Anonimo

chiede:

Bimbo di 4 anni, pochi contatti con i bimbi perché mentre lavoro stava con i nonni. A 3 anni difficile inserimento (a metà anno grazie a un ritiro) nella materna (portato a forza, urlava a lungo piangendo “voglio andare a casa mia, per favore!”), dopo aver visto che in ludoteca era infastidito fisicamente dall’occupazione del SUO spazio da parte dei bimbi. Ha bisogno di governare le situazioni e di sentirsi sicuro = osserva e verbalizza molto anche se è molto attivo fisicamente, parla con disinvoltura con gli adulti e da alcuni mesi anche con i bimbi, con i quali al parco gioca. Non è aggressivo. Le maestre lo descrivono buonissimo (anche se ha un carattere deciso e gli altri bimbi tendono a copiarlo, mentre lui osserva, ma non imita). Alla materna parla a bassa voce solo se coinvolto dalle maestre e non partecipa ai giochi, ma girovaga osservando, è sereno e mai ostile, a volte sorride pensando ai suoi fatti. In sintesi: sembra in prestito. A casa non gioca più con i giocattoli in senso proprio, ma fa molto gioco simbolico, canta, suona, parla continuamente, adora la musica da grandi. Impara in fretta, è molto precoce nel disegno, sa contare, leggere e scrivere, ma adora giocare a dire per es. l’inverso del numero che ha scritto o a dire che una cosa gialle è verde, ecc. secondo me per il bisogno di dominare associato a quello di fare il birichino, inoltre non è quasi mai di quei bimbi che vogliono le cose sempre nel medesimo modo, è molto elastico e simpatico. Le maestre che lo vedono vagare e non immagina no cosa gli passa per la testa per es. quando mischia i colori e produce macchie (= sta dipingendo le nazioni), insistono nel consigliarci psicomotricità, mentre noi pensiamo solo che si tratti di lasciargli il tempo di ambientarsi. Anche noi genitori abbiamo vissuto in alcune fasi della scuola momenti di estraneità all’ambiente. Lo consideriamo molto dotato a livello cognitivo, ma con difficoltà relazionali che si colmeranno dandogli maggiori occasioni, visto che ha fatto enormi progressi in poco tempo. Fino a pochi mesi fa, parlava in seconda persona e non ci chiamava direttamente. Ora si rivolge a noi normalmente ed ha raggiunto l’autonomia prevista (= da mesi via pannolino anche di notte ecc). Da tempo si addormenta da solo, nella sua camera, si veste, sveste. Non sente il bisogno di mangiare e così spesso lo imbocchiamo, ma sta migliorando e comunque mangia di tutto (a casa è bravino, a scuola non gli piace la pappa perché non gradisce pizza, sugo di pomodoro, patate lesse, ecc). È sempre stato molto comunicativo e non ho mai avuto dubbi che fosse normale, penso solo che sia un po’ più avanti in certi aspetti e più indietro in altri che non lo interessavano ancora per scarsità di occasioni, ma vorremmo un conforto da un esperto come Lei.

I bambini che alla materna, soprattutto il primo anno, stanno più a guardare che partecipare non sono rari, anzi. Ognuno di noi, in una situazione nuova, ha prima bisogno di osservare che succede, come funziona, se ci sono delle minacce nell’ambiente, e poi, quando sente di potersi destreggiare nella situazione, si inserisce. Per un bambino vissuto sempre tra adulti nella protezione dell’ambiente casalingo ovviamente può essere più faticoso imparare a capire come funziona il confronto con il gruppo dei pari. Inoltre, ogni bambino ha il suo tempo per la socializzazione. La scuola materna inizia a 3 anni, perché a questa età GENERALMENTE i bambini iniziano ad uscire dal rapporto diadico con la madre ed il padre e inizia a sviluppare la curiosità per la socializzazione all’esterno. Ma non tutti i bambini sono pronti a 3 anni. Questa può essere la spiegazione del comportamento di suo figlio. Per quanto riguarda le altre osservazioni che mi riporta su suo figlio, non mi sento di esprimermi perché dovrei vedere il bambino, Ma da una parte mi fido del vostro giudizio di genitori, mi sembra che abbiate una visione molto chiara delle capacità e delle caratteristiche del vostro bambino. A volte le maestre possono essere più allarmiste di quello che necessiterebbe. Ma va anche detto che hanno una visione del bambino in un contesto diverso da quello della famiglia, in cui possono vedere il bambino in altre competenze e situazioni, ed hanno anche molta esperienza e competenza in materia, stando ogni giorno con una ventina di bambini diversi. Insomma, se le maestre comunque vi hanno messo il dubbio che vostro figlio possa giovare di una attività come la psicomotricità, nel dubbio io personalmente la farei fare a mio figlio. Non è un giudizio sul vostro bambino, quello che le maestre vi hanno espresso, ma una occasione di cura dei suoi bisogni, e una proposta di un’attività che, anche in assenza di bisogni speciali, è estremamente utile e stimolante per tutti i bambini. Insomma, che vostro figlio abbia qualche difficoltà come dicono le maestre, o no, la psicomotricità è un’attività estremamente positiva e importante. In alcune scuole materne viene svolta regolarmente nell’orario come attività. Se vostro figlio, come probabilmente sarà, non ha bisogno di aiuti particolari perché quello che notano le maestre è solo una fase di crescita del bambino, fare psicomotricità significa svolgere un’attività molto diffusa tra i bambini della fascia di età 3-5, quando ancora è presto per iniziare la maggior parte degli sport.
Cordiali saluti

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

Fai la tua domanda Tutte le domande
Ti è stato utile?
Non ci sono ancora voti.
Attendere prego...

Specializzazione

  • Psicologo