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La formazione dell'utero può andare incontro ad anomalie tali che seppur spesso asintomatiche possono condizionare negativamente la fertilità. Parliamo di utero didelfo, doppio o bicorne.
Quando si parla di anomalie uterine congenite, si utilizza l’espressione anomalie mulleriane, in riferimento ai dotti Mulleriani dai cui gli organi riproduttivi femminili si sviluppano. Come spiegato dal portale News-Medical, infatti, durante le prime fasi della vita intrauterina si hanno una coppia di organi, i dotti Mulleriani, ciascuno dei quali dà origine a metà dell’utero e a una tuba di Falloppio. Lo sviluppo si completa con la fusione dei dotti e la comparsa di un unico organo, l’utero, con due tube di Falloppio. Qualsiasi interruzione o condizionamento di questo complesso processo può determinare un’anomalia congenita dell’utero.
Tali anomalie, spiega il portale MedlinePlus, possono interessare anche le tube di Falloppio, la cervice e la parte superiore della vagina causando infertilità e problemi con la gravidanza. Tra le possibili classificazioni delle anomalie congenite dell’utero l’American Society For Reproductive Medicine include, tra le altre, l’utero didelfo, l’utero doppio e l’utero bicorne. Sono condizioni, spiega il portale Radiopaedia, che si verificano quanto i dotti Mulleriani non si sviluppano completamente come conseguenza di un’agenesia, una fusione difettosa (verticale o laterale) o un fallimento del riassorbimento che possono associarsi anche con altre anomalie responsabili di ulteriori complicazioni.
L’utero didelfo, doppio o bicorne fanno parte delle anomalie della duplicazione uterina e rispettivamente hanno un’incidenza di circa il 7,5%, il 25% e il 45%.
L’utero didelfo è una delle anomalie della duplicazione uterina che si verifica quando la fusione delle strutture associate al dotto mulleriano fallisce.
Nonostante siano tutte anomalie che determinano la divisione della cavità uterina e spesso assumono denominazioni simili (l’utero didelfo viene chiamato utero bicorne completo) si tratta sostanzialmente di condizioni diverse. ,
Sempre il portale Radiopaedia riprendendo la divisione di queste anomalie in sette differenti classi fa queste precisazioni:
Si parla di utero doppio, invece, in riferimento all’utero didelfo condizione nella quale si sviluppano due uteri e due cervici (in letteratura ci sono pochissimi casi anche di due vagine).
Nell’utero bicorne, invece, si hanno due cavità parzialmente unificate che si aprono solitamente su un’unica vagina e un’unica cervice (raramente due cervici).
La quasi totalità delle anomalie congenite uterine ha una causa sconosciuta. Si verificano, infatti, in donne il cui cariotipo o modello cromosomico è normale. Oltre alle cause, restano ancora ignoti i fattori di rischio e le possibili misure preventive efficaci che possono essere adottate.
Tra le particolarità di queste condizioni è che generalmente sono asintomatiche e le si scopre, mediante isterosalpingografia, ecografia transvaginale o risonanza magnetica, solamente in presenza di problemi di fertilità o casi di poliabortività.
L’utero didelfo, inoltre, può dare rapporti dolorosi, dolori addominali e mestruazioni dolorose per l’accumulo di sangue nella vagina e nell’utero.
Il Journal of Clinical Medicine spiega come il processo di riproduzione, incluso quello che riguarda il trasporto dello sperma, l’impianto dell’embrione, la crescita e lo sviluppo del feto e il processo del travaglio e del parto, si basano su un utero strutturalmente e funzionalmente normale. Qualsiasi anomalia uterina, quindi, può influenzare negativamente alcune di queste funzioni uterine.
Oltre a essere una causa di infertilità femminile, l’utero didelfo, doppio e bicorne (per i quali non ci sono differenze significative per quel che riguarda l’infertilità) sono condizioni, come riportato in questo studio, associate ad aborti spontanei ripetuti nel primo trimestre, ritardo della crescita uterina, malposizione fetale, travaglio pretermine e placenta ritenuta.
Nel caso dell’utero bicorne si aggiunge anche il rischio di rottura prematura delle membrane e distacco della placenta.
Sono da segnalare, anche se non strettamente legate alla fertilità e alla gravidanza, le anomalie renali che possono colpire le donne con utero didelfo, doppio o bicorne.
Nei casi in cui l’anomalia congenita uterina sia grave e tale da provocare un’ostruzione del tratto riproduttivo, è possibile prevedere la ricostruzione o la riparazione chirurgica (metroplastica). Si tratta comunque di interventi che possono provocare infertilità permanente motivo per cui, laddove possibile, si tende a evitarli.
Nelle donne con utero bicorne si può valutare l’inseminazione naturale o artificiale, mentre in quelle con utero didelfo il ricorso alle tecniche di riproduzione artificiale e il trasferimento di embrioni.
Resta comunque da considerare come, anche una volta ottenuto il concepimento e l’impianto, non siano del tutto risolti i rischi e la gravidanza è quindi oggetto di costanti controlli. Anche per l’assenza di dati sull’efficacia della chirurgia ricostruttiva per la riparazione delle anomalie congenite, spesso si consiglia il ricorso al taglio cesareo.
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