
Partorire senza tagliare il cordone ombelicale dalla placenta in attesa che questo cada da solo? Questo lo scopo del Lotus Birth, una pratica dai b...
Dopo quanto è preferibile tagliare il cordone ombelicale? E perchè? Analizziamo i due approcci con le indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il cordone ombelicale è la struttura tramite la quale durante la gravidanza il feto riceve dall’organismo materno le sostanze necessarie per la crescita e lo sviluppo. Alla nascita, spiega l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con la respirazione autonoma e l’allattamento il cordone ombelicale non è più necessario. Motivo per cui si procede alla sua recisione. È il clamplaggio del cordone ombelicale, una procedura indolore sia per la donna che per il feto ma che è oggetto di diverse discussioni per quel che riguarda il timing.
Come evidenziato dalla rivista Trapianti (edita in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti), vi è una questione etica sul quando tagliare il cordone ombelicale. Questo perché da un lato un clampaggio ritardato, almeno dopo 60 secondi, favorisce la salute del neonato grazie al trasferimento di sangue ricco di ferro e cellule staminali; dall’altro, un clampaggio più precoce permette una raccolta maggiore di sangue cordonale. Il punto critico è trovare un equilibrio che tuteli prima di tutto il benessere del neonato, senza compromettere la possibilità di donazione.
Come anticipato, il clampaggio del cordone ombelicale è quella procedura medica mediante la quale il cordone viene bloccato meccanicamente (clampato) per poi essere tagliato. È un’operazione che separa il neonato dal legame fisico con l’organismo materno, interrompe il circolo sanguigno tra bambino e placenta. Dal clampaggio resta sull’ombelico del neonato il moncone ombelicale, che andrà a mummificarsi nei giorni successivi alla nascita cadendo in maniera spontanea.
Esistono diverse tempistiche legate al clampaggio, ciascuna giustificata da specifiche motivazioni. Vi è il cosiddetto clampaggio precoce (o immediato) per il quale il taglio viene eseguito entro i primi trenta secondi dalla nascita. Al contrario il clampaggio ritardato prevede di attendere qualche minuto prima di procedere con la recisione del cordone ombelicale. Tra le forme di clampaggio ritardato vi è anche il cosiddetto clampaggio fisiologico per il quale il taglio viene effettuato una volta che si è verificato il secondamento (l’espulsione della placenta). Vi è anche un’ulteriore forma “estrema” di clampaggio ritardato, detta Lotus Birth, per la quale si attende che il cordone collegato alla placenta si stacchi in maniera spontanea, cosa che avviene dopo circa una settimana dal parto.
La Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), spiegano l’evoluzione delle pratiche cliniche, sottolinea l’importanza di preferire il clampaggio ritardato. Diversi studi dimostrano che attendere 2-3 minuti, soprattutto per i neonati a termine in buone condizioni, è utile perché aumenta i livelli di ferritina nel neonato, riduce il rischio di anemia neonatale e, soprattutto nei maschi, migliorare la motricità fine.
Nelle Raccomandazioni italiane per la gestione del clampaggio ed il milking del cordone ombelicale nel neonato a termine e pretermine disponibili sul sito dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) viene spiegato come il clampaggio ritardato è vantaggioso perché migliora i livelli di emoglobina e di ferro, riduce la necessità di trasfusioni, favorisce una migliore transizione cardio-respiratoria e non comporta rischi aggiuntivi per la madre, come emorragie post-partum o complicazioni durante il secondamento. I benefici, come riportato in questo studio pubblicato su Maternal Health, Neonatology and Perinatology, si hanno anche per i neonati pretermine con una minore incidenza di emorragie cerebrali, enterocolite necrotizzante e necessità di trasfusioni.
Le raccomandazioni italiane, in linea con le principali evidenze scientifiche, suggeriscono il clampaggio ritardato per tutti i neonati a termine, sia nati da parto vaginale sia da taglio cesareo, a meno che non sia necessaria una rianimazione urgente. Anche nei parti cesarei, dove la trasfusione placentare può risultare meno efficace rispetto ai parti vaginali, il clampaggio ritardato resta consigliato per i benefici complessivi sul neonato.
L’unico effetto collaterale rilevato è un rischio maggiore di ittero neonatale, ma in forma lieve e facilmente trattabile con fototerapia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), raccomandando il clampaggio ritardato del cordone, preferibilmente tra 1 e 3 minuti dopo la nascita, segnala anche le condizioni nelle quali questa tempistica potrebbe non essere ottimale. È il caso, per esempio, del neonato che non respira autonomamente o necessita di rianimazione immediata. In questi casi, infatti, il clampaggio può essere anticipato o può essere impiegata la tecnica del cord milkin (la spremitura manuale del cordone in direzione del neonato per un rapido trasferimento di sangue). Più controversa, invece, è la gestione del timing in alcune situazioni particolari, tra cui quelle riportate in uno studio del Singapore Medical Journal (SMJ), ovvero gemelli monocoriali, placenta previa, sindrome da aspirazione del meconio, idrope fetale, restrizione della crescita intrauterina e anemia materna.
Si può scegliere la modalità di clampaggio del cordone?
Sì, il clampaggio del cordone ombelicale può essere una scelta della partoriente. È importante che la donna in gravidanza ne parli con il proprio ginecologo o con l’équipe ostetrica prima del parto, così da prendere una decisione informata.
Il clampaggio del cordone è doloroso?
No, non è una procedura dolorosa né per la madre né per il neonato. Il cordone ombelicale, infatti, è privo di terminazioni nervose e il suo clampaggio e successivo taglio non provoca alcuna sensazione dolorosa. Si tratta di un gesto meccanico e indolore, eseguito nel momento in cui il cordone non è più necessario alla vita extrauterina del neonato.
Come incide il clampaggio sulla raccolta di cellule staminali?
La tempistica del clampaggio può influenzare la quantità di sangue cordonale disponibile per la raccolta a scopo di donazione. Un clampaggio ritardato può ridurre il volume raccolto e, di conseguenza, il numero di cellule staminali ematopoietiche presenti.
Partorire senza tagliare il cordone ombelicale dalla placenta in attesa che questo cada da solo? Questo lo scopo del Lotus Birth, una pratica dai b...
La raccolta e conservazione del sangue del cordone ombelicale nelle banche pubbliche e in quelle private: in cosa consiste, quali sono le differenz...
Il sangue del cordone ombelicale contiene cellule staminali preziose nel trattamento di alcune patologie: le coppie che aspettano un figlio possono...
Il cordone ombelicale può annodarsi su sè stesso; una condizione che può creare gravissimi problemi allo sviluppo del feto.
Tra le malformazioni che colpiscono il cordone ombelicale l'arteria ombelicale unica è una delle più diffuse. Scopriamo cosa comporta e quali con...
L'importanza della conservazione del sangue del cordone ombelicale è spesso sottovalutata. Ci sono però molti buoni motivi per decidere di conser...
Un'emozione normale e fisiologica o l'indice di un problema più profondo? Perché molte donne hanno paura del parto e cosa possono fare per supera...
È la primissima fase del travaglio ed è un momento molto delicato da saper gestire innanzitutto a casa prima di recarsi in ospedale. Ecco tutto q...
Per ottenere un travaglio attivo può essere necessario, se questo non avviene spontaneamente, ricorrere all'induzione del parto. Scopriamo vantagg...
In presenza di un parto difficoltoso si può valutare il ricorso a uno strumento per favorire la discesa del feto; ecco tutto quello che c'è da sa...