Gestosi in gravidanza (o preeclampsia): quando il parto è l'unica terapia
Quali sono i sintomi (e la cause) della condizione, che può verificarsi a partire dalla metà della gravidanza, nota come gestosi o preeclampsia.
Quali sono i sintomi (e la cause) della condizione, che può verificarsi a partire dalla metà della gravidanza, nota come gestosi o preeclampsia.
La gestosi, nota anche come preeclampsia, è una condizione specifica della gravidanza, che può manifestarsi in varie forme e con gradi diversi di gravità. Si manifesta con la presenza di proteine nelle urine, ipertensione e edema.
Si tratta di una condizione piuttosto rara (l’incidenza è di circa il 3% dei casi) che si verifica intorno alla metà della gravidanza, dalla 24esima settimana in poi (ma in alcuni casi può verificarsi anche prima), e può avere conseguenze anche serie per la salute della donna e del feto.
Sono diversi gli elementi che possono contribuire all’insorgere della gestosi, che può essere favorita anche da alcune condizioni preesistenti alla gravidanza. Il dottor Nico Comparato elenca alcuni dei sintomi della gestosi:
Ci sono poi alcuni fattori di predisposizione alla gestosi, come obesità, ipertensione arteriosa, diabete mellito e malattie renali, turbe coagulative o autoimmunitarie e ematologiche, fattori genici. Anche le gravidanze gemellari, il non avere mai avuto figli in precedenza e l’età materna possono influire sulla gestosi. Il fumo di sigaretta, poi, è stato associato a un aumentato rischio di sviluppare la gestosi. Aggiunge Comparato:
Anche se ancora molti meccanismi alla base della gestosi risultano essere sconosciuti o poco chiari, elemento fondamentale è rappresentato da un aumento delle resistenze nel distretto placentare. In condizioni normali, semplificando, il trofoblasto permea i vasi spirali uterini indovati nel miometrio rendendoli particolarmente capienti ed in grado di accogliere alti flussi di sangue. Questo processo inizia precocemente e realizza la sua massima espressione alla 24-25 settimana di gestazione, assicurando un’ottima vascolarizzazione placentare e conseguente adeguato nutrimento fetale. Se per qualche ragione questo processo non si svolge correttamente, le arterie spirali saranno maggiormente “rigide” e maggiormente responsive ad amine vasocostrittrici, con conseguente riduzione della perfusione placentare. Tale situazione è quindi alla base della condizione gestosica.
Come anticipato, la gestosi si può manifestare con sintomi diversi, che possono essere rilevati tramite i controlli medici periodici ma in alcuni casi anche dalla donna stessa: si tratta di ipertensione arteriosa, perdita di proteine attraverso le urine (proteinuria), edemi diffusi che possono interessare in particolare la regione sacrale e gli arti inferiori. Sottolinea il medico:
È oramai noto che la pressione arteriosa varia notevolmente, soprattutto quando viene misurata in uno studio medico. Sarebbe quindi opportuno eseguire per conto proprio la misura, tre volte al giorno ad orari casuali, riportando i dati per iscritto, corredati da una breve descrizione delle attività svolte a ridosso della misurazione. In caso di epatogestosi, i sintomi potranno essere assenti (fatta eccezione per un rialzo degli enzimi epatici e degli indici di stasi) oppure caratterizzati da prurito diffuso o da malessere generale. Fortunatamente sono rari i casi di forme fulminanti, e la maggior parte delle epatogestosi non mette in pericolo la vita della mamma e del feto. La eclampsia ha la sua manifestazione caratteristica nelle convulsioni, e la HELLP può manifestarsi in maniera variabile in base alla penetranza delle alterazioni presenti e precedentemente elencate.
Fondamentale per una diagnosi di gestosi in gravidanza sono le periodiche analisi delle urine per rilevare l’eventuale presenza di proteine e la misurazione della pressione arteriosa anche con flussimetria doppler delle arterie uterine.
Particolare attenzione va prestata nei soggetti più a rischio: in questo caso anche la misurazione della crescita fetale riveste un ruolo di particolare importanza.
La gestosi può manifestarsi con diversa gravità: le convulsioni che si verificano qualora insorgesse l’eclampsia sono particolarmente pericolose, e possono portare a danni cerebrali nella donna in gravidanza. Per il feto, invece, i rischi sono legati a ritardi nello sviluppo o a parto prematuro.
Nel caso in cui una donna alla ricerca di una gravidanza presentasse alcuni dei fattori di rischio riportati è bene consultare un medico per poter predisporre i trattamenti disponibili per prevenire la gestosi, quindi effettuare tutti i controlli periodici e adottare uno stile di vita il più possibile adeguato.
L’ipertensione, ad esempio, spiega Comparato
andrà trattata con farmaci antipertensivi e monitorata attentamente, in concomitanza con assetto alimentare iposodico. Occorre dire che la vera terapia della gestosi è il parto, quindi in caso di gestosi accertata o sospetta, la paziente dovrà essere strettamente monitorata e in caso di ingravescenza il parto dovrà essere espletato appena possibile. La epatogestosi non complicata potrà essere trattata con epatoprotettori, acido ursodesossicolico o con altri presidi. La eclampsia è evento grave e richiede trattamento in regime di ricovero in quanto, oltre alle convulsioni, possono verificarsi danni gravi cerebrali, renali, epatici e sistemici. Vale lo stesso discorso per la sindrome HELLP. Essere a rischio ovviamente non significa dover avere la gestosi, come non esserlo non garantisce “l’immunità” da tale condizione. Fortunatamente, non tutte le gestosi sono gravi… ad ogni modo, in caso di aumentato rischio, è obbligatoria una stretta sorveglianza materna e fetale.