Anonimo

chiede:

Gentilissima dott.ssa Massoli, qualche mese fa le scrivevo di aver paura di non
riuscire mai ad avere un figlio
. La sua frase mi colpì tanto “Se ci
saranno dei problemi, probabilmente ci saranno anche delle soluzioni
mediche. Davvero il mio invito più caldo è quello di accettare questo
tempo che suo figlio si prende
per venire da lei”. Le sue parole mi hanno aiutato tanto in quel
periodo. Dopo un anno di tentativi abbiamo iniziato alcune analisi. 2
giorni fa le risposte dello spermiogramma: “Assenza di spermatozoi”. Mio marito ha 34 anni ed è un brav’uomo, ci amiamo tanto ed io non lo lascerò
mai perché siamo una coppia unita, solida, innamorata. Scusi la
presunzione, ma non lo meritavamo. Non so se ci saranno soluzioni, tra
l’altro lui non è così “a favore” all’idea di interventi chirurgici anche
se desidera un figlio. Lo farebbe si, ma per me. Dentro di me ho un dolore
atroce. Io che amo i bambini, che amo giocare con loro e potrei dargli
tutto l’amore del mondo. Io che pregavo ogni sera e credevo a qualcosa di
più grande. Io che il mio gioco preferito era “Mamma e figlio”. Io non
riesco a dare un senso. Ho sempre difeso la mia fede, ma adesso, se provo a
credere, penso che mi abbia fatto una cosa atroce. Scusi se mi dilungo, ma
non so esprimere il mio dolore, ancora non me ne rendo conto. È come se
Dio ci avesse negato anche una speranza. Lei ha figli dottoressa? Io mi
sento a lutto. Chissà se avrà ancora delle parole che mi aiutino a non
piangere come voler cacciare questo dolore, appena lui non mi vede (non
voglio provocargli ancora più dolore). Lo so, non può lenire il mio dolore,
ma forse lei, con le parole giuste, può aiutarmi ad assorbirlo.

Non sa quanto vorrei avere sempre le parole giuste al momento giusto,
ammesso che le parole possano sempre curare tutte le ferite dell’anima. Sì,
ho figli. E più di una volta mi sono chiesta come mi sarei sentita se quei
figli, desiderati, cercati e arrivati dopo poca attesa, avessero invece
tardato, anni, tradendo il mio ottimismo e la sicurezza con cui affrontavo
il mio progetto di maternità, la irragionevole e saccente sicurezza che a me
non sarebbe successo di “fallire”, di non essere madre. E ho capito che, se
ciò fosse successo, mi sarei sentita in lutto, e inferocita con il mondo e
con un destino beffardo che aveva tradito me ed i miei sogni. Non ricacci
indietro le sue lacrime, le faccia sgorgare, libere, sono le lacrime di una
madre, di una donna che si sente madre ma che, ad oggi, non ha ancora il suo
bambino tra le braccia da accudire, e per questo sente un vuoto enorme. Ciò
che prova è non solo normale, ma doveroso. Il senso di tradimento, di vuoto,
di lutto, è ciò che accompagna la scoperta di un sogno infranto, la
consapevolezza che il nostro progetto di vita non sta andando come volevamo.
Capisco le sue remore a piangere davanti a suo marito, la paura che lui
scambi quelle lacrime di lutto per un atto di accusa nei suoi confronti. Ma
probabilmente anche lui dentro ha un mare di lacrime da piangere, e forse
insieme a lei riuscirebbe meglio a farle uscire. Immagino la sofferenza di
suo marito, il suo sentirsi tradito dal suo corpo, la paura, forse, di
perderla perché non può darle il dono più grande che lei poteva chiedergli,
un figlio appunto.
Questo è il momento delle lacrime, ogni lutto ha bisogno dei suoi tempi e
dei suoi riti per essere celebrato. Il sogno così come lo avevate
immaginato, una notte d’amore, un test di gravidanza, un fiocco alla porta
nove mesi dopo, forse non si realizzerà in questo modo. Forse si realizzerà
comunque, grazie alle tecniche di fecondazione, o con l’adozione, ma è
troppo presto per pensare a questo. È tempo di metabolizzare la notizia,
piangere un sogno che pare infranto, tradito, ricompattare l’unione tra lei
e suo marito attraverso questa esperienza che vi renderà più uniti e più
forti di prima, vi auguro, domani, quando quelle lacrime che oggi paiono
senza un termine, inconsolabili, finiranno, allora e solo allora
riprenderete in mano quel sogno e, se vorrete, proverete a vedere se ci sono
modi alternativi per far sì che un giorno lei e suo marito appendiate alla
vostra porta il vostro fiocco. Non ci si può riempire di qualcosa finché non
ci si è svuotati, non si può pensare alle soluzioni alternative finché non
si è pianto tutte le lacrime che ci riempiono il cuore di tristezza.
Un abbraccio

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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