Kid rotting Wild Summer, la magica estate dei bambini liberi... anche di annoiarsi

Annoiarsi d'estate è un problema da risolvere o un fenomeno da assecondare? Ecco alcuni consigli utili per i genitori.

Parliamo di noia con un’attenzione particolare a quella dei bambini. Negli ultimi anni, infatti, specialmente con l’arrivo dell’estate e della chiusura prolungata delle scuole, sta emergendo una tendenza volta a lasciare volutamente che i bambini si annoino. È il fenomeno che prende il nome di kid rotting.

Cosa significa davvero il fenomeno “kid rotting”

Nato negli Stati Uniti il fenomeno del kid rotting prevede che i bambini non facciano nulla per tutta (o quasi) l’estate. È un approccio per il quale i genitori si rifiutano espressamente di organizzare vacanze, attività e impegni per i loro figli per riempire le giornate di vacanza.

Nonostante la traduzione letterale di kid rotting possa risultare un po’ sgradevole e inquietante (“ragazzi che marciscono” o “bambini in decomposizione”) è una strategia educativa consapevole e ragionata volta a favorire la noia evitando il più possibile che questa venga colmata con il ricorso agli schermi di qualsiasi tipo (TV, console, PC, smartphone).

Va anche detto che il kid rotting, il lasciare che i figli si annoino d’estate, è solo in alcuni casi una scelta voluta nell’interesse dei figli. A volte è una forma di sopravvivenza per genitori che vengono da mesi e mesi di impegni e lo stress di impegnare la quotidianità dei propri figli al di fuori dell’orario scolastico. Parallelamente c’è anche chi questa scelta la subisce in quanto le tipiche attività estive (centri estivi, campi, ecc.) hanno costi non per tutti accessibili.

Kid rotting: vantaggi e rischi di un’estate non strutturata

Per comprendere se e quanto il kid rotting sia benefico per i figli è interessante, partendo da quanto emerso in questo studio, capire cos’è la noia. Si tratta, infatti, di uno stato mentale che possiamo definire come caratterizzato da mancanza di interesse, stimolazione o sfida. Si tratta di un’esperienza soggettiva che può manifestarsi in diverse forme e che può dipendere sia dalla mancanza di stimoli (interni o esterni) che dalla ripetitività di alcune attività prive di novità.

Lo stesso studio sottolinea anche come bambini e adolescenti possono essere più inclini alla noia in quanto le loro capacità cognitive sono ancora immature e, a seconda dell’età, sono ancora poco autonomi.

La noia, e quindi il kid rotting, hanno sia aspetti positivi che criticità. Nel primo ambito rientra la capacità di stimolare la creatività e l’innovazione, così come la possibilità di riflettere su sé stessi e sui propri obiettivi così da essere motivati al cambiamento sviluppando una maggiore capacità di problem-solving. Di contro la noia (e il kid rotting) può generare disagio psicologico (ansia, depressione, iperattività e impulsività), ridurre la concentrazione e portare a comportamenti a rischio pur di fuggire da essa. Non tutti i bambini sanno immediatamente cogliere il valore della noia e possono quindi non essere in grado di gestirla e auto-regolarsi, tanto da correre anche il rischio di andare incontro a una vera e propria dipendenza dagli stimoli.

Consigli per bilanciare libertà e sicurezza

Qual è, dunque, la strada da percorrere? Lasciar annoiare i bambini abbandonandoli alla loro “capacità” di sopravvivenza o cedere all’estremo opposto di sostituirsi a loro e pianificare giorno dopo giorno la routine delle vacanze?

Ovviamente molto dipende sia dall’età del bambino che dalle possibilità e dalle scelte educative dei genitori. In generale è utile partire dalla consapevolezza di non demonizzare la noia e un bambino che non sa cosa fare non è necessariamente un bambino triste o problematico.

Può essere utile prevedere dei momenti in cui non ci sia nulla di pianificato così che il bambino possa non solo sperimentare la noia, ma anche rilassarsi e disintossicarsi da un eccesso di impegni. Da questo punto di vista può essere utile non intervenire appena il bambino manifesta che si sta annoiando, non colpevolizzalo e monitorare l’evoluzione delle sue capacità di gestire questi momenti.

È necessario non cedere immediatamente, soprattutto ai dispositivi elettronici, e proporre nel caso diverse attività che i bambini possono fare quando si annoiano, permettendo loro di scegliere e imparare a gestire questi momenti.

Laddove possibile l’interazione sociale è la miglior terapia alle criticità della noia con i bambini che, specialmente in piccoli gruppi, imparano davvero a sopravvivere e a superare la noia sviluppando la creatività. Non necessariamente bisogna iscriverli al centro estivo, ma è sufficiente anche organizzare pomeriggi e momenti di socializzazione con amici, figli di amici di famiglia o compagni di scuola con i quali si è creato un rapporto. O anche più semplicemente, portarli al parco e permettere loro di relazionarsi con gli altri bambini e ottenere enormi vantaggi da questo tipo di interazione.

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Categorie

  • Bambino (1-6 anni)