Anonimo

chiede:

Buongiorno, le scrivo perché sono un po’ preoccupata per mio figlio. Ha 3 anni e ha iniziato quest’anno la scuola materna, dopo essere andato per due anni al nido. È un bambino molto vivace, vispo, un gran chiacchierone, sempre sorridente. Questo come lo vedo io a casa. La scorsa settimana ho fatto il colloquio con le maestre e mi hanno riferito che non socializza con gli altri bambini e anche con loro parla poco, mi hanno chiesto come si comporta a casa e io gli ho riferito che è esattamente il contrario: parla in continuazione, in qualsiasi gioco che fa vuole sempre coinvolgere me, il papà o i nonni… essendo figlio unico e non avendo amici con figli, gli unici bambini che frequenta sono quelli che vanno all’asilo con lui e io non lo vedo in queste occasioni. Non so cosa pensare: è solo timidezza? Deve ancora superare la fase fortemente egocentrica? O potrebbe essere qualcosa di più serio? Non so se ho dato tutte le informazioni per poter rispondere al mi quesito. In ogni caso la ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione

Dott. Ciro Gallone

risponde:

Gentile signora,
dalla situazione che mi ha riferito non ritengo si tratti di un problema di relazione.
Semplicemente il bambino, adattandosi all’ambiente nuovo, non riesce a interrelazionarsi con gli altri bambini proprio perché figlio unico e dunque abituato a confrontarsi soltanto con l’ambiente familiare. Se non è un bambino inspiegabilmente aggressivo, se il suo isolamento non è “patologico” (ossia ad esempio passa il tempo a fissare il muro), non risponde alle domande postegli in linea con l’argomento, non presenta stereotipie motorie e altri sintomi preoccupanti, starei ad osservare l’evoluzione della situazione e stimolerei il bambino ad interagire con gli altri bambini, quindi oltre a portarlo all’asilo, anche creando situazioni di confronto coi piccoli coetanei (attività ludiche, simil-sportive, partecipazione a festicciole coi piccoli compagni di scuola).
Cordiali saluti, e stia serena.

* Il consulto online è puramente orientativo e non sostituisce in alcun modo il parere del medico curante o dello specialista di riferimento

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