
Uno studio scientifico ha scoperto la possibilità , nei bambini affetti da forme gravi di bronchiolite, di sviluppare asma dopo i 5 anni di vita. I...
Il successo della terapia contro l’asma nei bambini si basa anche sulla capacità di conoscere la malattia, nel seguire il percorso terapeutico prescritto e nell’effettuare visite di controllo regolari. Non è raro, infatti, che la somministrazione dei farmaci avvenga in maniera non corretta.
Solo in Italia, circa il 9% dei bambini sopra i sei anni soffre di asma. Si tratta di una malattia molto diffusa che, secondo l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, può manifestarsi con sintomi simili anche nel 40-50% dei bambini in età prescolare (0-5 anni), pur non trattandosi ancora di asma vera e propria. L’asma nei bambini è quindi una condizione comune che è importante conoscere meglio per riconoscere tempestivamente i primi segnali e avviare, se necessario, la terapia più adatta.
Con il termine asma si definisce una malattia infiammatoria cronica dei bronchi caratterizzata, spiega la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), dal restringimento delle vie aeree e dalla comparsa di vari sintomi. L’asma nei bambini si manifesta con la tosse, il respiro sibilante e l’affanno.
La tosse può essere persistente e continua o presentarsi esclusivamente in un momento della giornata come al mattino, di notte o durante l’eccitazione (come quando si ride) o dopo l’esercizio fisico. Spesso questo è l’unico sintomo delle forme lievi, specialmente nei più piccoli, dell’asma.
Il respiro sibilante è invece riconoscibile da un suono come di un fischio emesso dal bambino durante l’espirazione. La particolarità di questo sintomo è che a volte è difficile per i genitori riconoscerlo, mentre risulta evidente utilizzando uno stetoscopio. Inoltre, il Manuale MSD spiega che durante un attacco asmatico particolarmente grave il respiro sibilante potrebbe non essere presente per il flusso d’aria troppo basso.
Il terzo sintomo caratteristico dell’asma nei bambini è la difficoltà respiratoria. Il cosiddetto affanno può manifestarsi con respiro veloce, difficoltà nel respirare durante il gioco o l’attività fisica e l’utilizzo del corpo per respirare (riconoscibile dal movimento di alzare le spalle). Questo disturbo può interrompere il riposo notturno con tutte le conseguenze anche sulla qualità della vita.
I più piccoli potrebbero anche sperimentare la sensazione di costrizione toracica, riferendo di avere il mal di pancia o vederli strofinarsi ripetutamente il petto o la pancia. L’Asthma and Allergy Foundation of America (AAFA) aggiunge inoltre che nei neonati e nei bambini piccoli l’asma si manifesta anche con la dilatazione delle narici, la pelle che si contrae sopra lo sterno o intorno e tra le costole, ha difficoltà a succhiare e mangiare e presenta cianosi delle mucose (lingua, labbra e zona intorno agli occhi).
È utile sottolineare, come fatto dalla Cleveland Clinic, che i sintomi dell’asma cambiano non solo da bambino a bambino, ma possono mutare anche da un episodio all’altro nello stesso soggetto.
A determinare l’insorgenza dell’asma c’è l’interazione tra fattori genetici e fattori ambientali. È importante precisare, anche in un’ottica di epigenetica, che l’influenza ambientale inizia già durante la gravidanza. Come descritto in un lavoro dell’European Respiratory Society (ERS), numerosi studi hanno dimostrato che bambini nati da madri fumatrici hanno una funzionalità respiratoria ridotta rispetto ai figli di non fumatrici. Oltre al fumo di sigaretta (compreso quello passivo), tra i fattori ambientali responsabili dell’asma nei bambini ci sono anche l’inquinamento, l’umidità elevata e le temperature estreme. In maniera forse un po’ paradossale va evidenziato che anche il crescere in ambienti troppo puliti, con un’esposizione minore ad alcune sostanze e infezioni, potrebbe influire sulla predisposizione all’asma.
L’altro fattore determinante come causa dell’asma infantile è la predisposizione genetica. Se uno o entrambi i genitori sono asmatici, i figli hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Ma non solo: le caratteristiche ereditarie possono influenzare anche la risposta ai farmaci impiegati per il trattamento dell’asma.
Tra le cause scatenanti più comuni dell’asma nei bambini ci sono le infezioni respiratorie e le allergie. Le infezioni più frequenti sono quelle da virus respiratorio sinciziale (soprattutto nei bambini più piccoli) e da rhinovirus (nei bambini più grandi). Per quel che riguarda le allergie respiratorie, invece, gli allergeni più comuni sono quelli degli acari della polvere, il pelo degli animali (cane, gatto e cavallo), i pollini e le muffe. Raramente gli alimenti causano episodi di asma.
Va poi posta attenzione anche sul reflusso gastroesofageo, l’attività fisica e le reazioni emotive (ansia, rabbia ed eccitazione) che possono essere considerati come fattori scatenanti di un attacco d’asma. Inoltre l’obesità infantile può peggiorare la dinamica respiratoria (a causa della compromissione sulle vie aeree) così come le apnee ostruttive del sonno (OSA) possono peggiorare i sintomi durante la notte.
