Martina Pinto e Alessandro Poggi, l'importanza dei papà durante il parto

Il compagno dell'attrice e influencer Martina Pinto ha dato il benvenuto alla prima figlia Polly con un bel post sull'importanza dei papà nelle varie fasi della gravidanza e durante il parto.

L’attrice e influencer Martina Pinto per 9 mesi ha raccontato la sua gravidanza in modo leggero e ironico sui suoi canali social e quando è scomparsa per alcune ore da Instagram, i suoi followers hanno capito subito che la piccola Polly, prima figlia della Pinto e del marito Alessandro Poggi, stava per arrivare.

In effetti la piccola è nata il 15 giugno 2021 ed è già nei racconti di Martina Pinto e del papà Alessandro Poggi, Italy Marketing Director del brand UNIQLO. Proprio lui ha raccontato, da un punto di vista decisamente poco battuto, la gravidanza e il parto della moglie in un post molto bello, che punta tutto sull’importanza di sostenere, dare coraggio e vivere l’esperienza insieme alla propria partner. Perché partorire non è solo una “cosa da donne”, sebbene culturalmente spesso siamo portati a pensarla così.

Poggi nel suo post di celebrazione per l’arrivo della piccola Polly dice

Sono cresciuto con il pensiero popolare che il parto fosse qualcosa di esclusivo per la futura mamma. Un’esperienza difficile, sicuramente bellissima, di cui non sempre si ha un bel ricordo, ma di cui il papà è semplice osservatore, una cornice. Cornice che può essere importante, ma sempre cornice rimane.

Rifacendosi a un retaggio sociale e culturale che impone la giusta distanza dei padri dalle madri mentre queste sono impegnate a mettere al mondo i figli.

Ritrovarsi a riempire una piscina combattendo per trovare la perfetta temperatura dell’acqua per lei, stare immerso 3 ore con le braccia e il busto in acqua sporca sorreggendo e alzando con tutte le forze la mamma ad ogni contrazione, spingere insieme a lei tirandola al mio petto ad ogni sua spinta dentro e fuori dall’acqua, sudare testa a testa a mani strette urlando con lei ad ogni spinta, è stata l’esperienza emotiva, ma anche fisica, più forte della mia vita.

Poggi ha raccontato che il parto di Martina Pinto è avvenuto in acqua, in modo naturale così come da desiderio della mamma. E che in tutte le fasi del travaglio attivo ha cercato di aiutare non solo fisicamente ma anche moralmente la moglie. Mettere al centro della narrazione il ruolo del partner durante il parto non è una cosa chef facciamo in modo naturale, anzi: si tende a pensare che “nessuno potrà mai capire” se non chi sta passando per l’esperienza totalizzante della nascita, chi la sta rendendo possibile, ovvero il corpo della donna. Ma non è così e le parole del neo-papà Alessandro Poggi rendono bene l’idea di quanto l’impatto di un’esperienza comune come questa può essere positivamente devastante.

Così come il bonding padre-figlio che, allo stesso modo di quello con la mamma, aiuta a creare un legame fisico ed emotivo col neonato sin dai primi istanti di vita.

Nei commenti al suo post, Poggi ha continuato a spiegare cosa ha significato partecipare attivamente alla nascita di sua figlia, sentendosi coinvolto e non solo mera “cornice”.

“Non esiste una regola, non è una questione solo di parto in acqua o meno (anche se ha aiutato tanto, on line si trovano tutte strutture pubbliche e private che lo permettono), il punto è: future mamme esprimete il vostri desideri sempre e siate inclusive su tutto con chi vi sta vicino, coinvolgete, ascoltate e fatevi ascoltare. Futuri papà, fate del tutto per avverarlo… a qualsiasi costo. Costruite il percorso che volete, non quello che dovete fare. E fatelo a modo vostro”.

“Questo momento deve essere importante per entrambi allo stesso modo, anche se poi non lo sarà mai al 100%, ma il provare a far in modo che sia così, aiuterà entrambi a raggiungere quello stato di beatitudine quando vedrete quell’esserino. Da sempre sono stato invidioso di non avere la possibilità di rimanere incinta, non lo dico con ironia, ma da uomo ho sempre ammirato la superiorità di un corpo in grado di dare la vita (a prescindere poi dalla volontà di crearla). Dato che non è possibile, allora il minimo è ascoltare e far avverare i desideri della persona che si ha vicino”

E quindi benvenuta piccola Polly ma anche benvenuti Martina e Alessandro, che sono “rinati” come genitori insieme, in un momento di condivisione e comunione emotiva massima che difficilmente dimenticheranno.

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