Padova, la Procura potrebbe annullare la genitorialità alle madri non biologiche di 33 bambini

A essere coinvolti sono i figli di coppie omogenitoriali nati dal 2017 a oggi grazie alla PMA. Il sindaco della città veneta, Sergio Giordani, ha preso posizione: "I bambini vengano prima di tutto".

La presa di posizione dell’Unione Europea, che ha condannato l’Italia invitando a registrare i figli di coppie gay, non sembra essere servita. Ora è la Procura di Padova a rivolgersi all’amministrazione comunale e a chiedere gli atti di iscrizione all’anagrafe di tutti i figli e le figlie di due mamme nati grazie alla PMA. Il Tribunale dovrà quindi prendere in esame la situazione di 33 casi, a partire dal 2017 a oggi, ovvero da quando l’amministrazione di centrosinistra ha scelto questa strada. Non si esclude che possa essere annullata la genitorialità alle madri non biologiche rendendo così nulla la firma sull’atto da parte del sindaco Sergio Giordani.

Il primo cittadino ha voluto difendere il suo operato dopo essere venuto a conoscenza della decisione da Valeria Sanzari, procuratore aggiunto di Padova, sottolineando come sia importante innanzitutto tutelare interessi e diritti dei bambini: “Come sindaco ho agito nell’esclusivo interesse dei bambini e dei loro diritti fondamentali. Ribadisco che ritengo sia un mio dovere – sono le parole di Giordani in una nota ufficiale – I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni. Evitare per loro discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori Costituzionali”.

L’amministrazione di centrosinistra appare compatta, ma non sono mancati i sostegni anche da parte di alcuni esponenti di centrodestra, a conferma di come questo modo di agire vada al di là del colore politico. Tra i primi a manifestare appoggio al collega padovano c’è stato il sindaco di Treviso, Mario Conte.

Giordani è convinto sia importante muoversi in tempi brevi per cercare di colmare quello che al momento rappresenta un vuoto legislativo importante: “Con moltissimi sindaci di vari schieramenti chiediamo alla politica e al Parlamento di agire con urgenza, oltre ogni ideologia. Ho massimo rispetto del lavoro della Procura, che agisce nelle sue funzioni, alla quale abbiamo sempre inviato gli atti delle iscrizioni dal 2017 ad oggi. La domanda semmai è: per quanto tempo il Parlamento eviterà di legiferare su un tema così delicato che nella società è notoriamente presente e che la attraversa nel concreto da molti anni? Girarsi dall’altra parte significa evitare di vedere la realtà, magari accettando il fatto che bambine e bambini cresciuti per anni con due genitori si vedano togliere a causa di leggi contraddittorie e vuoti normativi questo fondamentale e intimo aspetto della loro stessa esistenza, con tutti i traumi e le discriminazioni connesse a questa eventualità”.

A esprimersi in difesa dei bambini figli di coppie omogenitoriali (sarebbe cancellato il nome di uno dei genitori dal certificato di nascita) è anche il deputato PD Alessandro Zan: “Mi auguro che non vengano impugnate, un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore. Torno a ribadire l’urgenza di una legge; ci sono famiglie consolidate con figli che oggi rischiano di perdere uno dei genitori. Lo Stato deve tutelare tutte le famiglie e non accanirsi su diritti dei bambini per punire i genitori”.

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