Anonimo

chiede:

Salve, sono una mamma di 35 anni e il mio piccolo di due anni sta
mettendo a dura prova la capacità di sopportazione nostra e dei nonni
che lo accudiscono.
Fin dall’inizio ha mostrato il suo caratterino, è allegro, simpatico e
vivace, ma ultimamente sta diventando sempre più difficile gestirlo:
rifiuto totale e continuo di ogni attività proposta, atteggiamenti
ribelli, giochi pericolosi, dispetti e perfino atteggiamenti
violenti,che ancora ovviamente lui non percepisce come tali, verso di
noi e i nonni, ma con gli altri bambini è un agnellino, addirittura
sembra timido. Siamo tutti consapevoli che è una fase della sua
crescita, che fa i dispetti per attirare la nostra attenzione, ma ciò
che ci preoccupa è che non sappiamo come affrontarlo, come reagire? non
è sempre facile, soprattutto per noi genitori, mantenere l’equilibrio e
la calma, a volte ci lasciamo andare a qualche, inutile, sculacciata di
troppo, di cui ci pentiamo amaramente subito dopo… tra qualche mese
andrà al nido, nella speranza che questa sua esuberanza possa trovare
sfogo in giochi più adatti a lui… come imparare a essere più
“distaccati” dalle sue continue marachelle? E quindi instaurare in
famiglia un clima più sereno? Grazie

Cara Daniela, come lei stessa dice, si tratta di una fase ahimè (per i
genitori) inevitabile. Non è solo la fase dei no, è il periodo di sviluppo
psicologico nel quale il bambino inizia a usare la parola Io, e a
consolidare nella sua mente l’idea che egli esiste, che c’è un Io
indipendente dalle figure genitoriali, soprattutto dalla madre, da cui è
stato completamente dipendente per lungo tempo. Lo è ancora, ovviamente, per
molti aspetti, ma a due anni inizia a prendere anche consapevolezza delle
proprie potenzialità di indipendenza, e il bisogno psicologico che sottende
questo passaggio di sviluppo è l’autoaffermazione e la differenziazione
dalla madre e dagli altri adulti con cui ha avuto finora un legame più
stretto in termini di dipendenza. Non stupisce quindi che suo figlio sia un
agnellino, come dice lei, con gli altri bambini, perché il bisogno di
conflitto per separarsi e creare la propria identità autonoma è con i
genitori, non con i coetanei. L’asilo potrà portare via energie a suo
figlio, con le mille attività che svolgerà lì, ma non il bisogno di opporsi
per separarsi da lei e dalla sua famiglia. La serenità del clima familiare
andrà quindi trovata a prescindere dalle crisi oppositive di suo figlio, che
continueranno per un po’ perché si tratta di un bisogno fondamentale del
bambino, una fase che non è prevista come dispetto verso i genitori ma come
passaggio imprescindibile per la creazione dell’identità e dell’autonomia
psicologica del bambino. Quello che spesso consiglio è solo di limitare le
situazioni che già si sa possono provocare conflitti, che non vuol
assolutamente dire “darle vinte” a suo figlio, ma cercare ad esempio di
offrirgli un’alternativa, accanto al no per quello che lui vuole fare e che
non è possibile in quel momento avvallare. Accanto a questo, è importante
per i genitori non vivere queste crisi come una “persecuzione”, un dispetto
nei loro confronti, anche se è facile a volte vederla così (e sono i momenti
in cui la sculacciata parte incontrollata). Inoltre, i bambini sanno
benissimo scegliere in quali momenti ci mettono più in difficoltà, per cui
difficilmente faranno una scenata quando nessuno li può vedere tranne noi se
possono farlo al supermercato o in altre situazioni affollate in cui noi
genitori vorremmo sparire. Questo mette ancora di più a dura prova i nostri
nervi, ma il vedere questi momenti come un bisogno di vostro figlio e non
come un suo deliberato attacco alla vostra autorità e credibilità, un
dispetto, può esservi di aiuto per mantenere la calma e non essere travolti
dai sentimenti di impazienza, rabbia e frustrazione che spesso insorgono,
facendo degenerare le cose. Mantenete la calma, non datele vinte per
stanchezza, né cedete assolutamente su quei no che per voi sono
irrinunciabili, vostro figlio vi sta dicendo che vuole sperimentare la
propria autonomia ma vi chiede anche di dirgli fin dove può arrivare. E il
vostro No, forte e deciso, se lì per lì lo fa arrabbiare e frustrare, lo
rassicura anche molto perché gli serve per capire quali sono i suoi limiti e
le sue potenzialità, e che non lo lasciate solo di fronte a questa nuova
importante fase di scoperta del mondo.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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