Anonimo

chiede:

Salve, sono stata chiamata in seguito allo scorrimento di una graduatoria di un concorso di 3 anni fa per un posto da collaboratore sanitario a tempo indeterminato. Il 30 marzo mi viene chiesto tramite Pec se accetto o meno l’incarico e io rispondo subito accettando. Il 3 aprile faccio la sorveglianza sanitaria e la dottoressa molto gentilmente dice di comunicare subito la mia idoneità per evitare di far coincidere i giorni dell’assunzione con il parto (sono di 38 settimane). Le risorse umane dell’Asl prima mi contattano telefonicamente per capire quali mansioni ho svolto negli anni, mi fanno indicare una sede di preferenza e mi dicono una data sia per la firma (20 aprile) che per la presa di servizio (1 maggio).

Poi oggi all’improvviso una chiamata in cui negano tutto, non c’è ancora una sede di assegnazione, non c’è ancora un contratto redatto, quindi mi chiedono di “avvertirli” quando partorisco così loro poi mi chiamano dopo. Al mio rifiuto mi dicono “e mi scusi se il giorno che deve venire a firmare si trova in ospedale per partorire come fa?” Ho risposto che questo è un problema mio e che loro hanno il dovere di seguire un normale iter di assunzione, senza tenere conto della mia situazione personale.

Ho inviato una Pec descrivendo la telefonata per avere un minimo di tutela. La mia domanda è: come devo comportarmi? Leggo in giro che dal momento dell’accettazione di un incarico pubblico, hanno l’obbligo di assumerti entro 15 giorni. È vero? Possono slittare l’assunzione di qualche mese per non pagarmi la maternità? In tutto ciò telefonicamente mi hanno dato indicazione di dare le dimissioni dal mio attuale impiego e ora se mi assumessero veramente tra 4 o 5 mesi mi farebbero perdere anche la possibilità di tornare a lavorare (avevo un contratto di borsa di studio che non prevedeva un periodo di maternità obbligatoria in quanto non era retribuita, quindi io appena mi sarei rimessa dal parto sarei tornata a lavorare), ma così facendo ho perso tutto.

Avv. Sara Girelli

risponde:

Buongiorno signora, partiamo dal presupposto che Lei non è risultata vincitrice del concorso, ma è risultata idonea. L’obbligo di assunzione entro 15 gg è relativo a chi vince il concorso.

Al di là di questa differenza, Lei doveva essere assunta anche se in gravidanza; qualsiasi mancato rispetto della graduatoria costituisce una discriminazione. Ha fatto molto bene a mandare una Pec descrivendo la situazione creatasi, in modo da aver lasciato traccia di quanto riferito al telefono. Una volta firmato il contratto può usufruire del congedo per maternità. Ritengo che ci siano tutti i presupposti per potersi rivolgere al Giudice competente anche per aver riconosciuto un risarcimento per il danno creato (dimissioni).

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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