Il corpo umano è un meccanismo molto complesso che prevede, tra le altre cose, anche sistemi in grado di controllare ed equilibrare la temperatura corporea. Questa è considerata normale se compresa tra 36° e 37.2° (altrimenti si parla di stato febbrile) e perché rimanga entro questo ristretto range di valori contribuiscono diversi meccanismi di termoregolazione.

Un’attenzione particolare merita la termoregolazione del neonato, in quanto alla nascita il bambino subisce un profondo cambiamento frutto del passaggio dall’ambiente protetto (anche dal punto di vista termico) dell’utero materno a quello del mondo esterno.

Parliamo di un fenomeno molto importante sul quale si cerca di aumentare l’attenzione e la consapevolezza sia per assicurare ai neonati una nascita meno traumatica possibile, sia per ridurre i rischi e le complicazioni legate alla termoregolazione corporea.

Il meccanismo della termoregolazione nel neonato

Quando si parla di termoregolazione corporea si fa riferimento a un complesso sistema che permette di mantenere la temperatura interna entro i range che abbiamo visto. Questi processi si basano principalmente sulla produzione del calore, ma anche sula sua dispersione e conservazione.

Per questo motivo la termoregolazione può essere sia volontaria che involontaria:

  • nel primo caso l’essere umano mette in atto tutta una serie di attività finalizzate a regolare la propria temperatura interna in rapporto a quella esterna;
  • nel secondo caso è invece l’organismo che, specialmente in assenza delle attività volontarie, per sopravvivere innesca quei processi capaci di prolungare il mantenimento della temperatura.

Tutto questo è di fondamentale importanza in qualsiasi essere umano, neonato, bambino e adulto, in quanto gli organi vitali dell’uomo lavorano correttamente esclusivamente a quella temperatura. Variazioni, sia in eccesso che in difetto, possono costituire seri problemi per l’organismo. Tutto questo è ancora più evidente nella termoregolazione del neonato che non è in grado di mettere in atto procedure volontarie e che subisce nei primissimi minuti di vita un cambio termico notevole.

Per i neonati si parla di ambiente termico neutro (NTE), ovvero quella condizione per cui vi è un mantenimento corretto della temperatura corporea attraverso un dispendio minimo di energia e ossigeno e tramite uno stato metabolico stabile.

Il meccanismo della termoregolazione nel neonato si basa prevalentemente sui depositi di grasso che svolgono attività di isolamento termico, il tono muscolare, la funzione ipotalamica (che si occupa tra le altre cose anche del bilanciamento della temperatura) e la presenza di riserve energetiche adeguate.

Alla nascita i neonati sono generalmente ricoperti da uno strato di grasso, detto vernice caseosa, che ha proprio lo scopo di isolare il bambino e assicurargli una protezione efficace dalle variazioni di temperatura.

Anche il contatto con la mamma e l’inizio dell’allattamento permettono di consentire all’organismo del bambino di mantenere una temperatura corporea corretta. Il controllo della termoregolazione del neonato può apparire evidente, ma in realtà circa 4 milioni di neonati nel mondo non sopravvivono al primo mese di vita proprio per problemi legati all’ipotermia.

La termoregolazione nel neonato prematuro

Quanto detto viene meno nei bambini prematuri e in quelli nati con un peso minore in quanto la loro capacità di controllo della temperatura è limitata. La temperatura corporea va controllata anche in quei bambini che devono essere sottoposti a trattamenti di terapia intensiva o a controlli che richiedono l’esposizione della superficie corporea.

La nascita porta i bambini da un ambiente caldo (l’utero materno) a uno più freddo (l’ambiente esterno) e nei primi mesi di vita la capacità di regolare autonomamente la temperatura interna non è perfetta e per questo richiede l’intervento esterno.

