La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa e autoimmune, caratterizzata da una risposta anomala delle difese immunitarie diretta contro alcuni componenti del sistema nervoso centrale, che vengono scambiati per agenti estranei. È una malattia cronica che prevede diversi approcci terapeutici ma, attualmente, ancora nessuna cura definitiva.

La sclerosi multipla è più comunemente diagnosticata tra i 20 e i 40 anni e ad essere colpite sono soprattutto le donne. Cosa succede allora se una paziente desidera una gravidanza? Vi sono controindicazioni? Quali complicanze possono esserci? Ne abbiamo parlato con il dottor Ettore Cabiati, Medico Chirurgo, Specialista in Ostetricia e Ginecologia.

È possibile programmare una gravidanza con la sclerosi multipla?

Grazie ai progressi della ricerca, l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da sclerosi multipla è poco dissimile da quella di chi non ne soffre, e anche la qualità è buona. Abbiamo perciò chiesto al dottor Cabiati di parlarci del rapporto tra gravidanza e sclerosi multipla e, come prima cosa, ci ha spiegato che la malattia non impedisce di essere mamma:

La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare i nervi ottici, il cervelletto e il midollo spinale. Non compromette quindi la fertilità. Tuttavia, le pazienti che desiderano avere un figlio dovrebbero prima consultare il proprio neurologo e il proprio ginecologo, in maniera tale da programmare la gravidanza in un periodo di remissione.

Si corre il rischio di trasmettere la malattia al figlio?

La sclerosi multipla non è una malattia ereditaria, esiste una predisposizione genetica, ma occorrono anche fattori ambientali affinché si manifesti. Il 90% delle volte sono sporadici i casi di sclerosi multipla all’interno di uno stesso nucleo familiare. Esiste però un 10% di famiglie in cui si riscontrano più soggetti colpiti: in questi casi è opportuna una consulenza genetica prima di programmare una gravidanza.

Sclerosi multipla e gravidanza: a cosa fare attenzione?

La gravidanza è un periodo bello ma delicato per tutte le future mamme. Per quelle affette da sclerosi multipla lo è ancora di più?

Durante la gravidanza le pazienti potrebbero avvertire maggiormente senso di affaticamento. Inoltre, alcuni sintomi, come la difficoltà nel camminare e i disturbi dell’equilibrio, potrebbero peggiorare. Non vi è però un aumentato rischio di aborto o di morte in utero rispetto alle gravidanze senza malattia.

È necessario sospendere il trattamento in previsione di una gravidanza?

Programmare la gravidanza in un periodo di remissione permette di sospendere i farmaci qualche tempo prima: per l’interferone sono circa quattro settimane, un poco di più per gli immunomodulanti più recenti. Tuttavia, poiché nelle prime settimane di gravidanza non sono state dimostrate anomalie nel feto legate all’uso di questi farmaci, se una donna dovesse scoprire di essere incinta prima di sospendere il trattamento, è ancora in tempo per farlo. Durante la gravidanza, in genere, si hanno meno ricadute, specialmente nel secondo e terzo trimestre e in caso di riacutizzazione si possono usare farmaci steroidei.

Sclerosi multipla e gravidanza: parto e post-parto

Trascorsi i nove mesi di gestazione, ci sono indicazioni specifiche da seguire al momento del parto?

No, nelle donne con sclerosi multipla che si apprestano a partorire non vi è un’indicazione specifica al parto con taglio cesareo, piuttosto che a quello naturale. Sarà il ginecologo a deciderne la modalità in base a motivazioni prettamente ostetriche.

E per quanto riguarda il periodo post-parto?

Per quanto riguarda l’allattamento, sebbene non causi un aumento di disabilità, va considerato in base alla necessità o meno di somministrare farmaci alla neomamma: i farmaci passano nel latte e potrebbero essere nocivi per il neonato. Occorre valutare caso per caso quando riprendere la terapia, in base alle caratteristiche stesse della malattia. Nei primi sei mesi dal parto sono più frequenti le ricadute, circa due volte in più rispetto al periodo pregravidico, probabilmente a causa del nuovo assetto ormonale che incide anche sul sistema immunitario. Va considerata pure la stanchezza propria della malattia, che aumenta dopo la gravidanza perché la mamma deve accudire il bambino. Proprio tenendo conto di quest’ultimo aspetto, quando si programma una gravidanza, sarebbe opportuno valutare anche un fattivo supporto fisico, oltre che psicologico, alla neomamma.

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