Torniamo a parlare di allattamento, questa volta concentrando l’attenzione sul latte in polvere per i neonati, una delle possibilità (non l’unica) offerte dall’allattamento artificiale.

È doveroso fin da subito porre una premessa metodologica rivolta a ogni genitore e in modo particolare alle mamme che fin dai primi istanti dopo la nascita del proprio bambino si ritroveranno a occuparsi, tra le altre cose, dell’alimentazione e della nutrizione del proprio bambino.

Da diversi anni si pone l’attenzione sui benefici del latte materno, sia in termini propriamente nutrizionali (maggiore assimilabilità e digeribilità) che in quanto migliore per proteggere il bambino dalle infezioni e favorirne lo sviluppo psicomotorio e del cervello, così come nel prevenire una serie patologie.

Questa è un’evidenza scientifica contro la quale non ha senso discutere, ma da qui a concludere che chi non allatta al seno è una mamma meno valida ce ne passa. Eppure, anche se priva di alcun fondamento (anche scientifico), troppo spesso sono questi i termini della questione, generando estremizzazioni inutili e dannose.

Questo perché non sempre è possibile allattare al seno (per diverse condizioni, più o meno serie, così come per la difficoltà del bambino ad attaccarsi) e non sempre tutte le donne decidono di farlo. Questa scelta non deve costituire né una forma di giudizio, né una condanna all’operato di questi genitori. Semplicemente perché l’opportunità offerta dal latte in polvere non è un male per i neonati.

Sì, il latte materno dà benefici che il latte in polvere non ha, ma questo non significa che il latte artificiale faccia male al bambino e che i suoi genitori siano egoisti o che non mettano al primo posto il benessere del bambino.

La responsabilità sulla salute e crescita dei bambini è dei genitori e quello che scelgono il latte in polvere, qualunque sia la motivazione, possono farlo e devono essere sereni nel farlo. Bisogna infatti partire dal presupposto che la genitorialità è più importante dell’allattamento e che il tipo di alimentazione non deve rappresentare una battaglia ideologica dove non ci sono vincitori ma solo vinti.

Purtroppo, invece, qui come altrove, non sempre è così, anche a fronte della presunzione di tanti di dover sindacare sulle scelte altrui. Specialmente quelle dei neogenitori che si ritrovano a vivere dinamiche nuove e molto delicate e che non sono certamente aiutati da commenti o pressioni di questo tipo.

Cos’è il latte in polvere?

Per capire di cosa stiamo parlando e avere tutti gli elementi utili per fare un confronto è doveroso capire cosa si intende per latte in polvere, anche per evitare facili fraintendimenti.

Il latte artificiale è disponibile in forma liquida o in polvere e in quest’ultimo caso si tratta di un prodotto solido ottenuto “per mezzo dell’eliminazione dell’acqua dal latte intero, parzialmente scremato o scremato, dalla crema o da una loro miscela, il cui contenuto di acqua non superi il 5% in peso sul prodotto finito”.

Latte in polvere o latte materno?

Abbiamo anticipato come l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sia quella di optare per l’allattamento al seno per almeno i primi sei mesi di vita del bambino (per poi iniziare con lo svezzamento).

L’indicazione si basa sulla capacità del latte materno di prevenire le infezioni respiratorie, quelle che possono colpire l’orecchio, la meningite e la diarrea. Inoltre il latte materno è utile in termini di protezione per il diabete, l’asma, l’obesità, la SIDS e numerose allergie. L’allattamento al seno è inoltre migliore per i bambini nati pretermine in quanto risulta maggiormente digeribile.

Inoltre questo tipo di latte ha effetti benefici anche per la madre, sia per quel che riguarda il legame affettivo (lo skin to skin, il contatto pelle a pelle, migliorerebbe questa esperienza) che per la capacità di prevenire la formazione del cancro al seno.

Infine, ma non meno importante tra i vantaggi non si può non considerare come si tratti di un alimento gratuito, rapido e potenzialmente sempre disponibile. Così come parliamo di una modalità di alimentazione igienica che non richiede attenzioni sulla pulizia di biberon, tettarelle e accessori vari.

Di contro l’allattamento al seno limita la donna sotto diversi punti di vista. Innanzitutto temporali, costringendola, specialmente se si segue l’allattamento a richiesta, a sottostare alle esigenze del bambino. Esigenze che non conoscono orari e possono essere anche frequenti e prolungate. Inoltre ci sono condizionamenti alimentari: le donne che allattano non possono bere alcolici e devono stare attente a ciò che mangiano per non condizionare la qualità del latte.

Infine, ma non meno importante, l’allattamento artificiale può risultare più comodo anche perché coinvolge direttamente il partner (o altri che si occupano del bambino) permettendo alla donna di riposare o riprendere a lavorare.

Il latte artificiale è in grado di supplire alle esigenze dietetiche del bambino e può essere utile anche come integrazione. Spesso viene dato alla nascita per integrare i fisiologici cali ponderali o qualora la madre fosse, per qualsiasi ragione, impossibilitata ad allattare al seno.

Latte in polvere per neonati: tipologie e formule

In commercio esistono diverse tipologie e formule di latte in polvere per i neonati, ma tutte devono rispettare i stringenti requisiti previsti dal Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno dell’OMS.

