Tra le primissime informazioni che vengono registrate al momento della nascita di un bambino troviamo il suo peso, la sua lunghezza e la sua circonferenza cranica. Si tratta di dati preziosi per fotografare l’immediato stato di salute del bambino, ma anche per avere degli elementi cui fare riferimento per un confronto nei mesi successivi.

I neonati, infatti, iniziano la loro crescita e quelle misurazioni in centimetri e chilogrammi saranno preziose per comprendere quanto il bambino sta crescendo e, confrontandoli con i percentili di crescita sulla base delle tabelle di crescita redatte secondo le indicazioni dell’OMS, capire se la crescita è sana e adeguata o no e in questo caso quali correttivi mettere in atto.

Questo processo di crescita non è però lineare e può essere influenzato da diverse variabili, non ultime quelle legate al tipo di allattamento (che sia allattamento al seno o artificiale). Per questo motivo, per quel che riguarda il peso, è importantissimo parlare del calo ponderale del neonato, una condizione quasi sempre fisiologica che non desta preoccupazione nei genitori consapevoli del fenomeno e che sanno quindi valutare la crescita del proprio bambino.

Come cambia il peso dei neonati

Si parla di calo ponderale del peso del neonato per fare riferimento alla condizione per cui la stragrande maggioranza dei bambini perde tra il 5% e l’8% di peso nei primi giorni dopo il parto.

Si parla di condizione fisiologica in quanto è ampiamente diffusa, relativa alle novità che il bambino sta vivendo e al fatto che nel giro di pochissimo tempo (un paio di settimane) questa perdita non solo viene recuperata, ma anche abbondantemente superata.

Infatti è stato stimato che un neonato sano nato a termine cresce mediamente di 25-30 grammi al giorno nel primo trimestre, quindi circa duecento grammi alla settimana. Tale costanza di crescita prosegue dalla seconda settimana fino al terzo mese di vita tanto che entro i cinque mesi i neonati raddoppiano il peso che avevano alla nascita ed entro l’anno di vita lo triplicano per poi quadruplicarlo entro il compimento del secondo anno.

Sebbene sia fisiologico e rapidamente superato, è bene saper valutare quando il calo ponderale del peso del neonato è normale e non legato a condizioni che meritano di essere monitorate e approfondite.

Calo ponderale nel neonato: le possibili cause

Al momento della nascita il neonato ha una sorta di riserva di liquidi, calorie ed elettroliti utili per colmare l’attesa della produzione di latte abbondante che avviene indicativamente 72 ore dopo il parto.

Nelle primissime ore di vita, infatti, il corpo della mamma produce il colostro, un liquido dalle importanti proprietà benefiche, ma non paragonabile al latte materno vero e proprio. Inoltre durante i primi giorni di vita il bambino si adatta alla novità dell’ambiente extrauterino necessitando di un importante contributo energetico per equilibrare la termoregolazione.

Sebbene non vi siano prove sufficienti per spiegare completamente le cause del calo ponderale nel neonato, di quando raggiunge il suo punto massimo e qual è il limite oltre il quale bisognerebbe intervenire con l’alimentazione supplementare, la perdita di liquidi e il dispendio energetico sono fattori molto importanti per comprendere il fenomeno.

Parallelamente ci sono da considerare i problemi nell’allattamento che possono manifestarsi nelle prime ore e nei primi giorni, soprattutto dopo la dimissione dall’ospedale e specialmente per le donne al primo figlio, che possono incidere su un’insufficiente alimentazione incapace di supplire correttamente al calo ponderale.

Il calo ponderale fisiologico nel neonato

Come abbiamo visto è normale che i neonati sani a termine perdano peso nei primissimi giorni dopo il parto. In questi casi la riduzione di peso viene considerata, se non superiore al 10% del peso del neonato, fisiologica e non motivo di preoccupazione.

Si parla di calo ponderale nei bambini allattati esclusivamente al seno, in quanto il fenomeno risulta essere meno evidente nei bambini alimentati con latte artificiale (sebbene in questi, secondo studi sperimentali, ci sarebbe un maggior rischio di sovralimentazione – e obesità in età adulta) in quanto nelle prime due settimane ricevono un apporto energetico e proteico fino a 9 volte maggiore rispetto a un bambino alimentato esclusivamente al seno.

Per i bambini nati pretermine il fenomeno è meno evidente sia perché, in quanto prematuri, il loro peso è alla nascita già più basso rispetto alla media e sia perché già dal momento del parto questi bambini ricevono un’attenzione maggiore, anche in termini di alimentazione.

Calo ponderale neonato: quando preoccuparsi?

Il calo ponderale del peso del neonato sano nato a termine è, come detto, considerato normale e i genitori non devono allarmarsi né pesare i propri figli ogni giorno. Il peso è anche una conseguenza dello stato di salute generale del bambino e se questi non presenta segni di malessere non c’è motivo di preoccuparsi.

Va anche detto che l’aumento di peso è costante, ma lento e che è il caso di consultare il pediatra solamente se il bambino piange debolmente, è apatico, non urina sufficientemente (tanto da richiedere il cambio di circa 5-6 pannolini al giorno) e la perdita di peso è superiore al 10%.

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