Ombelico a bottoncino o sporgente? Tutti i tipi di ombelico nei neonati (e cosa sapere)

Quanti tipi di ombelico esistono? Da cosa dipendono? Quando preoccuparsi? Ecco tutto quello che c'è da sapere.

Dopo la caduta del moncone ombelicale, la parte residua del cordone ombelicale che cade spontaneamente dopo 1-2 settimane dalla nascita, compare la cosiddetta “cicatrice ombelicale”, ovvero l’ombelico. Come l’esperienza insegna non tutti gli ombelichi sono uguali, tanto che si parla di ombelico a bottoncino o sporgente per indicare le diverse forme che la cicatrice può assumere. Ma perché ci sono differenze? Cosa indicano? C’è qualche segnale d’allarme da monitorare? Facciamo chiarezza.

Perché gli ombelichi non sono tutti uguali?

La forma che l’ombelico assume dipende sostanzialmente dal processo di cicatrizzazione tissutale che si avvia dopo il clampaggio del cordone ombelicale. A differenza di quanto spesso si crede, l’aspetto dell’ombelico non è dovuto a come il medico effettua la procedura di chiusura e taglio del cordone ombelicale, ma semplicemente dal fatto se il processo di guarigione avviene esternamente o internamente.

Solo in alcuni casi la forma dell’ombelico può essere condizionata da fattori medici, come l’ernia ombelicale, il granuloma ombelicale o un’infiammazione, ma in tutti i casi si tratta di condizioni benigne.

I principali tipi di ombelico nei neonati

In un testo scientifico si distinguono tre diverse forme di ombelico: orizzontale, rotondo e verticale. Nello stesso testo si riporta anche il lavoro di ricerca del ginecologo Thomas S. Cullen che descrive fino a 60 variazioni della forma dell’ombelico in condizioni normali. Sostanzialmente si tratta in tutti i casi di variazioni normali nella forma dell’ombelico, tanto che l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (sintetizzando le principali categorie di forme dell’ombelico in “incavato o sporgente”), precisa che si tratta di una questione prettamente estetica che non si può prevedere come evolverà in ogni singolo neonato.

Quando un ombelico sporgente può essere un’ernia ombelicale

Abbiamo visto che ci sono condizioni mediche che possono influenzare la forma dell’ombelico. Una di queste è quella sporgente. Un ombelico sporgente nei neonati, infatti, può suscitare qualche preoccupazione nei genitori, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione del tutto benigna.

Secondo uno studio pubblicato sul Paediatrics & Child Health, si può parlare di ernia ombelicale quando una piccola porzione dell’intestino sporge attraverso un’apertura dell’anello ombelicale non ancora completamente chiusa. È una situazione piuttosto frequente, in particolare nei bambini prematuri o nei neonati di origine africana, e tende a risolversi spontaneamente con la crescita, senza bisogno di alcun intervento.

Nella maggior parte dei casi non provoca dolore e non rappresenta un rischio per la salute. I medici raccomandano di monitorare la situazione nel tempo e solo se l’ernia non si richiude da sola entro i 4-5 anni di età e se supera i 1,5 centimetri di diametro, si valuta il ricorso a un semplice intervento chirurgico correttivo.

Come si cura l’ombelico: cosa fare (e non fare)

Nella cura dell’igiene del neonato nei primi giorni di vita, specialmente quelli immediatamente successivi al ritorno dall’ospedale, è importante prestare attenzione al moncone ombelicale. Bisogna infatti attendere la sua caduta (che deve essere spontanea e non forzata) prima di poter effettuare il bagnetto vero e proprio.

I cambiamenti di colorazione che interessano il moncone ombelicale (che può andare dal verde giallastro, al marrone fino al grigio/nero) non devono allarmare i genitori in quanto si tratta della conseguenza del normale processo di essiccazione (mummificazione) del moncone. Per questo motivo il consiglio è quello di lasciarlo il più possibile esposto all’aria e non coprirlo (facendo attenzione a come si sistema il pannolino).

Fino a quando è presente, per la cura della zona dell’ombelico è sufficiente pulire l’area intorno al moncone senza utilizzare altri prodotti (come l’alcol o disinfettanti) che, oltre a poter irritare la pelle, rischiano di ritardare il processo di essiccazione. Una volta caduto il moncone il neonato può essere immerso nell’acqua per il bagnetto, in quanto non vi è più il rischio di contaminazione del moncone ombelicale stesso.

Quando preoccuparsi e chiedere consiglio al pediatra

La gestione del moncone ombelicale è conservativa, in quanto fondamentalmente non bisogna fare niente di particolare se non dedicarsi all’igiene del neonato. la presenza di incrostazioni di sangue o di una leggera fuoriuscita di sangue quando il moncone cade, sono fenomeni fisiologici e che non devono allarmare i genitori.

Discorso diverso, invece, nel caso in cui nella zona dell’ombelico si riscontra rossore, eruzioni cutanee, gonfiore e il neonato piange quando lo si tocca in quel punto. Questi possono essere i segni di un’onfalite, un’infezione locale che può provocare conseguenze anche molto gravi. In alcuni casi l’onfalite si manifesta anche con sonnolenza, febbre e secrezioni maleodoranti e purulente.

Il ricorso al pediatra è fondamentale anche nel caso in cui il moncone ombelicale rimanesse al suo posto oltre le 3-4 settimane dalla nascita e in presenza di un sanguinamento abbondante o continui.

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  • Neonato (0-1 anno)