I genitori, specialmente quelli con figli in età prescolare e scolare, devono regolarmente gestire il fenomeno della pediculosi dei bambini. Parliamo dell’infestazione dei pidocchi, una condizione molto frequente che, sebbene non comporti la trasmissione di malattie virali o batteriche, è comunque un fastidio molto serio per i bambini coinvolti, che deve essere correttamente gestito e il più possibile prevenuto.

Cosa sono i pidocchi e perché si manifestano nei bambini?

I pidocchi, i responsabili della pediculosi nei bambini, sono dei piccoli parassiti di colore bianco-grigiastro e che vivono e si riproducono esclusivamente sull’uomo (soprattutto sulla testa e sui capelli), deponendovi le uova e succhiandone il sangue. Hanno una lunghezza che va dai 2 ai 4 millimetri ed essendo sprovvisti di ali non volano, ma si spostano grazie alle zampe robuste e uncinate che gli consentono di aggrapparsi alle fibre dei tessuti dei vestiti e al fusto dei peli o dei capelli.

Questi insetti vengono definiti parassiti obbligati, in quanto necessitano dell’insediamento presso un altro essere vivente per potersi nutrire e riprodurre. I pidocchi che infestano l’uomo (e in maniera particolare i bambini piccoli) sono di tre tipi: Pediculus capitis humanus (pidocchi del capo), Pediculus corporis humanus (pidocchi del corpo o delle vesti) e Phithirus publis (pidocchi del pube).

I pidocchi dei capelli, i più comuni nei bambini tra i 5 agli 11 anni (soprattutto le bambine), sono per lo più invisibili a occhi nudo e si concentrano prevalentemente nella zona della nuca e dietro le orecchie. La trasmissione avviene tramite il contatto diretto o attraverso la condivisione di cappelli, cuscini e capi d’abbigliamento così come tramite la condivisione di spazzole, pettini, cappelli e altri effetti personali. Le femmine di pidocchio depongono centinaia di uova (lendini) che si schiudono nel giro di una settimana che in due settimane diventano pidocchi adulti.

È importante precisare che la pediculosi nei bambini non è un segno di scarsa igiene. Non vi è infatti rapporto di causa ed effetto tra il livello di igiene personale e quello degli ambienti frequentati (sia essi domestici che scolastici) e la diffusione dei parassiti.

Non vi è alcuna relazione anche tra i pidocchi che infestano gli esseri umani e gli animali domestici, in quanto ogni specie animale viene colpita da una tipologia di pidocchio specifica.

Pediculosi nei bambini: i sintomi

La saliva dei pidocchi, così come gli escrementi che gli insetti rilasciano, sono irritanti, motivo per cui il principale sintomo della pediculosi nei bambini è il forte prurito nella zona del cuoio capelluto colpita.

Parallelamente questa irritazione causa un prurito incessante e fastidioso che porta istintivamente a grattarsi. Questo comportamento provoca delle lesioni che, oltre a peggiorare la situazione aumentando sia l’irritazione che il prurito, possono causare ferite sulla pelle che possono essere il terreno fertile per infezioni di origine batterica.

Di per sé i pidocchi responsabili della pediculosi nei bambini sono difficili da individuare sia per la loro rapidità di movimento che per la capacità di mimetizzarsi con il colore della capigliatura. È invece più semplice vedere le uova che hanno una forma ovale, di colore bianco grigiastro e sono attaccate al capello.

Come prevenire i pidocchi nei bambini?

Per prevenire la pediculosi nei bambini è necessario ridurre il più possibile le condizioni che portano al contagio. Questo avviene insegnando ai bambini a evitare la condivisione degli indumenti e degli accessori per l’igiene personale tanto a scuola quanto nei luoghi di condivisione come palestre, centri estivi, oratorio, eccetera.

Parallelamente è utile procedere con un regolare cambio degli indumenti in modo da stroncare la diffusione dei pidocchi. Nel caso in cui un bambino segnalasse la presenza dei pidocchi o riferisse la pediculosi di un compagno è fondamentale controllare tutto il resto della famiglia, non solo i bambini.

In caso di conferma della pediculosi è utile anche passare l’aspirapolvere sui tappeti, arieggiare gli ambienti, lavare in lavatrice ad almeno 60° (a secco) sia i vestiti che gli asciugamani e le lenzuola e isolare in contenitori di plastica sigillati gli accessori che non si possono lavare.

Spazzole, pettini e articoli che vanno a diretto contatto con i capelli possono essere immersi per almeno 15 minuti in una soluzione di acqua bollette e detersivo.

Come trattare la pediculosi nei bambini?

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Fonte: iStock

La prevenzione è importante e imprescindibile ma non esclude completamente né il rischio di contagio né una successiva infestazione. Se si sospetta la pediculosi nei bambini l’unica diagnosi possibile è quella visiva andando ad accertare la presenza dei pidocchi e delle uova controllando attentamente la pelle nelle zone arrossate o che causano prurito.

Le precauzioni da seguire scrupolosamente riguardano, innanzitutto, un’ispezione accurata della testa del bambino avvalendosi di un pettine a maglie fine per controllare ogni ciocca di capelli partendo dalla radice ed eliminando manualmente sia i pidocchi che le uova. Successivamente è necessario lavare i capelli con uno shampoo specifico e risciacquare con aceto. Dopo 8 giorni è utile ispezionare nuovamente il capo e ripetere il trattamento.

Esistono anche prodotti farmaceutici (shampoo, creme, lozioni e polveri aspergibili) per il trattamento (e non per la prevenzione) della pediculosi nei bambini. Tra le sostanze attive maggiormente impiegate nel trattamento dell’infestazione dei pidocchi ci sono il Malathlon, il Dimeticone e la Permetrina (la più efficace).

È importante precisare anche l’importanza di evitare trattamenti improvvisati a base di sostanze naturali che si rivelano comunque inefficaci. Sono da considerare inutili anche le disinfestazioni ambientali e per la determinazione delle modalità di somministrazione e le dosi dei prodotti da utilizzare per il trattamento della pediculosi nei bambini è necessario seguire le indicazioni del pediatra.

I bambini possono tornare a scuola, al nido e praticare sport, dietro certificato del pediatra, già dal giorno successivo l’inizio del trattamento in quanto non sono più contagiosi. Non è necessario tagliare i capelli in quanto il trattamento a base di lavaggio, pettinatura e rimozione manuale dei pidocchi e delle uova è sufficiente a garantire la risoluzione del problema.

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  • Bambino (1-6 anni)