
La morte è un trauma per tutti e potrebbe esserlo di più per i bambini; scopriamo come e quando comunicare loro una notizia così tragica.
Ecco alcuni consigli utili su quando e come parlare della morte, aiutando i bambini a elaborare un lutto così importante.
La morte dei nonni è, almeno statisticamente, il primo lutto importante che interessa da vicino i bambini. Non per tutti capita alla stessa età e in alcuni casi ci sono bambini che non conosceranno mai i loro nonni materni e/o paterni, ma quella della morte è un’esperienza con la quale, inevitabilmente, prima o poi confrontarsi anche durante l’infanzia. Se è impossibile (oltre che non sano) eludere il problema con i figli, è importante capire come spiegare ai bambini la morte dei nonni.
Il primo punto da affrontare riguarda le tempistiche. L’UNICEF suggerisce di non temporeggiare troppo. Anche perché i bambini percepiscono la tensione dell’ambiente familiare in cui vivono e i cambiamenti nella routine quotidiana. Questa incertezza può essere responsabile di un ulteriore turbamento che non aiuta in un contesto già poco sereno.
C’è poi un problema di fiducia. Non dire loro quello che sta accadendo può portare il bambino a perdere la fiducia nei confronti dei propri genitori. Questo è ancora più evidente nel caso in cui venissero a scoprire la notizia da altre persone. È quindi necessario spiegare la morte ai bambini, non solo dando loro un annuncio telegrafico. Per farlo bisogna cercare di adattare il più possibile il linguaggio alla loro età (e quindi alla loro comprensione) senza timore di affrontare le loro inevitabili (e legittime) domande.
In un documento della Global Child Protection Area of Responsibility viene suggerito di mettere innanzitutto i bambini a loro agio per poi parlare lentamente, facendo pause frequenti, in modo che il bambino abbia il tempo di assimilare le informazioni e gestire le emozioni. Può essere utile anche iniziare domandando al bambino cosa sa dell’evento, così da avere un punto di partenza ed evitare confusioni.
In generale è sempre importante essere onesti, non cercare risposte facili (e banali) e non ignorare le domande dei bambini. Come ricordato anche dall’American Cancer Society è, per quanto difficile, doveroso utilizzare i termini morte e l’espressione “è morto”, senza cercare alternative vaghe e false “è andato in un altro paese”, “è partito per un lungo viaggio”, eccetera. L’uso di queste espressioni, infatti, potrebbe confondere i bambini, indurli a pensare che prima o poi il nonno possa tornare e sviluppare paure legate al sonno.
Meglio spiegare la morte in termini fisici, ma senza entrare troppo nei dettagli. È importante anche essere consapevoli e pronti che i bambini potrebbero non comprendere subito il concetto, tanto da doverlo ripetere più volte nei giorni successivi, anche dopo che hanno detto di aver compreso. Inoltre i bambini devono essere rassicurati, sia sul senso di colpa di essere stati responsabili con il loro comportamento di quanto accaduto, che del timore che i loro genitori o addirittura loro stessi possano morire. Da questo punto di vista meglio non mentire e rispondere che ci sarà sempre qualcuno che si prenderà cura di loro.
L’altro elemento fondamentale riguarda le emozioni. È importantissimo che i bambini esprimano ciò che provano e che anche le espressioni più tristi (e le più ovvie in questo contesto) non vengano soffocate, negate o colpevolizzate. Anzi è utile anche che gli stessi genitori esprimano le loro emozioni, soprattutto verbalmente, in una comunicazione aperta che, per quanto dolorosa, si rivela più utile di quanto si possa pensare.
Per spiegare ai bambini la morte dei nonni si può trovare aiuto innanzitutto nella lettura dei libri. Ne esistono di diversi tipi per ogni età per aiutare i bambini a comprendere la morte e ad affrontare il lutto. Anche i film d’animazione possono essere utili a questo scopo. Come riportato dal The Guardian, negli ultimi anni si è approfondita la ricerca sul rapporto tra film d’animazione e la capacità di spiegare la morte ai bambini. Film come Il Re Leone, Coco e Up, solo per fare alcuni esempi, hanno la capacità di trattare temi difficili ma in modo comprensibile per i bambini.
L’animazione può rendere visibili emozioni come tristezza, nostalgia, paura o amore attraverso i colori, la musica e i personaggi. Questo aiuta i bambini a identificare e legittimare le proprie emozioni, anche se non hanno ancora un linguaggio emotivo sviluppato. Inoltre a visione di questi cartoni animati può essere uno spunto da cui partire per parlare della morte di un nonno e affrontare insieme la tristezza.
