Giulia Lamarca è sempre stata un faro nell’oscurità di informazioni, tabù, stereotipi legate alla quotidianità delle persone con disabilità. Insieme al marito Andrea, che è suo compagno di viaggio (non solo metaforico, ma anche letterale), questa psicologa, formatrice aziendale, travel blogger e content creator ha sempre cercato di raccontare la disabilità con grande trasparenza, leggerezza e dolcezza. Per superare i limiti mentali che, spesso, incombono su chi osserva una persona disabile da fuori. Giulia Lamarca lo ha fatto anche con un bel libro, che si chiama Prometto che ti darò il mondo (DeAgostini), dedicato (anche) alla piccola Sophie, la bambina sua e di Andrea che ha visto la luce in uno degli ultimi giorni di settembre 2021.

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Un post condiviso da Giulia Lamarca (@_giulia_lamarca)

“Eccola qui!! 🥰🥰🥰
Non trovo le parole per descrivere l’emozione che proviamo. Sophie è qui, nata alle 10:34, 2,530 kg di dolcezza e tenerezza. Andrea dice che sembra di dare un bacino ad un marshmallow!!! Io sono riuscita a rimanere sveglia e mi sono davvero goduta la sua nascita.
Ha già un bel caratterino, appena sveglia ha afferrato l’aspiratore e non lo mollava più!
Penso che questo sia il più grande dei successi!!
Siamo finalmente in tre!!”

Sophie è stata molto desiderata, come si legge nei post che Giulia ha sempre pubblicato con grande onestà sul suo seguitissimo profilo Instagram. La gravidanza, svelata intorno al quinto mese ai suoi followers e poi  raccontata fino alla quarentesima settimana con il parto dietro l’angolo, ha contribuito a normalizzare il concetto che le persone con disabilità hanno sogni, desideri, opportunità e momenti no come tutti. Giulia fa attivismo con i fatti, mostrandosi per quella che è – con gli up e i down, con i successi e i fallimenti che si incontrano nella vita – mentre viaggia in giro per il mondo o se ne va a spasso per la sua Torino. Sfatare i miti sulla disabilità, cercando di normalizzarla il più possibile e di rendere più inclusivo il mondo nel quale le persone con disabilità si muovono, è fondamentale. Le parole di Giulia nel suo libro, nelle interviste, sul suo profilo Instagram, nei suoi video e i suoi reel, così come il bellissimo annuncio della nascita della piccola Sophie non fanno che portarci verso la giusta direzione rispetto a una corretta narrazione della disabilità. Per non metterla più in posizione opposta e contraria all’abilismo, per non perpetrare più il mito che vuole il disabile fragile, debole e “spento”, senza una vita.

Il percorso che ha fatto con Sophie nella pancia è speciale: non quello di una donna con disabilità in attesa di un bambino, ma quello – sereno e con un lieto fine dolcissimo –  di una donna in attesa di un bambino. Punto.

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