Il Ministero della Salute italiano distingue in formule per lattanti e quelle di proseguimento indicando come nei primi sei mesi debba essere utilizzata esclusivamente quella per lattanti, in quanto si tratta di un prodotto “in grado di soddisfare sa solo le esigenze nutrizionali dei lattante fino all’introduzione di un’adeguata alimentazione complementare”.

La formula per lattanti viene indicata nell’etichetta della confezione con la dicitura Formula 1, mentre quella di proseguimento con la dicitura Formula 2.

Esistono anche prodotti che riportano la dicitura Formula 0 e sono pensati appositamente per i neonati con intolleranze, disturbi e coliche. In tutti i casi il consulto preventivo con il pediatra risulta essere risolutivo per somministrare la formula migliore al proprio bambino.

Come preparare il latte in polvere

Il latte in polvere, a differenza di quello liquido, è meno igienico (in quanto non sterilizzato) e richiede quindi un’attenta preparazione (non solo per portarlo a temperatura), sebbene rispetto al passato oggi in commercio siano disponibili prodotti più sicuri. In linea generale, salvo indicazioni specifiche, il latte in polvere per neonati va preparatodiluendo ogni 30 ml d’acqua (oligominerale o acqua di rubinetto bollita per 20 minuti) 1 misurino raso di polvere. Si metterà prima l’acqua (multipli di 30) e poi si aggiungeranno in proporzione i misurini di latte in polvere”.

Si inizia con il far bollire l’acqua nella quale far poi sciogliere, una volta che ha raggiunto una temperatura di 70 °C, la quantità di latte in polvere contenuta nel misurino fornito nella confezione del latte artificiale. A questo punto bisogna lasciar tornare l’acqua a temperatura ambiente (non aspettando più di mezz’ora) e poi trasferire il latte nel biberon precedentemente sterilizzato.

Al termine della preparazione e dell’allattamento è fondamentale eliminare ogni rimanenza.

Latte in polvere neonati: 5 consigli

1. La marca

Un consiglio diffuso è quello di prediligere sempre la stessa marca di latte in polvere per neonati. Questo per almeno due ragioni. La prima, meno importante, è per una questione pratica di preparazione e conoscenza del prodotto. La seconda, invece, riguarda il gusto del latte.

Sebbene tutti rispondano ai requisiti previsti dalla legge, ciascun produttore può modificare gli elementi di cui è composto il latte in polvere. Questo può determinare una più o meno leggera differenza di sapore che può risultare fastidiosa nel neonato qualora si sia abituato con un’altra formula.

2. L’igiene

L’aspetto probabilmente più importante legato al latte in polvere per i neonati è quello relativo all’igiene. È infatti altamente consigliato di porre la massima attenzione si all’igiene dei contenitori che delle tettarelle, delle ghiere, del biberon e di tutti gli elementi con cui il latte entra in contatto (facendo attenzione durante le manovre di trasferimento del latte).

Non solo: è fondamentale anche assicurarsi di avere le mani pulite prima di iniziare a preparare il latte e anche quando si allatta il bambino. L’indicazione è quindi quella di “porre dopo un accurato lavaggio tutto l’occorrente per la poppata in soluzioni 26 disinfettanti (o in acqua bollente per quindici minuti) il biberon sarà così “sterile” in tutte le sue parti e pronto per l’uso”.

3. Il dosaggio

Quanto mangia un neonato? Con il latte in polvere è importante innanzitutto imparare a conoscere quanto mangia il bambino in modo da preparargli la giusta quantità per la poppata, evitando sprechi o un dosaggio inferiore alle sue necessità.

Il fabbisogno del neonato cambia rapidamente nel corso dei mesi ed è bene avere sempre una certa flessibilità nella preparazione del latte. Anche in questo caso il consulto con il pediatra può essere prezioso per gestire correttamente questo aspetto.

4. La somministrazione

Dare il latte artificiale non è solo nutrizione e di artificiale, inteso come meno naturale, non c’è niente nel rapporto madre-figlio. Per questo è utile prestare massima cura al modo in cui si allatta. Innanzitutto scegliendo una posizione comoda nella quale il genitore e il bambino possano guardarsi negli occhi.

La posizione stabile e a contatto con il corpo dei genitori aiuta il bambino a sentirsi a suo agio; mangiare non è mai solo nutrizione! Così come avviene con il seno è importante che il neonato si attacchi correttamente alla tettarella e imparare a gestire e controllare l’inclinazione del biberon.

5. La conservazione

Un consiglio utilissimo riguarda la conservazione del latte in polvere per i neonati. L’indicazione è quella di consumare il latte al momento della preparazione, quindi va preparato di volta in volta, anche perché la durata una volta pronto è limitata nel tempo. È però possibile, specialmente quando si è fuori casa, considerare che il latte in polvere può essere conservato in frigorifero per non più di 24 ore, in una borsa frigo per un tempo non superiore alle 4 ore e per non più di 2 ore a temperatura ambiente.

In tutti i casi per scaldare il biberon prima di offrirlo al bambino è necessario farlo sempre e soltanto a bagnomaria, evitando l’uso del microonde. Il forno, infatti, può portare a un riscaldamento non omogeneo e quindi non sano per il bambino.

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  • Il latte non fa una mamma

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  • Allattamento