Perché tutte le bambine, ma anche i bambini, vogliono il vestito di Elsa di Frozen

Frozen è uno dei cartoni animati Disney più amato il cui impatto è intergenerazionale e capace di superare numerosi stereotipi.

Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di imbattersi in un cartone, una pubblicità o un prodotto commerciale associato a Frozen, uno dei cartoni animati più amati e riconoscibili degli ultimi anni. Se il primo cartone animato, ispirato alla regina delle nevi dell’omonima fiaba di Hans Christian Andersen, è del 2013, nel 2019 è uscito il secondo film d’animazione e nel 2027 uscirà il terzo e già si parla della realizzazione del quarto episodio di una saga che è diventata un vero e proprio fenomeno culturale.

Tra le particolarità di questo fenomeno c’è la capacità di conquistare il pubblico di ogni età e di generare un intero universo narrativo fatto non solo di sequel, ma anche cortometraggi, musical, libri, accessori e merchandising.

A distanza di un decennio dalla prima apparizione nel mondo Disney, il mito di Elsa e di sua sorella Anna (con gli altri personaggi iconici come Olaf, Sven e Kristoff) continua a incantare bambini e adulti per diversi motivi che vanno oltre la tipica favola Disney. Cerchiamo di comprendere quali sono.

Il mito di Elsa: perché continua a incantare dopo anni

C’è innanzitutto una grande particolarità in Frozen: il superamento degli stereotipi sulle donne. Le vecchie generazioni sono cresciute con modelli narrativi quali Biancaneve, Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco dove la figura femminile era, per quanto la protagonista della narrazione, una figura passiva che doveva tutto il suo successo esistenziale (e la stessa sopravvivenza) all’intervento (anche non richiesto) di un uomo.

Frozen è per certi aspetti l’epilogo di un processo iniziato a partire dagli anni Novanta, nel quale gradualmente i personaggi femminili dei cartoni animati Disney hanno perso questa dimensione patinata e stereotipata. Come riassunto dalla Società Psicoanalitica Italiana (SPI), i momenti più significativi di questa evoluzione possiamo trovarli in personaggi quali Ariel ne La Sirenetta (1989) che desidera esplorare il mondo e compie scelte rischiose, in Belle ne La Bella e la Bestia (1991) che è curiosa e indipendente, in Jasmine in Aladdin (1992), in Pocahontas (1995) e Mulan (1998) che sono fortemente ribelli rispetto ai ruoli tradizionali imposti dalla società. Da questo punto di vista come non ricordare anche Tiana in La principessa e il ranocchio (2009), Rapunzel in Rapunzel – L’intreccio della torre (2010) e Merida in Ribelle – The Brave (2012) che portano avanti modelli di indipendenza, perseguendo i propri obiettivi personali (e anche sentimentali) con determinazione.

Ma è appunto con Elsa e Anna di Frozen che vi è un definitivo salto narrativo con una serie di innovazioni per quel che riguarda il mondo Disney. Le protagoniste del film, infatti, sono due sorelle e non un uomo e una donna concentrati tra le varie peripezie a convolare verso un epilogo da “e vissero tutti felici e contenti”. La storia di Elsa e Anna si sviluppa su temi quali la crescita personale, l’importanza dell’amore fraterno e la gestione della diversità. Gli uomini ci sono e hanno anche sentimenti, ma non è questo quello che rende interessante il film d’animazione.

C’è poi tutta la personalità di Elsa a essere particolarmente apprezzata dai bambini più piccoli (in quanto regina e con i poteri), ma anche da quelli più grandi in età prescolare e scolare che nelle sue emozioni forti (e spesso l’incapacità di gestirle) vi riconoscono le proprie dinamiche personali. Elsa e Anna sono principesse imperfette, quindi vere, e non modelli iconici da emulare e mai raggiungere. A suggellare il mito di Elsa c’è poi l’universo musicale particolarmente riuscito che porta i bambini a ripetere le parole e i gesti di questa regina unica nel panorama narrativo della Disney.