Questo può avvenire in diversi modi: dall’attenzione per i sistemi di ventilazione e riscaldamento della sala parto all’utilizzo, specialmente nei bambini nati prematuri e di quelli con particolari condizioni da monitorare, di incubatrici che sono dotate di sistemi di controllo della temperatura. La temperatura ideale per i neonati è quella neutra termica in quanto le esigenze metaboliche sono ridotte al minimo e c’è un rischio minore di dispersione.

Nei neonati viene considerata normale una temperatura corporea compresa tra i 36.5° e i 37.5°C e l’ipotermia è un rischio maggiore e più frequente rispetto all’ipertermia.

La temperatura corporea del neonato

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda nelle prime settimane di vita dei bambini di seguire una serie di precauzioni atte a garantire la corretta gestione della termoregolazione. Tra queste vanno ricordate quelle relative all’inizio precoce ed esclusivo dell’allattamento al seno, l’utilizzo di capi d’abbigliamento e biancheria adeguata (come il cappellino che viene fatto indossare a tutti i neonati), il contatto tra mamma e bambino e, ancora, il posticipare la pratica del bagnetto.

La perdita di calore può avvenire per radiazione, conduzione, convezione ed evaporazione e può verificarsi, per esempio, quando il bambino viene messo a contatto con una superficie più fredda (come quella del lettino).

Il controllo della temperatura corporea del neonato può, salvo casi particolari, essere assicurata piuttosto facilmente e con procedure a basso costo. Oltre a quelle già menzionate vanno ricordate quelle relative alla temperatura della sala parto e della stanza dove riposeranno la mamma con il bambino, ma anche l’attenzione a non lavare, come avveniva in passato, immediatamente il neonato aspettando che sia in grado di perfezionare le sue capacità di termoregolazione.

Termoregolazione: come vestire un neonato?

Alla luce di quanto appena detto qual è l’abbigliamento più adatto per i neonati per garantirgli una corretta gestione della temperatura corporea? Bisogna innanzitutto sfatare alcuni miti e andare contro molte abitudini che sono dure a morire. I neonati soffrono maggiormente il caldo, motivo per cui vestirlo con indumenti pesanti o coprirlo di coperte e copertine non è necessariamente un bene. Anzi, si rischia di farlo sudare maggiormente e di esporlo a diverse malattie.

Un’importante attenzione, sia nei neonati che nei bambini, è quella di proteggerli dai cambi di temperatura. Questo vale sia d’estate, sia d’inverno quando si passa da ambienti caldi (un’abitazione, l’automobile, un centro commerciale, eccetera) a quelli più freddi e viceversa. Quando il neonato dorme è preferibile utilizzare un sacco nanna o una tutina leggermente più pesante, in quanto l’uso delle copertine rischia di essere controproducente considerando la tendenza del bambino di scoprirsi in continuazione. È importante ribadire come la temperatura ideale dove far vivere il neonato dovrebbe essere compresa tra i 18° e i 20°C.

Il neonato, quindi, non deve essere coperto a prescindere, ma bisogna prestare attenzione che non prenda freddo. Quando fa caldo bisogna assicurare che il neonato sia fresco, preferendo fibre naturali rispetto a quelle sintetiche che evitano di non farlo sudare a assicurano una migliore traspirazione.

È importante prestare maggiore attenzione ai capi d’abbigliamento che vanno a contatto con la pelle del bambino per evitare che possano infastidirlo o creare irritazioni (come può essere la lana d’inverno). Bisogna anche scegliere vestitini che siano comodi e che permettano al neonato di muoversi liberamente.

Un discorso a parte lo meritano il cappellino e le scarpe. Il cappellino è fondamentale in ospedale (tanto che è richiesto dalle ostetriche da inserire nella borsa per il parto), ma da evitare quando si è in casa e d’inverno va mantenuto solamente quando si è all’aria aperta. Le scarpine, al di là del fascino estetico, non servono dal punto di vista climatico; per tenere caldi i piedi del neonato sono sufficienti i calzini.

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  • Neonato (0-1 anno)