Quando si parla di parto cesareo bisogna fare sempre molta attenzione ed evitare generalizzazioni e fraintendimenti. Una delle più importanti intorno a questo argomento è quella relativa al cosiddetto cesareo d’urgenza.

Già il ricorso al parto cesareo, che andrebbe svolto solamente in condizioni specifiche, è per molte donne motivo di apprensione, ma è doveroso precisare alcuni punti chiave per consentire la comprensione di una realtà particolare.

Per capire il cesareo d’urgenza è fondamentale comprendere innanzitutto perché il parto cesareo non è la norma bensì l’eccezione e distinguere più propriamente tra urgenza ed emergenza. Per farlo abbiamo intervistato il Dottor Giulio Lanzimedico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia, con il quale abbiamo affrontato la questione nella sua complessità, con lo scopo di spiegare una realtà particolare che va affrontata con estrema attenzione.

Cesareo d’urgenza: quando è necessario?

Dottor Lanzi, quando si parla di cesareo d’urgenza?

Dobbiamo innanzitutto parlare del “cesareo in elezione” e solo dopo del cesareo d’urgenza. Per capirne le ragioni è importante premettere che di per sé il taglio cesareo è più pericoloso del parto spontaneo. La mortalità, anche se rara, e la morbilità di un parto cesareo sono molto maggiori rispetto a quelle di un parto spontaneo.

Quali sono i rischi maggiori?

I rischi del parto cesareo sono anestesiologici, emorragici e infettivologici.

  • Quelli anestesiologici riguardano le complicanze legate all’anestesia che in questo caso è necessaria rispetto al parto spontaneo dove può non essere prevista o nel quale al massimo si ricorre all’analgesia, ma è un’altra cosa.
  • Ci sono poi rischi emorragici, sia come rischio in sé che come perdite di sangue media che nel cesareo, anche in assenza di un’emorragia, è nettamente maggiore.
  • Poi ci sono anche i rischi infettivologici che, come in tutti gli interventi chirurgici, come complicanza può diventare anche importante. Tutto questo fa sì che il cesareo sia molto più a rischio.

C’è poi anche un limite fisiologico di “tolleranza” dell’organismo femminile al numero di tagli cesarei?

Il cesareo è una modalità di parto i cui rischi vanno moltiplicati per tutti i figli a seguire. Questo perché si tende a ripetere il cesareo dopo averlo subito in una prima gravidanza in un’alta percentuale dei casi.

A questo proposito è bene ricordare che il parto cesareo, sebbene sia ancora in molti casi così, non è da considerare come una scelta da preferire al parto spontaneo, ma neanche come un’alternativa di pari livello. Questo perché il cesareo è più pericoloso ed è un intervento che ha comunque un suo peso che non va sottovalutato.

Le donne che desiderano comunque, nonostante le indicazioni contrarie del medico, ricorrere al cesareo devono essere consapevoli che la scelta per questa gravidanza si ripercuoterà anche nelle successive in quanto i rischi del primo cesareo vengono, con molta probabilità, moltiplicati nelle gravidanze successive.

Il limite al numero di cesarei che si possono fare varia da donna a donna. A un certo punto un ulteriore cesareo diventa impraticabile e quindi si deve consigliare alla donna di non avere più gravidanze. I rischi, ogni volta che si ripete il cesareo, diventano maggiori perché si va a riaprire una cicatrice su un tessuto sul quale si è già intervenuti in precedenza e che non restituirà mai una condizione ottimale al 100%.

Per questo motivo il parto spontaneo è la scelta migliore da preferire, salvo quando sussistano condizioni per le quali i rischi sono maggiori dei benefici e, di contro, il parto cesareo assicuri maggiori vantaggi e sicurezze rispetto ai rischi del parto naturale.

Si sceglie di fare il cesareo in tutte quelle condizioni in cui questo maggior rischio viene compensato o superato da una condizione particolare che interviene in quella singola gravida.

Ci può fare un esempio?

Uno dei più calzanti è quello del caso in cui si ha una placenta previa. In questi casi la placenta si è inserita davanti al canale cervicale, quindi in caso di travaglio e parto il bambino per uscire romperebbe la placenta causando un’emorragia massiva. In quel caso, quindi, il parto spontaneo sarebbe gravemente lesivo, se non addirittura mortale, rispetto al parto cesareo.

Questo è uno degli esempi di cesarei in elezione, ovvero tutti quei casi in cui si è già a conoscenza che il parto spontaneo sarebbe più pericoloso e si preferisce praticare il cesareo perché è più vantaggioso per la salute della donna rispetto ai rischi certi che comporterebbe un parto spontaneo in quelle particolari condizioni.

Quali sono i casi in cui si ricorre al cosiddetto cesareo d’elezione?

La placenta previa è la più grave, le più comuni sono invece la presentazione podalica e una macrosomia fetale, ovvero un bambino troppo grande, generalmente oltre il 4-4.5Kg in una donna con il bacino piccolo.

In quali casi, invece, si parla propriamente di parto d’urgenza?

Al di là del termine che può far sospettare che ci sia un pericolo, in realtà la maggior parte dei cesarei d’urgenza sono quelli che corrispondono a un’indicazione che interviene durante il travaglio. Questo significa che non necessariamente c’è un pericolo.

La differenza sostanziale tra un cesareo in elezione e uno in urgenza è che il primo era programmato, ovvero si era già consapevoli che quello sarebbe stata la modalità di parto, mentre il cesareo d’urgenza è quello che avviene per cambiamenti non prevedibili. Può capitare che il bambino durante il travaglio dia segni di sofferenza o anche più semplicemente di ridotta energia; in questi casi il parto spontaneo non sarebbe più sicuro e il parto cesareo rappresenta in queste condizioni la scelta più vantaggiosa.

Come si effettua un cesareo d’urgenza

Ci sono differenze tra un cesareo d’elezione, quindi programmato, e uno d’urgenza?

Le modalità, sia anestesiologiche sia proprie dell’intervento, sono le stesse. Un parto cesareo in elezione e uno in urgenza vengono svolti allo stesso modo.

L’unica eccezione è quella dei cosiddetti cesarei in emergenza, ovvero quando improvvisamente le condizioni diventano molto gravi e il chirurgo e l’anestesista cercheranno di intervenire e risolvere le criticità emerse il prima possibile in relazione all’emergenza che si è creata.

In questi casi vi è quindi una valutazione medica del professionista che sta seguendo quel parto che preferirà questa o quella procedura o manovra allo scopo, secondo la sua coscienza e competenza, di tutelare sia la donna che il bambino.

Il parto cesareo d’emergenza è quindi quello che si pratica a seguito di una situazione che è evoluta negativamente nel corso del travaglio o che giunga in ospedale già in condizioni di emergenza.

Cesareo d’urgenza: il post-parto

Dottor Lanzi, ci sono invece conseguenze o cambiamenti per quel che riguarda il post parto a seguito di un taglio cesareo d’urgenza?

Il post parto dopo un intervento chirurgico è più impegnativo. Nel parto spontaneo una donna dopo un paio d’ore di controllo se è tutto regolare può ricevere visite, deambula e va in bagno regolarmente, mentre nel caso di un cesareo bisogna seguire un post operatorio relativo a un intervento di media portata; c’è una vera e propria convalescenza.

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