Conoscere il proprio corpo, con i suoi cambiamenti e caratteristiche, è sempre importante e diventa indispensabile per compiere scelte consapevoli nella sfera sessuale. Per le coppie che sono alla ricerca di una gravidanza (ma potenzialmente anche quelle che non la ricercano) esistono diversi metodi per cercare di capire quando la donna è fertile, ovvero quella fase in cui l’organismo femminile rilascia l’ovulo (ovulazione) che, incontrando lo spermatozoo presente nel liquido seminale maschile durante un rapporto non protetto, potrebbe portare alla fecondazione e, quindi, all’inizio della gravidanza.

Tra questi metodi c’è anche quello cosiddetto della misurazione della temperatura basale. Si tratta della misurazione della temperatura quando si è a riposo e, per quel che riguarda il tentativo di conoscere quando una donna è fertile, si tratta di un metodo semplice, non invasivo e naturale molto diffuso e, anche per questo, che richiede alcune importanti precisazioni.

L’attenzione verso la conoscenza dei giorni fertili è sempre molto elevata, anche considerando che solo nel 30% delle donne il periodo fertile cade nei giorni comunemente considerati fertili. Questo a causa di un’estrema variabilità che non può essere ignorata o sottovalutata e che, quando ci si approccia all’utilizzo di qualsiasi tipo di metodo, anche quello della temperatura basale, deve essere sempre considerato.

Per avere tutte le informazioni del caso sul funzionamento, caratteristiche, limiti e implicazioni del metodo della misurazione della temperatura basale abbiamo intervistato il Dottor Luca Zurzolo, specialista in ginecologia e ostetricia, che ci ha permesso di inquadrare meglio questo metodo, comprendendone le basi su cui si fonda ma anche le inevitabili criticità.

Cos’è la temperatura basale?

Dottor Zurzolo, perché vi è l’uso di misurare la temperatura basale in funzione dell’individuazione dei giorni fertili?

Esiste una correlazione tra la temperatura corporea e le fasi del ciclo mestruale. Il metodo della temperatura basale, ovvero della misurazione intermittente della temperatura a intervalli prestabiliti, permette di creare dei grafici grazie ai quali determinare quali sono i giorni fertili e i periodi non fertili.

Questa misurazione viene utilizzata sia come metodo contraccettivo naturale, quindi avendo l’accorgimento di avere rapporti nei giorni non fertili, sia come metodo per ottenere una gravidanza, avendo i rapporti nei giorni in cui si presume stia avvenendo l’ovulazione.

Come si misura la temperatura basale?

Cosa bisogna fare per misurare correttamente questa temperatura?

Si parte dal primo giorno del ciclo mestruale e si segna la temperatura rilevata in modo da ottenere un grafico preciso. Esistono comunque dei termometri specifici per il rilievo della temperatura basale che sono abbastanza accurati rispetto a quelli tradizionali per la misurazione della febbre.

Come vanno utilizzati i dispositivi che permettono di rilevare e monitorare la temperatura basale?

La via di misurazione può essere orale, rettale o vaginale, ma quella ritenuta più efficace è quella vaginale. L’importante è utilizzare sempre lo stesso termometro e misurare la temperatura sempre allo stesso orario.

Temperatura basale, ovulazione e concepimento

Quali sono i cambiamenti della temperatura basale che permettono di capire quando è in corso l’ovulazione e, quindi, è possibile il concepimento?

Di solito la temperatura nel momento in cui c’è l’ovulazione si innalza di circa un grado. Se, per fare un esempio, la donna ha una temperatura di 36°C, a causa del picco di progesterone la sua temperatura si alzerà a circa 37°C e da quel momento, per i tre giorni successivi, teoricamente si trova in un periodo fertile ed è quello in cui avere un rapporto se si vuole ottenere una gravidanza o, viceversa, evitarlo se non si sta cercando una gravidanza.

La temperatura basale in gravidanza

L’andamento della temperatura basale registrato su di un grafico ha un andamento oscillatorio che può essere bifasico, irregolare o trifasico. Il primo caso è quello che si verifica quando è avvenuta l’ovulazione, con una temperatura più bassa durante la fase follicolare e che poi, come detto, si alza successivamente nella fase luteale. Nel caso in cui la temperatura abbia un andamento incostante o si mantenga regolare per tutta la durata del ciclo mestruale, è probabile che il ciclo sia anovulatorio.

Se il concepimento è avvenuto e la gravidanza è quindi iniziata la temperatura basale è leggermente più alta rispetto al normale. Il grafico della misurazione della temperatura basale, quindi, si rivela distinto in tre fasi: una prima nella quale la temperatura è più bassa, una seconda in cui è avvenuto l’innalzamento e la terza in cui la temperatura non solo non si è abbassata, ma potrebbe subire un ulteriore leggero aumento. Per questo motivo se la temperatura rimane costante, o è lievemente maggiore rispetto al solito, sempre con tutti i limiti del caso, questo elemento può essere considerato come uno dei primi sintomi di gravidanza.

I fattori che influenzano la temperatura basale

Tutti i metodi per rilevare l’ovulazione sono imperfetti; quali sono i limiti di quello della misurazione della temperatura basale?

Bisogna tenere conto di tutta una serie di fattori che possono influenzare questa misurazione. L’assunzione di farmaci, così come uno stato influenzale, può modificare la temperatura corporea e inficiare il monitoraggio della temperatura basale.

Anche disturbi legati alla digestione, problemi di sonno, ma anche lo svolgimento di attività particolarmente faticose possono modificare la temperatura corporea, invalidando il monitoraggio per l’individuazione dei giorni fertili. La misurazione della temperatura basale può essere considerato un metodo attendibile sia per cercare una gravidanza che per evitarla?

Dal punto di vista scientifico questo metodo non ha un fondamento validato e accettato dalla comunità medica. Questo perché parliamo di un metodo assolutamente empirico, difficilmente riproducibile su tutte le donne con una particolare accuratezza e la temperatura è molto variabile da donna a donna, tanto che alcune donne non hanno questi aumenti di temperatura a seguito dell’ovulazione, senza dimenticare come i cicli anovulatori, ovvero quelli nei quali avviene la mestruazione ma nei quali non sappiamo se l’ovulazione è avvenuta o meno, non sono facilmente rilevabili, così come non è detto che evitando i tre giorni dell’ovulazione non si corra il rischio di avere comunque una gravidanza.

Possiamo dire che è un metodo molto diffuso perché tramandato nel corso del tempo, ma non rientra tra quelli suggeriti dal ginecologo né come metodo contraccettivo né per l’ottenimento della gravidanza.

Possiamo quindi concludere dicendo che come contraccettivo è assolutamente da evitare, mentre per la ricerca della gravidanza, seppur non il migliore, non ha particolari controindicazioni (se non l’eventuale fallimento). Che consigli possiamo dare a chi è alla ricerca di un metodo contraccettivo o di uno strumento utile per capire quando si è fertili?

Per la contraccezione restano fermi i consigli sull’utilizzo dei metodi di barriera o quelli ormonali, mentre per l’ottenimento della gravidanza è preferibile ricorrere al monitoraggio ecografico. Per questi casi, qualora non si volesse medicalizzare la ricerca di una gravidanza, il consiglio è quello di avere rapporti durante tutto il mese senza sottoporsi a test, calcoli o misurazioni di alcun tipo che, invece, determinerebbero solo un aumento del carico di stress nella coppia che non porterebbe nessun beneficio.

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  • Contraccezione