Il momento in cui un bambino inizia ad andare all’asilo nido è una tappa importante della sua crescita; tuttavia, può creare qualche apprensione nei genitori.

Ecco i consigli per scegliere il nido giusto e un inserimento graduale del bambino.

Asilo nido: come sceglierlo?

L’asilo nido rappresenta il primo ambiente che un bambino conosce senza i genitori. Per molte mamme l’inserimento al nido coincide col rientro al lavoro dopo il congedo di maternità. Si tratta senza dubbio di un momento delicato ed emozionante per tutti, e proprio per questo bisogna avere qualche piccolo accorgimento, a partire dalla scelta della struttura, che va fatta con cura, in base alle proprie particolari esigenze.

Come fare a selezionare la struttura a cui affidare il proprio bambino? È utile, innanzitutto, confrontare diverse scuole della zona per capire cosa possono offrire, e quali sono i loro punti di forza. Per qualsiasi dubbio (per esempio, molti asili non ammettono il ciuccio o il doudou), è opportuno rivolgersi alle educatrici.

Sono proprio le educatrici le prime persone con cui bisogna ricercare un rapporto improntato sulla fiducia e la collaborazione. Se i genitori sono sereni e si fidano di chi si prenderà cura del loro bambino, trasmetteranno questa serenità al bambino stesso. Un ulteriore aspetto importante di cui si deve tenere conto per la scelta riguarda gli aspetti logistici e più pratici, come orari, distanza da casa, mensa e costo della retta.

A chi è rivolto l’asilo nido?

L’asilo nido è rivolto ai bambini che hanno dai 3 mesi ai 3 anni (al massimo). A partire dai 3 anni in su, infatti, si passa alla scuola dell’infanzia (3-6 anni). Il nido non è obbligatorio, ma può essere di grande aiuto per i genitori che lavorano, specialmente per coloro che non hanno parenti o nonni su cui poter contare.

Iscrizione e bonus

Per poter iscrivere il proprio figlio al nido, il bambino deve aver compiuto 3 mesi e non può avere più di 3 anni (quando è già pronto per la scuola dell’infanzia). Se si ha necessità, la domanda può essere presentata prima del compimento dei 3 mesi (è bene mettere in conto una lista e un tempo d’attesa).

Oltre al bonus mamma, esiste un bonus per l’asilo nido. Dallo scorso gennaio è attiva la procedura telematica consultabile sul sito dell’INPS che consente l’inserimento delle domande di richiesta del bonus nido per il 2020. Pochi mesi fa, la legge 160 del 27 dicembre 2019 ha aumentato il contributo per il pagamento di rette di asili nido, pubblici e privati, fino a un massimo di 3.000 euro all’anno (in base all’ISEE).

Asilo nido: le attività

Solitamente, all’interno della struttura i bambini sono divisi per età. Quelli piccoli vanno dai 3 mesi fino a 1 anno; la fascia centrale è formata dai bambini da 1 a 2 anni, e i grandi sono quelli da 2 a 3 anni. Per conoscere in dettaglio le attività e i giochi proposti dall’asilo che si è scelto, è opportuno rivolgersi direttamente alla struttura e alle educatrici dei bambini.

In generale, in tutti gli asili nido i bambini vengono aiutati a svolgere le attività quotidiane di cui hanno bisogno: fanno merenda, vanno al bagno, vengono cambiati e dopo pranzo si lavano i denti e fanno il riposino pomeridiano. Per il tempo restante, sono previste attività di gioco con le educatrici, giochi all’aria aperta e lettura di fiabe.

3 consigli per il primo inserimento

Per un bambino il distacco dalla mamma può essere traumatico anche all’inizio della scuola materna; per questo motivo, bisogna fare ancora più attenzione quando il bambino è ancora più piccolo e deve inserirsi per la prima volta all’asilo nido. Per rendere il distacco più dolce, è opportuno impiegare un primo periodo di tempo che serve a farlo ambientare gradualmente.

Questo periodo varia da qualche giorno fino a qualche settimana, a seconda dell’età e di come risponde il bambino. Secondo gli esperti non esiste un’età giusta per il primo inserimento al nido, ma bisognerebbe aspettare quanto più tempo possibile (idealmente fino a un anno e mezzo, quando il bambino è più autonomo). Ecco alcuni consigli per facilitare questo passaggio.

1. No ai sensi di colpa

L’inserimento al nido rappresenta a tutti gli effetti il primo momento di reale distacco dalla mamma; un momento delicato per il bambino ma anche per la mamma, che potrebbe caricarsi di qualche apprensione di troppo. Per questo motivo, è consigliabile innanzitutto eliminare ogni eventuale sensazione di senso di colpa da parte della mamma.

Un aiuto in questo senso potrebbe essere ricordare a se stesse che la frequentazione del nido, se vissuta in modo sereno, rappresenta un’opportunità per il bambino, che si abituerà sin dalla primissima infanzia a entrare in relazione con persone al di fuori del nucleo familiare. Il bambino, se ben guidato, riceverà tanti stimoli utili per il suo sviluppo fisico, emozionale e cognitivo; per esempio, attraverso attività come quella del gioco euristico.

2. Darsi tempo e avere pazienza

Ogni bambino reagirà diversamente rispetto al primo inserimento al nido. Sicuramente, tutti i bambini hanno bisogno di un certo periodo di tempo per ambientarsi, che renderà meno traumatica e più dolce la separazione dalla mamma.

La quantità di tempo varia a seconda del bambino e dell’età; infatti i bambini più piccoli (di pochi mesi) avranno più facilità a staccarsi rispetto a un bambino di un anno o due. In generale, il primo inserimento si completa in poche settimane, al termine delle quali il bambino sarà in grado di frequentare il nido a tempo pieno, pranzando e riposando lì dopo pranzo.

Non bisogna scoraggiarsi se il bambino manifesta delle difficoltà all’inizio: bisogna ricordare a se stesse di avere un po’ di pazienza! Nella maggior parte dei casi basta solo aspettare: col tempo, il bambino si abituerà e si ambienterà alla perfezione.

3. Farsi aiutare

Può capitare che il primo inserimento provochi stress e apprensione nei genitori e in particolare nelle mamme, o che i tempi che si erano previsti si allunghino. In questo caso è consigliabile che i genitori, oltre ad alternarsi nell’accompagnare il bambino a scuola, chiedano anche un aiuto pratico a eventuali nonni, zii, o alla tata.

Questo approccio diverso può portare a risultati positivi per un più facile inserimento e per la serenità del bambino stesso. Una maggiore ansia da parte della propria mamma infatti viene sempre avvertita; il bambino si sentirà più tranquillo e sereno quando viene accompagnato da un’altra persona meno coinvolta emotivamente.

Le alternative all’asilo nido

Specialmente negli ultimi anni, al classico asilo nido si sono affiancate delle soluzioni alternative di asilo, ognuno con particolari caratteristiche, come il nido famiglia, la ludoteca, la Tagestmutter, il micronido e gli spazi di coworking.

Esistono anche degli asili autogestiti che si possono trovare in diverse città italiane, come Milano e Reggio Emilia.

Seguici anche su Google News!
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Categorie

  • Bambino (1-6 anni)