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Spesso (più di quanto si pensi) il ciclo mestruale può non portare, come dovrebbe accadere, all'ovulazione. Scopriamo cause e conseguenze sulla fertilità e la salute.
Tra le disfunzioni ovulatorie, come riportato dal Manuale MSD, rientrano i disturbi che interessano, appunto, l’ovulazione. Questa, infatti, può essere alterata, irregolare o anche assente. L’assenza di ovulazione prende il nome di ciclo anovulatorio.
L’anovulazione, come riportato dal Cleveland Clinic, è la condizione che si verifica quando l’ovulo non viene rilasciato dall’ovaio durante il ciclo mestruale. Dal punto di vista medico, come riportato su ScienceDirect, si ha un ciclo anovulatorio quando l’assenza di ovulazione si verifica in un contesto di bassi livelli di LH (ormone luteinizzante) e FSH (ormone follicolo-stimolante) associati a ridotti livelli di estrogeni.
Com’è facile intuire, l’assenza dell’ovulazione impedisce la possibilità di avere una gravidanza; tanto che il ciclo anovulatorio rappresenta circa il 25% dei casi di infertilità femminile (dati del Ministero della Salute).
È bene fin da subito chiarire che, nonostante le mestruazioni si verifichino solamente a seguito dell’espulsione di un ovulo non fecondato, anche in caso di ciclo anovulatorio si può sperimentare un sanguinamento (sanguinamento uterino anomalo, AUB).
Essendo diversi gli ormoni coinvolti nell’ovulazione sono tante le cause che possono determinare un ciclo anovulatorio. Tra i disturbi ormonali rientrano quelli che interessano l’ormone FSH, l’ormone LH e l’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) che sono gli ormoni direttamente responsabili dell’ovulazione.
In realtà anche quelli non direttamente coinvolti, come la prolattina e il testosterone, possono causare squilibri tali da condizionare l’ovulazione. Altri disturbi ormonali responsabili del ciclo anovulatorio sono: l’iperandrogenismo (alti livelli di androgeni), la disfunzione della ghiandola pituitaria (quella che si occupa della produzione degli ormoni LH e FSH), l’iperprolattinemia e l’ipotiroidismo.
Altre cause comuni di anovulazione sono la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), l’insufficienza ovarica precoce, l’obesità, l’assunzione di alcuni farmaci (come gli steroidi anabolizzanti) e i repentini cambiamenti di peso. Anche lo stress e lo stile di vita possono incidere sull’ovulazione.
In generale circa il 35% delle donne soffre di episodi di anovulazione (dati IVI Italia) e se sporadici o transitori possono non rappresentare un problema. Resta una condizione da monitorare nel caso in cui non si riesca a ottenere una gravidanza o quando i sintomi iniziano a essere seri e invalidanti e rappresentare il segno di una patologia sottostante da approfondire.
Molto dipende anche dall’età della donna e dalla fase della vita in cui si trova in quanto l’anovulazione è una condizione più frequente nelle ragazze che stanno iniziando per la prima volta ad avere il ciclo mestruale o, all’opposto, le donne che stanno per entrare in menopausa.
Particolare attenzione va posta alle donne che hanno un indice di massa corporea (BMI) particolarmente basso che può essere la conseguenza di un esercizio fisico eccessivo e prolungato o anche uno degli effetti dell’anoressia.
Non è possibile stabilire con esattezza se e quando una donna ha ovulato, ma è possibile riconoscere, anche comprendendo i cambiamenti del proprio corpo, i sintomi dell’ovulazione o utilizzare strumenti che consentono di intuire se essa è avvenuta. Allo stesso modo, soprattutto monitorando i segni e i sintomi che accompagnano ogni ciclo mestruale è possibile individuare dei campanelli d’allarme di un ciclo anovulatorio.
Tra i principali segni di anovulazione rientrano:
L’approfondimento diagnostico per accertare la presenza di un ciclo anovulatorio, come anticipato, dipende dalla volontà di ricercare una gravidanza o la presenza di sintomi fastidiosi o gravi. Spesso, infatti, l’anovulazione non è accompagnata da sintomi e potrebbe non essere semplice riconoscerla.
Qualora si sospettasse una condizione di questo tipo il ginecologo può prescrivere l’analisi del sangue per verificare i livelli di progesterone, di prolattina e dell’ormone tiroideo o, ancora, un esame ecografico degli organi pelvici.
A seconda dell’esito di questi esami o dai sintomi lamentati è possibile che vengano prescritti altri controlli per approfondire la condizione e, oltre ad accertare l’anovulazione, individuare la causa responsabile.
Quanto detto per la diagnosi vale anche per la cura dell’anovulazione. Se si è alla ricerca di una gravidanza il ciclo anovulatorio va trattato come un problema di infertilità; in caso contrario come responsabile dei relativi sintomi. Per ripristinare l’ovulazione è possibile intervenire sullo stile di vita e su alcuni comportamenti a abitudini quotidiane o, laddove necessario, prevedere trattamenti per l’induzione dell’ovulazione che, come riportato in questo studio, possono essere farmacologici o chirurgici.
Tra i cambiamenti dello stile di vita è utile porre l’attenzione sulla gestione dello stress, provando a ridurre le cause e investire in tecniche di controllo delle tensione e controllo delle emozione. La meditazione, gli esercizi di respirazione, lo yoga e tutte quelle attività che possono aiutare a scaricare lo stress o, meglio, a evitare che raggiunga livelli importanti sono sicuramente utili per dare all’organismo le condizioni ideali per, anche, permettere l’ovulazione.
Parallelamente è importante anche intervenire sulle altre due cause: il peso e l’esercizio fisico. È fondamentale, infatti, mantenere un peso corporeo adeguato alla propria persona, limitando ogni tipo di squilibrio, sia in eccesso che in difetto.
Per quel che riguarda l’esercizio fisico, importantissimo e dai grandi benefici, è utile ricordare come un allenamento molto intenso e frequente può incidere negativamente sull’ovulazione. Per questo motivo potrebbe essere necessario ridurre l’intensità degli esercizi e il tempo dedicato a questa attività.
Altri rimedi dipendono, ovviamente, dalla causa responsabile del ciclo anovulatorio e dal punto di vista medico può essere necessario assumere determinati farmaci o modificare la terapia farmacologica che si sta seguendo e che potrebbe influenzare negativamente l’ovulazione.
La cura dell’anovulazione può prevedere l’assunzione di citrato di clomifene, un farmaco che consente di correggere le irregolarità ovulatorie croniche, o anche le iniezioni di gonadotropina corionica umana (hCG), dell’ormone follicolo-stimolante o di agonisti e antagonisti dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH).
L’induzione chirurgica dell’ovulazione, invece, avviene per via laparoscopica tramite diatermia ovarica. Questo approccio assicura ottime percentuali di successo (simili a quelle farmacologiche) ma con minori rischi di controindicazioni come la sindrome da iperstimolazione ovarica o gravidanze multiple.
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