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La broncostenosi nel neonato è rara e può manifestarsi a causa di una conformazione congenita o a causa di traumi o patologie.
La broncostenosi nel neonato è un’ostruzione a carico di un bronco che può avere diverse cause e, conseguentemente, diverse tipologie di trattamento.
La broncostenosi (detta anche stenosi bronchiale) è un restringimento definito e localizzato in un bronco, solitamente non associato ad altre malformazioni congenite. Può verificarsi a qualsiasi livello lungo l’albero bronchiale, sebbene coinvolga più comunemente un bronco principale.
La broncostenosi può essere congenita o acquisita. La stenosi bronchiale congenita è una condizione molto rara nei bambini, ed è caratterizzata da un’ostruzione anatomica intrinseca o estrinseca dei bronchi. Può occasionalmente essere diagnosticata in fase prenatale, ma in genere diventa evidente nel periodo neonatale, anche se può presentarsi anche molto più tardi, dopo l’infanzia.
La broncostenosi nei neonati può essere anche acquisita, a seguito di traumi o complicazioni. Anche questa è una condizione rara, solitamente causata da un’infezione o da un granuloma traumatico dovuto all’intubazione cronica.
Uno studio, ad esempio, riporta il caso di un neonato prematuro che ha sviluppato stenosi bronchiale e sottoglottica a seguito di intubazione selettiva del bronco principale destro e alla ventilazione per la gestione dell’enfisema interstiziale polmonare.
Inoltre, la broncostenosi può insorgere come complicanza dell’asma allergica o infettiva. Altre cause di stenosi bronchiale possono essere:
Il respiro sibilante, sia inspiratorio che espiratorio, è un tipico sintomo della broncostenosi. Può essere associato a tosse, dispnea e stridore.
Le radiografie del torace rivelano spesso atelettasia ricorrente, il termine medico che viene utilizzato per indicare la mancata distensione di un organo, tipicamente il polmone: nei pazienti affetti da stenosi bronchiale, quindi, si osserva spesso una perdita dell’aria contenuta negli alveoli polmonari, con un conseguente compattamento del tessuto che collassa su sé stesso.
La diagnosi di broncostenosi viene effettuata attraverso diversi approfondimenti:
Il trattamento per la broncostenosi del neonato dipende ovviamente dall’origine che lo ha causato: nel caso sia di una stenosi bronchiale cronica che di una acquisita, inoltre, sarà necessario andare a verificare la sede e il livello dell’ostruzione individuare la strategia più efficace per eliminarla, che non necessariamente deve essere di tipo chirurgico.
Diversi studi hanno infatti dimostrato l’efficacia del trattamento effettuato con la dilatazione di cateteri/palloncini, soprattutto nel caso di bambini molto piccoli.
In caso di infezione, invece, una volta identificata l’origine – batterica o virale – può essere elaborata una strategia di trattamento che vada in primo luogo a curare l’infezione e, conseguentemente, a ridurre la stenosi.
Inoltre, spiega uno studio,
il trattamento varia a seconda della gravità dell’ostruzione. In alcuni casi, la somministrazione di broncodilatatori e fisioterapia toracica è sufficiente; i casi più gravi possono richiedere una ventilazione a pressione positiva o un intervento chirurgico per rimuovere il segmento stenotico. La resezione lobare può essere necessaria per controllare un’infezione persistente.
Anche le conseguenze e i rischi della broncostenosi nel neonato dipendono soprattutto dalla gravità, dalla causa e dalla frequenza con cui si verificano: è necessario analizzarne l’eziologia per comprendere se si tratta di un caso isolato, e quindi con conseguenze limitate, o se invece è una conseguenza stessa di una patologia o di un trauma.
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