Un elemento importante è anche quello legato al sesso biologico. Il portale BMJ Best Practice riporta i risultati di diversi studi epidemiologici per i quali i bambini di sesso maschile hanno una maggiore probabilità di sviluppare l’asma. Questa tendenza, però, tende a invertirsi durante la pubertà con l’asma che diventa più comune (e anche più grave) nelle donne, specialmente in età adulta.
Per la diagnosi dell’asma nei bambini non esiste un unico test. Il pediatra prima e il pneumologo poi valutano innanzitutto la frequenza e la tipologia dei sintomi, indagando poi la storia familiare e verificando la risposta del bambino a un trattamento farmacologico di prova. L’insieme di questi elementi consente di confermare (o meno) la diagnosi di asma.
Solo a partire dai 5 anni i bambini possono essere sottoposti a test diagnostici specifici. Il timing è motivato dal fatto che da questo momento i bambini tendono a essere più collaborativi per questo tipo di test. I principali test impiegati per la diagnosi dell’asma nei bambini con più di cinque anni, spiega la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili (SIMRI), includono la spirometria con test di broncodilatazione, il test dell’ossido nitrico esalato frazionario (FeNO), il test da sforzo spirometrico e i test allergologici.
Un aspetto importante cui prestare attenzione è che è opportuno che la diagnosi venga confermata con i relativi test e non basandosi solamente sulla storia clinica e i sintomi. Questo anche se il bambino sembra rispondere bene alle cure. Questo approccio ha come obiettivo quello di evitare che il bambino assuma farmaci non necessari e a garantire che il trattamento sia davvero adatto alle sue necessità .
La terapia per l’asma è di tipo farmacologico e prevede la corretta assunzione dei farmaci grazie ai quali risolvere gli attacchi acuti e prevenirne la comparsa. È utile distinguere tra il trattamento degli attacchi acuti e quello dell’asma cronica (terapia di fondo).
In generale è importante ricordare che il successo della terapia contro l’asma nei bambini si basa anche sulla capacità (sia dei genitori che del bambino) di conoscere la malattia, nel seguire il percorso terapeutico prescritto e nell’effettuare visite di controllo regolari. Non è raro, infatti, che la somministrazione dei farmaci avvenga in maniera non corretta.
Per gli attacchi d’asma il trattamento di riferimento è quello che prevede l’uso del broncodilatatore a breve durata d’azione (il farmaco che dona un rapido sollievo al bambino). Questo va somministrato con il bambino seduto (o semi-sdraiato) ogni venti minuti (ma non più di tre volte in un’ora). Data l’importanza di questo farmaco è importante che il bambino abbia sempre con sé, anche quando è a scuola, l’inalatore. Il ricorso al distanziatore (con mascherina o boccaglio, in base all’età ) permette al bambino di inalare più facilmente il farmaco.
Nel caso in cui una volta assunto il farmaco l’attacco d’asma non migliora, è necessario portare immediatamente il bambino al pronto soccorso. Inoltre dopo un attacco d’asma è importante farsi visitare dal medico per controllare il piano terapeutico e prevedere eventuali accorgimenti. È importante prevedere controlli regolari e frequenti anche perché, come indicato dal portale MedlinePlus, i fattori scatenanti (trigger) di un attacco d’asma possono cambiare nel corso del tempo.
La terapia di fondo dell’asma nei bambini ha come obiettivo quello di controllare l’infiammazione delle vie aeree e prevenire la comparsa dei sintomi. A questo scopo il bambino deve assumere quotidianamente i farmaci antinfiammatori prescritti, soprattutto i corticosteroidi per via inalatoria. La particolarità di questi farmaci è che devono essere assunti ogni giorno, anche quando il bambino sta bene e non sembra dare segni e sintomi.
Molto poi dipende dai fattori scatenanti, per cui nei bambini con asma da sforzo viene prevista una dose di broncodilatatori per via inalatoria poco prima l’inizio dell’attività fisica, mentre in quelli che soffrono di reflusso possono essere utilizzati i relativi farmaci.
Infine, va rivolta particolare cura e attenzione alla prevenzione dei fattori scatenanti. È quindi altamente raccomandato di evitare l’esposizione al fumo di sigaretta (specialmente in ambienti chiusi), al ridurre l’esposizione agli allergeni e al controllo dell’ambiente domestico (mantenendo una temperatura confortevole ed evitando gli odori intensi). È utile anche evitare pasti abbondanti prima di mettersi a letto, dormire con la testa leggermente sollevata, mantenere un peso corporeo sano e non rinunciare all’attività fisica regolare, anche in quei bambini che hanno asma da sforzo. In alcuni casi è inoltre possibile valutare i cosiddetti vaccini antiallergici (l’immunoterapia) anche se i benefici per l’asma non sono del tutto confermati.
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