza. Quando i problemi di salute mettono a rischio la gravidanza ed è consigliato un periodo di riposo. In caso di gravi complicanze della gravidanza o di forme morbose della gestante che possono essere aggravate dalla gravidanza. La legge tutela lo stato di salute della gestante e del nascituro. 2. Condizioni di lavoro. Quando l’ambiente di lavoro non è considerato un ambiente salubre e può mettere a rischio la gravidanza o la salute della donna e del bambino. 3. Impossibilità spostamento ad altre mansioni. Quando le mansioni di lavoro sono pregiudizievoli per la gravidanza (es. alzare pesi, ecc.) e il datore di lavoro non può spostare la lavoratrice ad altre mansioni. Ritengo, tuttavia, che il fatto di dover percorrere ogni giorno un lungo tragitto per raggiungere la sede lavorativa e, soprattutto, utilizzando mezzi di trasporto pubblici – che si sa, soprattutto nella stagione invernale, brulicano di virus e batteri – possa essere valutato dal Suo ginecologo di fiducia e, quindi, dallo specialista convenzionato ASL quale situazione di rischio da non sottovalutare. Nel parli con il Suo ginecologo. Cordiali saluti.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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