Nel caso in cui la spiegazione della morte risultasse complicata o il lutto diventi per il bambino un fenomeno difficile da elaborare e che condiziona negativamente la sua serenità quotidiana, è fondamentale ricorrere a un aiuto professionale capace di supportare i genitori in questo passaggio.
La spiegazione della morte e l’elaborazione del lutto non si limita al dare la notizia al bambino. È un processo che richiede tempo e che si avvale anche di una serie di rituali e passaggi condivisi. Se la partecipazione all’eventuale funerale religioso è una scelta delicata da valutare anche in funzione dell’età del bambino, non va poi preclusa la commemorazione della persona defunta. La visita al cimitero, ma anche il semplice parlarne o le pratiche religiose e culturali della famiglia, aiuta il bambino a mantenere il ricordo e ad accettare la morte.
Da questo punto di vista i ricordi non vanno negati o eliminati, ma valorizzati. Che si tratti di foto, regali o luoghi simbolici, è importante custodirli così da costruire una continuità tra il passato e il presente. Un elemento molto importante per semplificare l’accettazione del lutto, soprattutto nei primi giorni, è legato al mantenimento della routine quotidiana. Per i bambini è una fonte di grande sicurezza e di benessere psicologico.
Parlando di come spiegare ai bambini la morte dei nonni abbiamo più volte sottolineato la necessità di adattare la comunicazione alla loro età. La comprensione della morte, infatti, è un processo evolutivo e le reazioni dei bambini varia con il passare del tempo e in funzione del loro sviluppo cognitivo.
Fino ai due anni i bambini non hanno una vera e propria comprensione cognitiva della morte, tanto che possono paragonarla al dormire. Percepiscono però il clima familiare manifestando irritabilità, disturbi del sonno, maggiore attaccamento ai genitori o cambiamenti nel modo di giocare.
Dai 2 ai 5 anni, invece, i bambini percepiscono la morte come qualcosa di temporaneo e reversibile e spesso come l’effetto di qualcosa che hanno fatto loro. Le loro emozioni si possono manifestare in scatti di rabbia, pianto, irritabilità e regressione nei comportamenti, come il fare la pipì a letto.
Dai 6 agli 11 anni i bambini iniziano a capire pienamente la morte, mostrando preoccupazione che l’evento possa interessare anche i genitori e gli amici. Inoltre fanno domande più concrete per capire sia cos’è successo che le cause. Verso gli 8 anni iniziano a comprendere che tra le cause della morte non c’è solo l’età, ma anche le malattie e gli eventi improvvisi. In questa fase della vita le emozioni si manifestano con rabbia e malesseri fisici.
Nell’adolescenza (dai 12 anni in su) è chiara l’idea che la morta è una realtà irreversibile e che interessa tutti, anche loro stessi. In questa fase sono più interessati a capire le cause della morte, esprimendo maggiormente preoccupazioni sui concetti di giustizia e ingiustizia. Emotivamente vivono una sorta di conflitto interiore tra il desiderio di emancipazione dalla propria famiglia e il legame con i propri genitori. Per questo le amicizie in questa fase sono fondamentali. Nonostante l’età possono avere difficoltà a esprimere i propri sentimenti e manifestano spesso sensi di colpa per non aver fatto abbastanza, tristezza, rabbia e scarsa concentrazione.
La morte è un trauma per tutti e potrebbe esserlo di più per i bambini; scopriamo come e quando comunicare loro una notizia così tragica.
Tutto quello che c'è da sapere sulle malattie reumatiche in età pediatrica con indicazioni sui principali segni da monitorare.
Perchè si parla di febbre da fieno per la rinite allergica che non dà febbre e non è provocata dal fieno? Ecco la risposta e come gestire al meg...
Crescere insieme significa evolversi, adattarsi e condividere ogni momento… dalla pappa ai compiti, dalle emozioni della nascita a quelle della v...
Cosa succede (e perchè si verifica) che un dente è più in basso rispetto a quelli vicino? Parliamo di infraocclusione dentale nei bambini scopre...
Contro l'allergia l'unica possibile cura è data dal cosiddetto vaccino antiallergico, l'immunoterapia specifica. Vediamo come funziona e quando è...
Molti bambini soffrono di disturbi e difficoltà durante la minzione; ecco come riconoscerli e quali le possibili soluzioni da valutare.
Per curare l’allergia a pollini e graminacee è possibile fare ricorso all'immunoterapia (vaccino). Ecco tutto quello che c'è da sapere.
I bambini di tutte le età possono avere paura della guerra. I social, le notizie alla TV e la loro immaginazione possono scatenare ansia, stress e...
Molte forme di disabilità non sono evidenti, ma condizionano negativamente lo sviluppo e la qualità della vita dei bambini. Parliamone.