Perché abbia inizio una gravidanza è necessario che i gameti maschi e femminili si incontrino determinando la fecondazione. Il concepimento non avviene a seguito di qualsiasi rapporto sessuale non protetto, in quanto in condizioni normali (quindi in assenza di condizioni o patologie particolari) gli spermatozoi (i gameti maschili) sopravvivono nel corpo femminile anche fino a 4 giorni dopo l’eiaculazione, ma non sempre l’ovulo (il gamete femminile) è disponibile.

Il rilascio della cellula uovo matura per consentire il concepimento da parte dell’organismo femminile, infatti, avviene solamente in un determinato periodo del ciclo mestruale ed è solamente in quella fase che la donna è considerata fertile e, quindi, un rapporto sessuale non protetto può dare origine a una gravidanza.

Questa particolare e importantissima fase del ciclo mestruale prende il nome di ovulazione e consiste proprio, come suggerisce il nome stesso, nel rilascio della cellula uovo da parte dell’ovaio. Conosciamo meglio questo complesso processo fisiologico andando a scoprire come e quando si verifica, quali sono i sintomi per riconoscerlo e, ancora, quali sono i metodi più sicuri per comprendere se l’ovulazione è avvenuta, è in corso o per quel ciclo mestruale deve ancora verificarsi.

L’attenzione verso l’ovulazione non è un aspetto esclusivamente speculativo, ma interessa la vita di ogni donna dalla pubertà fino alla menopausa, quindi per un ampio lasso di tempo. L’ovulazione, infatti, determina la possibilità per una donna di rimanere incinta e scoprire quando questo può accadere consente di gestire liberamente la propria vita cercando o evitando, a seconda delle scelte, rapporti sessuali non protetti allo scopo di ottenere o evitare una gravidanza.

L’ovulazione: che cos’è e quando avviene

Ovulazione
Fonte: iStock

Come anticipato il ciclo mestruale, ovvero lo sfaldamento del rivestimento dell’endometrio con relativo sanguinamento, si verifica mediamente ogni mese ed è un processo biologico regolato dagli ormoni che si compone di diverse fasi. Per ogni ciclo mestruale, infatti, si ha la fase follicolare, quella ovulatoria e quella luteale. L’ovulazione avviene nella fase ovulatoria e mediamente (sebbene il ciclo sia spesso irregolare e comunque variabile da donna a donna) questa si verifica intorno al 14 giorno di un ciclo mestruale regolare di 28 giorni e più precisamente dalle 34 alle 36 ore dopo l’aumento dell’ormone LH, l’ormone responsabile della stimolazione del rilascio dell’ovulo.

Durante ogni ciclo l’ormone FSH (follicolo-stimolante) contribuisce alla maturazione dei follicoli presenti in una delle ovaie di una donna. Solo uno di questi follicoli completa il processo di maturazione (follicolo dominante) e a seguito di un improvviso aumento dell’ormone LH l’ovaio rilascia questa cellula uovo che nei cinque giorni successivi raggiunge la tuba di Falloppio all’interno della quale avviene l’incontro con gli spermatozoi ed eventualmente il concepimento.

Durante l’ovulazione vi è un aumento dei livelli di progesterone che consente di preparare il rivestimento dell’utero a un’eventuale impianto dell’embrione. Nel caso in cui il concepimento non avvenisse o non si verificasse l’impianto questo rivestimento si sfalda e viene espulso insieme all’ovulo non fecondato tramite il sanguinamento vaginale tipico delle mestruazioni.

In caso contrario, ovvero se il concepimento è avvenuto, la blastocisti (uno dei primi stadi di sviluppo dell’embrione) si dirige verso l’utero proprio per impiantarsi sul rivestimento interno (l’endometrio) dal quale ottenere i nutrienti necessari per le prime fasi di sviluppo della gravidanza.

I sintomi dell’ovulazione: come riconoscerla?

