Sfogliando le pagine dei libri di storia, ma anche scorrendo i minuti di film e serie TV ambientati in epoche passate, si scopre come morire di parto fosse, non solo una possibilità, ma anche molto frequente. Ma, appunto, parliamo di storia passata, tanto che oggi questa è una tragedia molto meno probabile.

Ci sono diverse ragioni che spiegano questo cambiamento: da una parte il miglioramento della scienza medica con tutte le sue conoscenze e strumentazioni diagnostiche, dall’altra la maggiore consapevolezza delle varie condizioni e complicazioni che possono avvenire durante la gravidanza, consentendo di gestirle, prevenirle o addirittura curarle. Senza dover sacrificare la vita della mamma o del suo bambino.

Morire di parto in Italia e nel mondo: dati e statistiche

La questione della mortalità materna (Mmr, Maternal Mortality Ratio) è un problema molto serio che interessa i sistemi sanitari nazionali ma anche le organizzazioni internazionali che si preoccupano e occupano di monitorare e supportare il miglioramento delle misure mediche.

Per comprendere i dati e le statistiche sul rischio di morire di parto è importante conoscere la definizione di mortalità materna che, per l’Istituto Superiore di Sanità, è quella della “morte di una donna durante la gravidanza o entro 42 giorni dal suo termine, indipendentemente dalla durata e dalla sede della gravidanza, per qualsiasi causa legata o aggravata dalla gravidanza o dal suo management, ma non per cause accidentali o incidentali”.

Qual è, dunque, la situazione in Italia e nel resto del mondo sui rischi legati al parto? L’Unicef ha condotto diverse ricerche in materia rilevando come, rispetto al 1990, la mortalità materna è stata dimezzata. Un risultato notevole, ma che presenta ancora diverse criticità. Soprattutto se si considera come questo tragico fenomeno sia quasi esclusivamente un problema di povertà o di “scarsa considerazione dei diritti umani delle donne”.

Il 99% dei decessi a livello internazionaleavvengono infatti in Paesi a basso reddito, con l’85% dei casi concentrati in Africa Subsahariana e in Asia meridionale”. Tanto per comprendere la sproporzione, “Il tasso di mortalità materna (calcolato come numero di decessi per 100.000 parti) è mediamente di 12 nei Paesi industrializzati e di 500 nell’Africa a sud del Sahara”.

Nel nostro Paese, invece, qual è la situazione? Le statistiche mostrano come l’Italia sia in linea con il resto d’Europa, con una mortalità materna di “9,18 per 100.000 nati vivi”. Questo significa che morire di parto in Italia è molto difficile e non è un motivo di preoccupazione.

È indubbio che il parto esponga le donne a delle criticità, ma è altrettanto vero che queste sono costantemente monitorate e seguite e che sono diversi gli strumenti e i trattamenti per ridurre il rischio. Per questo motivo è costante la ricerca del miglioramento dei protocolli sanitari e la ricerca scientifica per abbattere ulteriormente il tasso di mortalità materna.

Morire di parto: fattori e cause

Cos’è che provoca il decesso della madre durante o dopo il parto? Le ricerche sono univoche nel confermare come la causa maggiore (il 13.5% degli episodi) di morte materna è associata all’emorragia post partum. Le altre cause sono: disordini ipertensivi e tromboembolia.

Nell’affrontare le cause e i fattori di rischio associati al morire di parto è doveroso distinguere tra morti dirette e morti indirette. Nel primo caso rientrano le complicazioni e le cause ostetriche, mentre tra le morti indirette tutti gli esiti negativi legati a condizioni patologiche già esistenti e che la gravidanza ha aggravato. Tra queste le più comuni sono le patologie cardiovascolari.

Parallelamente è stato individuato come uno dei maggiori fattori di rischio che può aggravare delle patologie o che può provocare complicazioni è il sovrappeso.

5 consigli per sconfiggere la paura

Avere paura non è mai una colpa e vivere con timore le difficoltà e la novità che una gravidanza e il parto rappresentano per ogni donna è innanzitutto motivo di comprensione e mai di giudizio. La fotografia emersa dai dati statistici deve essere innanzitutto una rassicurazione, non una derisione delle paure che una donna può provare.

Esiste una patologia vera e propria, la tocofobia, che provoca paura del parto e della gravidanza, tanto da desiderare di evitarlo. È importante ricordare come la serenità sia uno degli aspetti psicologici (e non solo) che migliorano l’esito positivo della gravidanza e che quindi vanno messe in atto tutte le strategie possibili per sconfiggere la paura del parto.

1. Supporto familiare

L’aiuto principale contro tutte le fatiche e le paure della gravidanza e del parto viene dalla vicinanza del proprio nucleo familiare. Il proprio partner e i rispettivi genitori, certo, ma anche tutta quella rete di amici che abitualmente compone la propria dimensione sociale.

È importante che questo supporto familiare non sia meramente di presenza, ma che sia efficace nel consentire alla futura mamma di sfogare e confidare le proprie paure senza il timore di essere giudicata o sottovalutata. Questo supporto è di vitale importanza sempre, anche dopo il parto.

Questo perché un quarto delle cause di mortalità materna che avviene dopo il primo mese ed entro il primo anno dopo il parto è dovuta ai suicidi. A dimostrazione di come il fenomeno della depressione post-partum non sia marginale o da sottovalutare.

2. Il ruolo del ginecologo

Il secondo consiglio utile per sconfiggere la paura di morire di parto è quello di trovare un ginecologo di fiducia. Non un semplice erogatore di visite e ricette, ma un medico con il quale confrontarsi e sul quale poter contare per tutto il corso della gravidanza. Ci sono molti ginecologi che seguono le donne fino in sala parto e se questo è motivo di maggiore serenità può essere una soluzione molto valida da seguire.

3. Rilassamento e respirazione

Una buona tecnica contro l’ansia è quella di praticare esercizi di respirazione e rilassamento. In questo senso lo yoga e l’attività fisica in generale possono essere ottimi strumenti per scaricare lo stress dei momenti più difficili e rendere la tensione meno insopportabile.

4. I corsi preparto

Spesso la paura si fonda sulla poca conoscenza di ciò che si dovrà affrontare. Per questo un consiglio molto utile è quello di seguire il corso preparto. Durante le lezioni vengono spiegati i vari momenti del travaglio, le cose da fare e tutte le tecniche disponibili per ridurre il dolore del parto. Sapere cosa accadrà aiuta anche a vivere meglio questo momento, sapendo che tante cose sono normali e non per questo pericolose per la propria incolumità.

5. La scelta della struttura

L’ultimo consiglio utile, ma non il meno importante, è quello di scegliere con attenzione dove partorire. Questo perché, come abbiamo visto, la qualità della struttura sanitaria, le strumentazioni a disposizione e la competenza del personale medico sono tutti elementi che permettono di abbattere il rischio di complicazioni e di saperle gestire prontamente e correttamente nel caso si dovessero manifestare.

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