
Avere la pressione alta in gravidanza è un problema molto serio. Scopriamo perché, quando preoccuparsi e cosa è possibile fare.
Tra i rischi più pericolosi per la salute sia della mamma che del bambino c'è l'eclampsia, una complicazione di cui è bene conoscere i sintomi e i maggiori fenomeni di rischio.
Si tratta di un fenomeno che può essere molto pericoloso sia per la mamma che per il bambino. Vediamo quindi di comprendere sintomi, cause, conseguenze e trattamenti per questo tipo di fenomeno.
Per comprendere cos’è l’eclampsia, e le cause che la determinano, è necessario parlare anche della preeclampsia, essendo una la conseguenza dell’altra.
L’eclampsia tecnicamente è “la comparsa di convulsioni (o di un successivo stato di coma) in una gravida che presenta i segni ed i sintomi della preeclampsia” (come riportano le Linee Guida per il Management dell’ipertensione in gravidanza della Società italiana di ginecologia e ostetricia).
Va anche detto che possono verificarsi casi di eclampsia anche indipendentemente dalla preeclampsia. Le cause non sono sempre del tutto note, ma è si verifichino dei danni alle pareti dei vasi sanguigni e della placenta. Questi sono gli organi che portano al bambino l’ossigeno e le sostanze nutritive, motivo per cui è facile immaginare che le conseguenze sono molto gravi.
Anche se non ci sono cause certe sulla formazione della preeclampsia, è possibile individuare dei fattori di rischio. Tra questi vanno segnalati il diabete, l’essere in sovrappeso o avere più di quarant’anni, così come l’aver avuto un familiare in cui si è manifestata la preeclampsia.
Anche le gravidanze gemellari possono essere un fattore di rischio.
Avere la pressione alta in gravidanza è un problema molto serio. Scopriamo perché, quando preoccuparsi e cosa è possibile fare.
L’eclampsia è “una patologia che si manifesta con convulsioni, perdita di coscienza e in alcuni casi emorragie cerebrali”. A livello internazionale essa è considerata come una delle nove tipologie di disturbi ipertensivi in gravidanza.
Tra i sintomi l’Istituto Superiore di Sanità indica la pressione alta e la proteinuria, ovvero la presenza di proteine nelle urine. Altri sintomi possono essere il mal di testa molto forte, la nausea, i tremori alle mani, un eccessivo aumento di peso e, ancora, delle alterazioni della vista.
Come abbiamo avuto modo di anticipare, l’eclampsia “si può manifestare prima del parto (40% dei casi) oppure in travaglio (18%) o dopo il parto (44%)”, ma in tutti i casi “La crisi convulsiva insorge rapidamente e non è in genere prevedibile”.
Il solo manifestarsi di uno dei sintomi precedentemente indicati deve indurre la donna a rivolgersi al proprio medico che effettuerà le analisi delle urine e quelle del sangue. Questi esami consentono facilmente di individuare l’eventuale presenza di preeclampsia.
Se la preeclampsia viene definita come una “delle cause principali di mortalità materna in gravidanza e durante il parto” è evidente come questo sia il rischio peggiore per la madre.
Per il bambino possono presentarsi sia problemi di arresto che di ritardo della crescita. In alcuni casi la conseguenza dell’eclampsia è quella di un parto prematuro, essendo questa l’unica soluzione.
Il rischio maggiore è quello legato alla manifestazione dell’eclampsia in un’epoca gestazionale precoce, che inevitabilmente aumenta il rischio di mortalità perinatale.
L’eclampsia, come detto, si manifesta in maniera improvvisa, per cui è molto difficile sia prevenirla che curarla. “L’unico modo per ridurre l’incidenza di eclampsia è quello di somministrare la profilassi con solfato di magnesio nei casi a rischio”.
Per la prevenzione è fondamentale diagnosticare i sintomi il prima possibile in modo da monitorare regolarmente la situazione.
Più che di cura dell’eclampsia è fondamentale saper intervenire assistendo la donna che ne viene colpita. È necessario proteggerla dai traumi provocati dalle convulsioni.
Bisogna cercare di evitare il rischio di soffocamento e, una volta terminato l’evento acuto, ridurre i valori della pressione arteriosa in maniera graduale e stabilizzare le condizioni della donna.
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