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Facciamo chiarezza sul parto programmato (che non è solo quello cesareo) con indicazioni, rischi e benefici di una particolare modalità di parto.
Normalmente di una gravidanza si parla di data presunta del parto in quanto non è possibile stabilire con esattezza il giorno preciso in cui nascerà il bambino. Quella data indica una stima di un arco temporale nel quale è più probabile, in una gravidanza a termine, che il parto avvenga. Ci sono però anche casi in cui il giorno del parto è pianificato con anticipo stabilendo non solo la data ma anche le modalità di parto. Vediamo più nel dettaglio cos’è il cosiddetto parto programmato e quando vi si ricorre.
Spesso si sintetizzano le modalità di parto in due macrocategorie: parto spontaneo e parto cesareo, dando per scontato che solamente l’intervento chirurgico possa essere programmato. In realtà oltre a poter esserci anche un parto vaginale programmato, esiste anche la possibilità di un parto cesareo non programmato (elettivo), che è il parto cesareo d’urgenza (o d’emergenza). La distinzione temporale, quindi, può essere:
Se il parto spontaneo può essere quello vaginale o quello cesareo d’urgenza, il parto programmato può essere quello cesareo o quello indotto. In entrambi i casi, infatti, si pianifica la data in cui far nascere il bambino. Questo si verifica sostanzialmente per ragioni mediche e di salute che giustificano il non poter attendere che la nascita avvenga in maniera spontanea.
Come detto il parto programmato è quello che può essere vaginale indotto o cesareo pianificato. È una modalità di parto che viene decisa in anticipo per condizioni cliniche che suggeriscono o richiedono di anticipare o controllare il momento del parto. Il cesareo d’urgenza, invece, si rende necessario per eventi imprevisti (non programmabili) e richiede un intervento rapido per una situazione potenzialmente pericolosa.
Alla luce di quanto appena detto vediamo quali possono essere le condizioni per le quali si ricorre al parto programmato (cesareo o indotto). Si ricorre al parto cesareo elettivo per ragioni di natura clinica o in alcuni casi anche per una scelta personale della donna. Le principali ragioni che portano a questo tipo di parto programmato sono:
Generalmente, spiega la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, il parto cesareo programmato viene effettuato intorno alla trentanovesima settimana di gravidanza, in un periodo in cui c’è un adeguato compromesso tra rischio di travaglio anticipato e maturazione fetale. Nel caso del parto vaginale indotto, riferisce la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), l’induzione è un intervento medico pianificato per avviare artificialmente il travaglio e ottenere un parto vaginale. Le più comuni condizioni mediche che supportano la scelta dell’induzione del travaglio sono:
La decisione di programmare il parto, qualunque sia la modalità, viene presa congiuntamente dal medico e dalla donna valutando non solo i rischi e i benefici, ma anche la volontà della gestante.
A proposito di rischi e benefici, il principale vantaggio del parto programmato è legato alla possibilità che la nascita del bambino avvenga in condizioni adeguate e più sicure rispetto a quelle imprevedibili di un parto spontaneo. È una soluzione vantaggiosa anche come alternativa al parto spontaneo quando questo comporterebbe rischi per la donna o per il nascituro.
Tra gli elementi critici, invece, ricordiamo che si tratta sempre di un intervento chirurgico e come tale associato a rischi materni e perinatali sia immediati che a lungo termine. Si tratta inoltre una procedura che richiede un’assistenza medica adeguata.
L’altro grande vantaggio del parto programmato è la possibilità di arrivare, anche psicologicamente, più preparate a questo momento. Come per ogni intervento chirurgico anche per il parto cesareo è necessaria una preparazione tra cui l’essere a digiuno, l’eseguire accertamenti ginecologici e ostetrici e aver effettuato un controllo delle condizioni del nascituro. In alcuni casi è prevista la depilazione della parte superiore del pube, mentre bisogna considerare anche che la degenza in ospedale è leggermente più lunga rispetto al parto vaginale, un elemento da considerare quando si prepara la borsa per il parto.
Il giorno del parto viene generalmente eseguita l’anestesia spinale con la procedura che dura mediamente 30-45 minuti tramite un’incisione nell’addome e nell’utero per estrarre il bambino. Le ore successive al parto sono molto delicate ed è necessario evitare sforzi, ma è possibile (e consigliato) iniziare da subito con l’allattamento al seno.
La preparazione al parto vaginale indotto è più semplice e prevede innanzitutto il monitoraggio cardiotocografico per valutare il benessere del feto. Per indurre il travaglio esistono diversi metodi (farmacologici o meccanici) e la scelta tra uno o l’altro dipende dalle condizioni specifiche sia della partoriente che del nascituro. Durante tutto il periodo dell’induzione del parto si prosegue con il monitoraggio del benessere materno e fetale soprattutto della frequenza cardiaca fetale e dell’attività contrattile uterina. È importante sottolineare che nel parto programmato indotto il travaglio può essere percepito come più doloroso rispetto a quello a esordio spontaneo. Scopo dell’induzione è quella di avviare un travaglio attivo, ma non è da escludere la possibilità che tali tentativi falliscano e che si possano creare le condizioni per il taglio cesareo.
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