
Febbre neonatale, quali sono le cause e quando preoccuparsi
La febbre neonatale non è una malattia ma la reazione del corpo per difendersi da ...
La zecca è un parassita che si attacca alla cute e succhia il sangue, e può veicolare alcune patologie come la malattia di Lyme, pericolosa soprattutto per i bambini: ecco come difendersi.
Più che una puntura quello della zecca è un morso: nell’uomo la zecca si attacca al cuoio capelluto o ai peli e ai vestiti fino a raggiungere una zona adatta, a cui si attacca e inizia a mordere per succhiare il sangue. Tra le zone del corpo “preferite” dalle zecche si trovano la parte posteriore del collo, la parte dietro le orecchie, le ascelle, il dietro delle ginocchia e l’inguine.
A differenza delle punture di insetti il morso della zecca non è doloroso né pruriginoso, quindi il parassita non viene scoperto subito ma quando diventa più grande. Molto di rado provoca reazioni allergiche forti, ma può trasmettere alcune malattie, come la malattia di Lyme, che possono mettere a rischio la salute dei soggetti più fragili, come anziani e bambini.
È più facile entrare in contatto con le zecche durante i mesi caldi, poiché in inverno si rifugiano per difendersi dal freddo.
Come abbiamo visto la puntura di zecca non scatena particolari reazioni dolorose, né si manifesta con prurito o fastidio. Questo la rende difficile da individuare, soprattutto perché solitamente il parassita si annida in parti del corpo non immediatamente visibili.
Si riconosce però facilmente la presenza del morso, poiché provoca una reazione infiammatoria con delle piccole bolle sulla pelle. Nel momento in cui la zecca viene rimossa la bolla si gonfia e successivamente compare una crosta.
Molto raramente la puntura provoca reazioni allergiche come febbre, ingrossamento dei linfonodi e eruzioni cutanee: se si riscontrano questi sintomi bisogna recarsi subito da un medico.
La febbre neonatale non è una malattia ma la reazione del corpo per difendersi da ...
La malattia di Lyme è trasmessa da un batterio, la borrelia, che è veicolato anche da alcune zecche. Si tratta di una patologia particolarmente diffusa nelle zone temperate e si manifesta con sintomi anche gravi, che possono diventare cronici. Colpisce soprattutto pelle, articolazioni, organi interni e sistema nervoso.
Il periodo di incubazione va da 3 a 30 giorni, ma la media è di 14 giorni. Come spiega l’Istituto superiore di Sanità
Clinicamente i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La malattia inizia tipicamente in estate e all’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente. Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare.
A queste prime due fasi segue un ultimo stadio, che può arrivare anche dopo mesi o anni dall’infezione, e si manifesta con artrite cronica, alterazioni del sistema nervoso come meningite e altre malattie cerebrali, ma anche disturbi del sonno e disturbi comportamentali. La malattia attacca anche la pelle e l’apparato cardiocircolatorio.
Si riconosce con alcuni specifici esami di laboratorio, quando i sintomi riportati dal paziente fanno sospettare la presenza della malattia. Una volta diagnosticata la malattia viene trattata con farmaci antibiotici, e l’esito è solitamente positivo. Importante però è riconoscere la malattia al più presto.
Per difendere i soggetti più fragili come i bambini si possono seguire alcuni accorgimenti preventivi soprattutto, quando si va a fare una passeggiata nella natura, ricorda l’Iss:
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Quando si trova una zecca sulla pelle del bambino bisogna agire con attenzione per non aumentare il rischio di infezione. La zecca non va rimossa a mani nude ma con l’utilizzo di uno strumento adatto, come una pinzetta o un piccolo coltellino. Non vanno utilizzate sostanze irritanti, e l’operazione dev’essere svolta il più delicatamente possibile.
Se durante la rimozione (non è un’operazione facile come potrebbe sembrare) una parte di zecca rimane attaccata alla pelle si può usare un ago sterile per rimuoverla, come se fosse una scheggia. Se sul bambino si trova una zecca è comunque consigliabile contattare il pediatra, e osservare nei giorni successivi l’eventuale comparsa di sintomi.
Articolo originale pubblicato il 1 agosto 2019
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