L'impatto (negativo) del Covid su gravidanza, parto e nascite, il nuovo studio

A distanza di un anno da inizio pandemia qual è l'impatto globale che il Covid-19 ha avuto su gravidanze e salute dei bambini? I ricercatori, analizzando 40 studi di 17 paesi, hanno riscontrato tassi di natimortalità e morte materna in aumento.

La pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto negativo su gravidanze e salute dei bambini in tutto il mondo. La revisione di 40 studi pubblicati in 17 paesi tra il 1° gennaio 2020 e l’8 gennaio 2021, ha rilevato l’impatto collaterale che il virus sta avendo proprio sulle gravidanze e ha offerto la prima valutazione a livello mondiale degli esiti negativi sulla natimortalità e morte materna durante la pandemia.

Scopriamo i risultati ottenuti dalla St. George’s University of London su 6 milioni di gravidanze analizzate, i tassi di natimortalità e morte materna prima e durante la pandemia da Covid-19.

Covid-19: l’impatto della pandemia sulle gravidanze, lo studio

Partiamo da un dato ritenuto meno “catastrofico” nei risultati ottenuti dai 40 studi analizzati: ovvero i dati riguardanti le nascite premature.

Le possibilità di parto prematuro appaiono diminuite nei paesi ad alto reddito a differenza dei paesi a basso reddito. Infatti, lo studio rivela un impatto sproporzionato sui paesi a basso e medio reddito e evidenzia le disparità sanitarie in tutto il mondo.

Nei risultati dello studio ciò che è aumentato di ben 6 volte rispetto a prima della pandemia risulta essere la necessità, per le donne in stato interessante con gravidanze ectopiche, di interventi chirurgici.

A questo aumento si aggiunge anche un ulteriore effetto collaterale: l’aumento di casi di depressione prenatale e post parto.

Tassi di natimortalità e mortalità materna durante la pandemia da Covid-19, i risultati

I risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet Global Health, evidenziano come i tassi di mortalità materna e di natimortalità sono aumentati di circa 1/3 durante la pandemia rispetto a prima che il Covid-19 esplodesse in tutto il globo.

Tra gli studi inclusi nella revisione, è risultato che 12 di questi hanno avuto un’incidenza sulla natimortalità ed evidenziano come la possibilità di avere un feto morto alla nascita fossero aumentate di oltre 1/4 nel corso della pandemia, raggiungendo un tasso di morte del 28% in più.

I dati aggregati dell’analisi mostrano anche come tali risultati variano in base al paese di riferimento evidenziando maggiori difficoltà e problematiche sanitarie nei paesi con basso reddito rispetto ai paesi industrializzati e ricchi.

Le statistiche sui tassi prima e durante la pandemia mostrano:

  • tassi di natimortalità: durante la pandemia 1099/168.295 gravidanze contro prima della pandemia 1325/198.993 gravidanze;
  • tassi di mortalità materna: durante la pandemia 530/1.237.018 gravidanze pandemiche contro 698/2.224.859 gravidanze pre-pandemiche.

Mentre, i tassi di morte materna sono il risultato di due studi sviluppati in Messico e in India attestando rispettivamente:

  1. studio in Messico 3.452.141/3.468.086 gravidanze (99,7%)
  2. studio in India 9.736/3.468.086 gravidanze (0,3%).

Dunque, lo studio fornisce una prima valutazione a livello mondiale dell’impatto collaterale della pandemia sugli esiti prenatali, parto e postnatali.

L’autrice senior dello studio analizzato, la Prof.ssa Asma Khalil – St George’s University of London –  ha dichiarato:

La pandemia da Covid-19 ha avuto un profondo impatto sui sistemi sanitari di tutto il mondo. Interruzione dei servizi, blocchi a livello nazionale e paura di frequentare le strutture sanitarie dimostrano che gli effetti negativi del Covid-19 dovrebbero avere conseguenze sulla salute che si vanno oltre i decessi e le malattie causate dal virus stesso.

È chiaro dal nostro studio la pandemia ha portato a conseguenze di morte sia di madri che di bambini, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito. Esortiamo i responsabili politici e i leader sanitari a dare la priorità a un’assistenza alla maternità sicura, accessibile ed equa all’interno della risposta strategica alla pandemia e alle conseguenze, per ridurre gli esiti avversi della gravidanza in tutto il mondo.

Parto pretermine: nessuna differenza durante la pandemia

I risultati delle revisioni effettuate sugli studi non ha rilevato alcuna differenza nei tassi generali di parto pretermine prima e durante la pandemia. Tuttavia, i dati suggeriscono che nei paesi con alto reddito i parti pretermine sono stati ridotti del 10% nel corso della pandemia.

Una spiegazione sembra essere data, così come specificato dagli autori dello studio:

Da un calo dei parti prematuri spontanei, piuttosto che da quelli che richiedono l’induzione precoce del travaglio o del parto cesareo indicato dal punto di vista medico, che, invece, possono essere aumentati. Mentre, le probabilità di avere un parto prematuro nei paesi a reddito medio e basso sono rimaste invariate.

Dunque, l’aumento degli esiti collaterali della gravidanza potrebbe essere guidato da pressioni sui sistemi sanitari causate dallo stesso Covid-19, piuttosto che dalle misure per contenere il virus, come per esempio i blocchi.

Gli studiosi affermano:

I nostri risultati evidenziano come gli esiti sulla salute di donne e bambini siano peggiorati durante la pandemia. Vi è la necessità di dare priorità a un’assistenza materna accessibile e sicura a tutti sia come risposta strategica alla pandemia da Covid-19 sia per le future crisi sanitarie.

Il coautore dello studio dell’Università di Koc (Turchia), il Dott. Erkan Kalafat, ha dichiarato in merito al Covid-19 e le gravidanze:

Abbiamo un’opportunità unica di imparare dalle esperienze della pandemia da Covid-19 per pianificare un futuro di assistenza alla maternità inclusiva in tutto il mondo. Un’opportunità di apprendimento sarà quella di indagare i meccanismi alla base dell’apparente riduzione delle nascite pretermine osservata in contesti ad alto reddito durante la pandemia, al fine di identificare nuovi interventi preventivi che potrebbero potenzialmente avvantaggiare tutte le donne nel mondo.

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  • Gravidanza