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Come comportarsi con la scuola quando un bambino sta male? Soprattutto di una patologia cronica? Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Che i bambini di tutte le età, specialmente quelli più piccoli, andando a scuola si ammalano è un fenomeno del tutto normale. È quella realtà che viene chiamata asilite e che rappresenta non solo una preoccupazione per i genitori nei confronti dei rispettivi figli, ma anche una questione di salute pubblica. I bambini che frequentano asili nido e scuola dell’infanzia (ma anche gli altri gradi di istruzione) vivono un contesto sociale con altri coetanei dei quali non conoscono nel dettaglio condizioni e fragilità. Anche un banale malanno stagionale può per altri bambini rappresentare un problema, motivo per cui è fondamentale che anche in questo ambito ci sia collaborazione tra scuola e famiglie. Questo anche e soprattutto per patologie più serie che possono richiedere interventi di primo soccorso o una gestione particolare. Se alla base di tutto c’è la comunicazione delle patologie del bambino alla scuola, vediamo questo dialogo come dovrebbe avvenire.
Ciò che dovrebbe animare le famiglie è la scuola è la volontà di instaurare una comunicazione che sia chiara, frequente e aperta. Questo clima di collaborazione, spiega Area Pediatrica, è fondamentale innanzitutto per il benessere complessivo del bambino. La scuola non è all’opposto della famiglia, ma svolge un ruolo complementare a quello genitoriale nel processo educativo nei confronti dei bambini.
Questo processo educativo dipende anche dall’equilibrio tra le esigenze educative con quelle affettive, nutrizionali e igienico-sanitarie. In una prospettiva di inclusione, nella quale nessun bambino resta indietro o viene penalizzato per il suo stato di salute, la comunicazione tra scuola e famiglia è fondamentale per assicurare al bambino il diritto a frequentare la scuola e a integrarsi con i coetanei.
La comunicazione deve essere aperta e frequente e deve coinvolgere non solo genitori e insegnanti, ma anche il personale scolastico, ha come obiettivo quello di monitorare il benessere del bambino, in modo particolare di coloro che hanno una patologia cronica. Si tratta anche di rispettare quanto previsto dalla Costituzione che agli articoli 3, 32 e 34 sancisce il principio di uguaglianza, il diritto alla salute e quello all’istruzione.
Ma quali sono le patologie pediatriche che richiedono una maggiore attenzione? Se il buon senso riguarda qualsiasi tipo di disturbo o malattie, specialmente quelle contagiose, l’approccio nei confronti di alcune patologie croniche è inevitabilmente maggiore e oggetto di protocolli e misure specifiche. Tra le principali patologie croniche che, durante l’orario scolastico, richiedono una specifica gestione ci sono:
Oltre a queste patologie croniche che richiedono una gestione speciale (basata su farmaci o indicazioni specifiche), i genitori hanno la responsabilità di informare la scuola anche su altre malattie, specialmente quelle contagiose, con l’obiettivo di prevenirne la trasmissione. Tra queste ci sono:
Per quel che riguarda le patologie croniche i genitori hanno il dovere di informare la scuola delle prescrizioni mediche sulla somministrazione di farmaci durante l’orario scolastico. È necessaria la certificazione medica che attesti la patologia e indichi chiaramente tutte le informazioni (conservazione modalità, tempi di somministrazione e posologia) sulla somministrazione dei farmaci. Nella documentazione fornita al Dirigente scolastico vanno allegate anche le certificazioni rilasciate del pediatra facendo riferimento anche a quanto previsto dal regolamento scolastico.
I farmaci prescritti vanno forniti dai genitori e devono essere consegnati nelle relative confezioni e in corso di validità, provvedendo alla sostituzione quando necessario (termine, scadenza, eccetera). Dovere dei genitori è anche quello di fornire alla scuola tutto il materiale necessario per la gestione dei rifiuti speciali. Per quel che riguarda le diete speciali dovute a intolleranze e allergie è necessario trasmettere al dietista il certificato del medico curante o dello specialista con l’autorizzazione esplicita del pediatra per la gestione delle patologie gravi.
Infine i genitori devono fornire alla scuola i propri recapiti telefonici cui essere contattati in caso di necessità. Vanno tempestivamente comunicate eventuali variazioni sia sui contatti (numero di telefono, residenza, domicilio, eccetera) che sulle modifiche al piano terapeutico del bambino.
A regolamentare il rapporto tra patologie del bambino e scuola ci sono fondamentalmente due normative cui fare riferimento, ovvero le Raccomandazioni Ministeriali del 25/11/2005 e il Decreto Legislativo 81/08. Qui vengono definiti ruoli, responsabilità e limiti sull’assistenza sanitaria che docenti e personale scolastico sono tenuti a fornire durante l’orario scolastico.
La normativa stabilisce che la somministrazione dei farmaci a scuola non è un obbligo, ma un atto volontario da parte del personale docente e ATA. È consentita solo quando si tratta di farmaci indispensabili per malattie croniche o di medicinali salvavita, sempre su autorizzazione specifica dell’AUSL di riferimento. Inoltre, non devono essere richieste competenze sanitarie specialistiche né decisioni discrezionali, in quanto il personale coinvolto deve operare seguendo indicazioni precise e, se disponibile, ricevere una formazione sul singolo caso.
Il dirigente scolastico deve verificare la disponibilità del personale, predisporre locali idonei per la conservazione dei farmaci e, se necessario, attivare accordi con enti locali, AUSL o associazioni di volontariato. Qualora non fosse possibile garantire la somministrazione in sicurezza, è tenuto a informare formalmente i genitori e il Comune di residenza. In caso di emergenza, la scuola deve intervenire tempestivamente contattando il servizio di pronto soccorso (118), senza tentare interventi non previsti dai protocolli.
Un capitolo importante riguarda anche la tutela della privacy. Il trattamento dei dati sanitari degli alunni deve rispettare il Codice della Privacy (Decreto Legislativo 196/2003) e il Regolamento Europeo GDPR (n. 679/2016). La documentazione medica e i farmaci devono essere custoditi in spazi sicuri e riservati, accessibili solo al personale autorizzato.

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