Il Covid ha modificato una delle certezze più granitiche legate all’esperienza del parto: la presenza del proprio partner accanto in uno dei momenti più topici della vita. Nel corso di quest’ultimo anno pandemico, per seguire le regole, le restrizioni e i piani di sicurezza di cliniche e ospedali, il partner non ha potuto prendere una parte attiva nei momenti della nascita e in quelli subito successivi. Una mancanza che sposta il ruolo del partner in sala parto a mero accessorio, mentre invece è e rimarrà sempre fondamentale.

E se è vero che gli ultimi studi sulle conseguenze indirette del Covid hanno fatto luce sugli effetti che ricadono sulle donne in attesa e la loro famiglia anche nelle fasi iniziali della gravidanza (come l’incidenza della depressione prenatale, in quest’epoca di incertezza in cui è difficile mantenere la bussola e l’equilibrio), è anche realistico pensare che il partner che accompagna la mamma in sala parto, tenendole la mano e aiutandola anche nelle fasi del travaglio attivo, non è e non può essere una figura sacrificabile.

Sul nostro profilo Instagram vi abbiamo chiesto in che modo il partner vi ha aiutato ad affrontare quei momenti: ci avete risposto con parole bellissime, che vanno da “sostegno” a “risate”. Anche quando il partner ha pensato di non poter fare la differenza in quei momenti di sofferenza e poca lucidità, in realtà ci è riuscito eccome. Comprensibile anche la scelta di alcune coppie di separarsi durante il parto, per circondarsi solo di personale qualificato, e ritrovarsi nelle fasi immediatamente successive. Anche quelli sono momenti da ricordare: qui c’è il racconto delle esperienze più belle che si configurano come percorso di coppia su più livelli, prima che individuale.

Il ruolo del partner in sala parto: decisivo, rassicurante e persino “anestetico”

Può la presenza di una persona in sala parto fungere da anestetico? Per alcune delle followers che hanno risposto all’ASK sul tema direttamente sul nostro profilo Instagram, è stato così.

Quando è arrivato ho iniziato improvvisamente a sentire meno dolore. Solo l’idea di averlo lì vicino è stata fondamentale!

La parola che ricorre più frequentemente in questo racconto corale è risata. Il partner accanto aiuta a stemperare l’atmosfera, a ridurre il dolore con una battuta, ad alleggerire la situazione.

Mi faceva ridere! Abbiamo riso tantissimo. È stato incredibile.

Cercava di farmi ridere e di incoraggiarmi. Mi ha fatto sentire speciale, brava e fortissima. Ha fatto la differenza, perché il primo parto l’ho fatto da sola ed è stato un incubo.

Il sostegno del partner in sala parto è anche un concentrato di parole di conforto, un esserci che va oltre le parole (e le risate, appunto) e si cristallizza in gesti che fanno la differenza. Il solo fatto di saperlo lì accanto ha permesso a molte delle nostre lettrici di rilassarsi, di vivere l’esperienza più serenamente.

Parole di conforto, massaggi alla schiena, mi teneva la mano. È stato FONDAMENTALE!

Mi ha aiutata mentalmente e fisicamente. Se non ci fosse stato avrei fatto molta più fatica!

Importantissimo. Sapevo che qualsiasi cosa fosse successa, lui era lì con me.

Mi stringeva la mano, mi faceva i massaggi, mi portava da bere, mi rassicurava. Senza di lui non so come avrei fatto!

Carezze, massaggi, baci, parole di conforto. Mi ha aiutato tantissimo a gestire lo stress e il dolore. Fantastico.

Tra i poteri del partner nei momenti concitati del parto, per alcune c’è proprio la grande capacità di rassicurazione. Come ci hanno raccontato due lettrici:

Guardarlo negli occhi, sentire il suo sguardo rassicurante. Io ero in panico, lui calmissimo. Mi ha davvero aiutata.

Sapevo che era lì per sostenermi, proteggermi e prendersi cura di cose che io in quel momento non potevo gestire.

Tra i ricordi raccolti su Instagram, ci sono anche quelli di chi non ha avuto il partner accanto perché non ha fatto in tempo ad arrivare. In alcuni casi questo ha lasciato un pizzico di rimpianto, in altre, saperlo vicino nelle fasi immediatamente successive ha comunque avuto un effetto balsamico sulle neomamme.

Non è arrivato in tempo! È arrivato proprio quando è nata. Non importa: averlo vicino in quei primi momenti è stato bellissimo e rilassante.

C’è anche chi ha scelto di non avere il partner accanto. Non per mancanza di fiducia, ma per una questione di sicurezza.

Io non l’ho voluto assolutamente vicino. Solo personale qualificato.

Ho preferito che non ci fosse, volevo concentrarmi su me stessa. Questa scelta l’abbiamo presa insieme ed è andata benissimo. Ci siamo goduti insieme i primi momenti del bimbo.

Infine, c’è anche chi lo ha usato come scudo vivente per affrontare il dolore, con un effetto spesso divertente che si ricorda con piacere a tempo debito dal parto.

Non so come avrei fatto senza, nonostante lo abbia insultato un po’!

C’è solo una cosa che ricorre nei messaggi dell’ASK: il fatto che, nonostante in effetti il partner possa fare poco in quei momenti, fa sempre e comunque la differenza. Aiuta e sostiene anche se quando pensa di non farlo. A volte basta una carezza, in altri casi una parola, in altri il supporto durante una spinta particolarmente feroce. Tutti questi momenti finiscono in un album dei ricordi di coppia difficilmente dimenticabili.

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