Il potere dell’abito: tra gioco simbolico e rappresentazione

Tra le particolarità e i motivi di interesse di Frozen c’è poi l’abbigliamento di Elsa. In questo caso il vestito della regina è molto più di un semplice abito e per questo particolarmente affascinante. L’abito di Elsa è un po’ la tuta da supereroe che, indossandolo, fa sentire i bambini simili alla loro eroina.

Come tutti i vestiti dei personaggi dei cartoni animati c’è poi il contributo al gioco simbolico, permettendo ai bambini di imitare ancora di più la regina Elsa. Parliamo di un abito che, come riferito dal New York Times, è stato indossato anche da molti uomini e padri, rendendo felici non solo i propri figli, ma anche contribuendo a superare lo stereotipo di genere.

Dove trovare i costumi di Frozen migliori (e più comodi)

Il merchandising di Frozen è ancora oggi (nonostante siano passati 12 anni dal primo film e 6 dal secondo) ampio e diffuso. Non ci sono negozi per bambini (non solo Disney Store ufficiali) nei quali non ci siano giocattoli, ma anche accessori e prodotti d’uso quotidiano (articoli di cancelleria, prodotti per l’igiene, dolci, ecc.), con le raffigurazioni dei personaggi del cartone. Nei negozi fisici, ma anche e soprattutto online, è quindi possibile trovare i costumi dei vari personaggi di Frozen (non solo delle principesse Elsa e Anna, ma anche del pupazzo di neve Olaf e della renna Sven).

Perché è importante lasciar scegliere il “loro” vestito preferito

Nel grande universo di Frozen c’è un dettaglio che, più di altri, contribuisce a rendere l’esperienza di gioco davvero significativa per i più piccoli. È la libertà di scegliere il “loro” vestito. Non si tratta infatti soltanto di travestirsi o di somigliare a un personaggio amato, ma di potersi identificare in una figura che rispecchia un’emozione, una fase di crescita, un desiderio. È per questo che, tra le tante critiche rivolte al marketing aggressivo legato al mondo dei cartoni, alcuni genitori fanno volentieri un’eccezione per Frozen. Perché lasciare che i bambini scelgano di essere Elsa o Anna, Olaf, Sven o Kristoff, significa anche approvare il messaggio che queste protagoniste trasmettono.

L’identificazione con il personaggio diventa quindi uno strumento di empowerment. Per le bambine è la possibilità di riconoscersi in una figura che comanda, che ha dei poteri, che non ha bisogno di un principe per salvarsi. Per i bambini, è un’occasione per superare lo stereotipo del personaggio forte e sicuro di sé, accogliendo il mondo delle emozioni senza per questo essere giudicato. Anche i maschi scegliendo il costume di Elsa, imparano che la sensibilità è una forma di forza e che esprimere ciò che si provano senza vergogna non è una “cosa da femmine”. Un argomento ancora oggi di drammatica attualità ricordando quanto è accaduto al figlio del calciatore Pedro Rodriguez che, come riportato dall’ANSA, ha pubblicato sui social la foto della festa di compleanno del figlio con il bambino reo di indossare una coroncina. Gli insulti sotto il post sono stati dei più beceri, a conferma di quanto una comunicazione positiva come quella trasmessa dai personaggi di Elsa e Anna sia un segno di speranza per le future generazioni.

I personaggi Disney più richiesti nelle feste di compleanno

A essere stati travolti dal mito di Elsa e di Frozen ci sono ovviamente anche le feste di compleanno dei bambini. Da anni ormai, Anna e soprattutto Elsa dominano il podio dei personaggi più richiesti, con costumi, decorazioni e torte a tema che trasformano ogni sala in un piccolo regno di ghiaccio. Il successo del film ha avuto un’eco straordinaria non solo al cinema (dove è diventato tra i film d’animazione più redditizio di tutti i tempi) ma soprattutto nella vita quotidiana di milioni di bambini. È diventato normale vedere i bambini desiderare feste “a tema Elsa”, con l’abito luccicante della regina dei ghiacci sfoggiato con orgoglio già all’ingresso della sala.

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  • Bambino (1-6 anni)