Conoscere come funziona l’ovulazione e come si verifica il rilascio della cellula uovo è fondamentale per imparare a capire i cambiamenti del proprio corpo e di conseguenza approcciarsi in maniera consapevole alla possibilità di un concepimento. L’insieme di processi che precedono e determinano l’ovulazione è caratterizzato da una serie di sintomi che è possibile monitorare per imparare a conoscerli e riconoscerli.

Più che l’approccio cronologico dei giorni del calendario (comunque utili per restringere i potenziali giorni fertili) basarsi sui sintomi dell’ovulazione permette di avere una valutazione più reale sulla realtà biologica di ogni donna che impara così a familiarizzare con il proprio corpo e a capire cosa significano i vari cambiamenti. Scopriamo quali sono quelli legati all’ovulazione.

1. Cambiamenti nel muco cervicale

Uno dei principali cambiamenti che può avvenire a ridosso dell’ovulazione è l’alterazione delle secrezioni vaginali. Poco prima dell’ovulazione, infatti, si può notare un aumento delle secrezioni che appaiono chiare e umide, mentre terminata la fase ovulatoria il muco cervicale diminuisce di quantità e torna a essere denso e meno evidente. Il muco cervicale ha lo scopo di creare un ambiente favorevole per la risalita degli spermatozoi nel canale vaginale; per questo la sua maggiore presenza è considerata un sintomo dell’ovulazione, sebbene non c’è certezza che la cellula uovo sia stata rilasciata.

2. La posizione della cervice

Un altro sintomo associato all’ovulazione riguarda le modifiche anatomiche relative alla posizione della cervice. Nei giorni fertili, infatti, questa si sposta leggermente verso l’alto risultando anche lievemente dilatata.

3. Sintomi secondari

Esistono poi tutta una serie di sintomi paralleli a quelli appena visti, ma che si verificano in maniera sporadica e solo in alcune donne. Possono essere considerati dei segnali dell’ovulazione anche l’aumento del desiderio sessuale, un gonfiore nella zona addominale, un leggero dolore su un lato del bacino, una tensione al seno e una maggiore percezione dei sapori e degli odori.

I metodi efficaci per riconoscere l’ovulazione

Non esiste un metodo completamente affidabile per riconoscere l’ovulazione in quanto, ma ci sono diversi strumenti che, parallelamente alla valutazione dei sintomi, consentono di avere una previsione abbastanza precisa del proprio periodo fertile.

1. Il monitoraggio del calendario

Sebbene non sia il metodo più efficace l’abitudine di tenere un calendario delle mestruazioni è comunque utile per comprendere la durata del ciclo mestruale. Grazie a questo metodo si riesce a circoscrivere i giorni fertili in modo da individuare quali sono quelli nei quali cercare o evitare rapporti non protetti.

2. Variazione della temperatura basale

Uno dei metodi più utilizzati per riconoscere l’ovulazione (al netto dei diversi limiti anche di questo sistema) è quello che prevede la misurazione della temperatura basale. Esistono dei veri e propri termometri che facilitano le operazioni e i modelli più tecnologici restituiscono tempestivamente (dopo un utilizzo prolungato e tale da consentirgli di acquisire dati sufficienti) l’informazione se si è potenzialmente fertili o meno. La temperatura basale è la temperatura corporea a riposo da misurare sempre nello stesso momento della giornata tutti i giorni in modo da ottenere un quadro completo delle variazioni; si assiste infatti a un aumento di circa 1°C nei tre giorni successivi l’ovulazione sempre a causa dell’aumento dei livelli di progesterone.

3. Test dell’ovulazione

In commercio esistono dei veri e propri test dell’ovulazione, simili ai comuni test di gravidanza. Questi stick di ovulazione consentono di rilevare l’aumento dell’ormone LH nelle urine. La crescita dei livelli di questo ormone, infatti, è il segnale che l’organismo manda all’ovaio per rilasciare l’ovulo maturo. Esistono anche stick che rilevano i livelli di progesterone nelle urine in quanto l’aumento dei livelli di questo ormone si verifica generalmente tra le 24 e le 36 ore dopo l’ovulazione.

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