Medicine ai bambini: le cose da sapere per non sbagliare

Lattanti, bambini e adolescenti mostrano una risposta differente ai farmaci a causa delle differenze di metabolizzazione e assorbimento. È dunque importante valutare bene, in base all’età dei giovani pazienti, cosa somministrare, sempre sotto stretto parere del pediatra.

Quando si parla di medicine e bambini, è necessario essere perfettamente informati, per evitare di somministrare farmaci non idonei.

L’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco, ha evidenziato che la destinazione dei medicinali in età pediatrica è spesso errata. Ciò accade perché non sono state fatte sufficienti indagini che mettano in correlazione l’uso razionale dei farmaci e i bambini. In mancanza di dati certi si somministrano ai bimbi i farmaci per gli adulti ma in dosaggi più bassi.

In questo modo si considera ogni singolo membro della popolazione pediatrica un “piccolo adulto” ma è errato. Come sottolinea l’AIFA

Non tutti i farmaci utilizzati in ambito pediatrico, infatti, hanno la stessa identica risposta in lattanti, bambini e adolescenti, a causa delle differenze di metabolizzazione e assorbimento degli stessi e dei diversi processi di crescita. Al momento della somministrazione, quindi, deve essere posta molta attenzione alla scelta dei medicinali e ai rispettivi dosaggi, da valutare in base alle età dei giovani pazienti.

Medicine e bambini: le precauzioni

La Società Italiana di Pediatria e l’AIFA hanno, tra i loro obiettivi, quello di sensibilizzare e responsabilizzare al corretto uso delle medicine nei bambini. Tra i farmaci disponibili in commercio ce ne sono effettivamente pochi approvati per i più piccoli. Sottolinea l’Agenzia Italiana del Farmaco:

L’uso dei farmaci non specificamente approvati per età pediatrica è di tipo “off-label” (ovvero al di fuori delle indicazioni terapeutiche approvate) e potenzialmente può generare problemi nei piccoli pazienti.

Le medicine off label sono state sperimentate sugli adulti e, in seguito, adattate con dosaggi inferiori ai bambini. Il criterio di “adattamento” è basato principalmente sul peso corporeo. Sempre AIFA riporta:

La percentuale dei farmaci per l’età pediatrica su cui sono state effettuate sperimentazioni è ancora inferiore al 50%: ciò significa un utilizzo nel bambino off-label, ovvero con dosaggi, indicazioni e formulazioni non specificamente provate per l’età pediatrica.

E allora cosa fare? Di fronte a una carente informazione sul corretto utilizzo delle medicine nei bambini è sempre importante rivolgersi al pediatra. È fondamentale evitare il fai da te e somministrare ai più piccoli i farmaci degli adulti, magari dimezzando il dosaggio.

Iuliana

chiede:

“Bambini e adolescenti – ricorda ancora l’AIFA – non sono adulti in miniatura. Per la loro salute, il senso della misura non basta”. Per quanto riguarda i lattanti, interviene la SIP: il fegato dei neonati, in particolar modo quello dei prematuri, ha una scarsa capacità di eliminare i farmaci e la funzione renale è ancora immatura.

Considerata la scarsità di informazioni sui medicinali, è importante fare ricerca e condurre sperimentazioni. Solo gli studi clinici condotti direttamente sulla giovane popolazione possono garantire la sicurezza e l’efficacia dei farmaci studiati appositamente per i piccoli.

Quali medicine si possono somministrare?

Le medicine che si possono somministrare ai bambini sono poche e tutte devono essere indicate dal proprio pediatra.

Sul foglietto illustrativo della medicina, e in genere anche sulla confezione esterna, deve essere chiaramente indicato che il farmaco è adatto per i bambini.

Per capire quali medicine dare ai bambini, è utile l’approfondimento multimediale realizzato dall’Istituto per la salute dell’Ospedale Bambino Gesù.

Tra quelli che si possono somministrare ci sono gli antifebbrili-antipiretici, che servono a ridurre il malessere quando la febbre è molto alta: paracetamolo e ibuprofene; due antipiretici regolamentati per l’uso pediatrico. Per utilizzarli, bisogna calcolare il dosaggio in base al peso e mai all’età dei bambini.

Gli antibiotici servono a ridurre o bloccare del tutto la crescita dei batteri. Per poter somministrare il farmaco giusto, bisogna rivolgersi al pediatra che dovrà innanzitutto valutare il tipo di infezione e poi indicare il dosaggio adeguato.

Anonimo

chiede:
risponde

I cortisonici (inalatori o aerosol, in crema, in compresse) sono invece utili per il trattamento di varie patologie, quali asma, broncospasmo e allergie.

La somministrazione di farmaci tramite aerosol, come ricorda il documento dell’Ospedale Bambin Gesù, non è indicata nel caso di otiti o raffreddori, o per curare la tosse se il pediatra non indica la presenza di broncospasmi.

Può essere invece utile nel trattamento della laringite acuta o di infezioni virali alle alte vie respiratorie.

Fermenti lattici e probiotici possono essere somministrati e sono utili anche nei neonati prematuri per la prevenzione di possibili malattie intestinali e infezioni.

Quali medicine è meglio non somministrare?

Tutti i farmaci non citati precedentemente non possono essere somministrati ai bambini se non sotto stretto controllo medico. In alcuni casi, infatti, il pediatra e lo specialista potranno predisporre un trattamento con medicinali studiati e approvati per gli adulti “aggiustando” i dosaggi.

Tra quelli vietati dall’AIFA c’è l’aspirina, che fa parte della famiglia salicilati dei FANS – Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei. Il rischio conseguente all’assunzione dell’acido acetilsalicilico è di poter sviluppare la sindrome di Reye, una malattia grave che colpisce il fegato.

La codeina serve per il trattamento di tosse e raffreddore ma è stata vietata nei bambini con meno di 12 anni.

Per i bambini sotto i 2 anni l’Aifa raccomanda di non somministrare i mucolitici. Inoltre, non si devono somministrare le proprie medicine personali, anche riducendo i dosaggi, i farmaci non sperimentati per l’età pediatrica, quelli conservati male e scaduti.

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