
Una nuova meta-analisi rivela che 2 bambini su 3, di età inferiore ai 5 anni, usano i dispositivi elettronici per più di 1 ora al giorno. Nell...
Abbandonare questa pratica per la scrittura digitale significherebbe non riconoscere il suo contributo all'attivazione di numerosi processi cognitivi nella mente dei più piccoli. L'intervento del Professore Roberto Travaglini.
Nell’era del digitale, tra tastiere di computer e schermi degli smartphone, insegnare ai bambini a scrivere a mano risulta essere molto importante. Abbandonare questa pratica significherebbe non riconoscere il suo contributo all’attivazione di numerosi processi cognitivi nella mente dei bambini, come l’arricchimento del lessico, le capacità mnemoniche, la comprensione della lettura e lo sviluppo del pensiero critico. Ne ha parlato il Professor Roberto Travaglini su Graphos, Rivista Internazionale di Pedagogia e didattica della scrittura nel suo intervento intitolato Scrittura a mano versus scrittura digitale: conflitto o integrazione? .
Una nuova meta-analisi rivela che 2 bambini su 3, di età inferiore ai 5 anni, usano i dispositivi elettronici per più di 1 ora al giorno. Nell...
Il Professore associato di Pedagogia generale e sociale, Università di Urbino Carlo Bo spiega:
La scrittura manuale è una tecnica sviluppatasi nel corso della storia dell’umanità talmente evoluta che non dovrebbe stupire l’idea secondo cui il suo naturale esercizio si ponga a fondamento di un sano sviluppo psicofisico dell’essere scrivente in un dato spazio-tempo sociale e culturale: l’apprendimento della scrittura è un processo che in genere comincia in un’età psicologica caratterizzata da una notevole plasticità cerebrale e mentale, e da una rapida e costante evoluzione psicofisica.
Roberto Travaglini evidenzia, quindi, le differenze che esistono tra scrivere a mano e scrivere su un device tecnologico:
Se nella scrittura manuale troviamo al contempo elementi narrativi ed elementi metacomunicativi, nella scrittura digitale rimane vivo solo l’aspetto narrativo, comunicativo, esterno e oggettivo, perdendosi del tutto quello interiore, cinestetico-corporeo e non-verbale.
Ma quali sono le conseguenze?
Bisogna chiedersi quali conseguenze possa comportare l’avvento così massiccio e rapido di un globalizzato processo di crescente traslazione della scrittura dalla mano dell’individuo a quella, qui metaforicamente intesa, del mezzo digitale: la scrittura si spersonalizza, diventa uguale per tutti i fruitori del mezzo che la produce, si disincarna virtualizzandosi.
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