La terapia intensiva neonatale (TIN) è un reparto ospedaliero specializzato nella cura e nell’assistenza dei neonati prematuri (“pretermine”) – nati cioè prima della 37^ settimana di gestazione – e dei neonati affetti da gravi patologie congenite o chirurgiche.

In questo reparto, il neonato riceve le cure di cui ha bisogno in un ambiente che riproduce il più possibile le condizioni della vita intrauterina al fine di promuovere il completamento dello sviluppo. Perché ciò avvenga, la degenza in terapia intensiva neonatale prevede anche la presenza dei genitori, in particolare della madre, di cui è essenziale che il bambino percepisca la voce, il battito cardiaco e il movimento.

Le terapie a cui il bambino prematuro è sottoposto sono accompagnate inevitabilmente da numerose stimolazioni dirette e indirette che possono essere fonte di stress ed iperstimolazione visiva e uditiva. Per questo motivo, è importante attutire il più possibile gli effetti di tali stimolazioni per evitare di interferire negativamente sugli organi di senso non ancora completamente sviluppati. Vediamo nel dettaglio cos’è e cosa succede in un reparto di terapia intensiva prenatale.

Terapia intensiva neonatale: cos’è e come funziona

La nascita di un bambino prematuro costituisce un vero e proprio trauma per i genitori che percepiscono la “precarietà” di tale condizione e l’estrema vulnerabilità del proprio bambino. Entrare per la prima volta in un reparto di terapia intensiva neonatale può rappresentare un ulteriore “shock”: si tratta di un ambiente sconosciuto, estremamente asettico, fonte di altra angoscia e preoccupazione.

Tuttavia, si tratta di un ambiente altamente protetto e “filtrato” sin dal primo ingresso. Le regole igienico-sanitarie sono rigorose e l’accesso segue un protocollo di sicurezza a cui è importante attenersi per limitare il rischio di contaminazioni e salvaguardare la salute dei piccoli. I professionisti presenti in questo reparto sono sempre pronti a supportare genitori e bambini durante tutto il percorso di degenza. Essi sono principalmente:

  • medici-neonatologi;
  • infermieri pediatrici;
  • logopedisti;
  • esperti in allattamento;
  • chirurghi;
  • oculisti;
  • neurologi;
  • neurochirurghi;
  • anestesisti;
  • psicologi, ecc.

Attività del reparto

Le attività principali di un reparto di terapia intensiva neonatale includono la diagnostica strumentale e di laboratorio, servizi di logopedia, di supporto psicologico e spazi dedicati alla raccolta del latte materno. Per quest’ultima attività, si utilizzano biberon forniti direttamente dal personale infermieristico ed etichettati con nome e data del prelievo.

Come detto, l’aspetto fondamentale è mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari per ridurre lo stress sul bambino e limitare il rischio di contaminazioni esterne. Rumori, luci, suoni e altre stimolazioni artificiali, infatti, possono interferire negativamente con la maturazione dei ritmi circadiani, cioè con lo sviluppo delle funzioni vitali che vengono attivate dall’organismo in base al momento della giornata.

Terapia intensiva neonatale: quali patologie si curano?

Terapia intensiva neonatale

In questo reparto si curano tutte le patologie che possono colpire i neonati. Queste possono essere direttamente collegate all’immaturità di organi e apparati vitali, tanto più gravi quanto è la prematurità del neonato stesso. Il generale, in terapia intensiva neonatale si curano bambini affetti da:

  • prematurità estrema;
  • patologie dell’apparato respiratorio e digerente;
  • retinopatia (rif. prematurità);
  • malformazioni congenite e patologie dell’apparato cardiovascolare;
  • patologie del sistema nervoso centrale;
  • difetti del tubo neurale.

La durata della degenza ospedaliera dipende dal momento in cui il neonato è venuto al mondo rispetto alla scadenza della gravidanza e dal suo stato generale di salute. Si va da qualche settimana ai 4-5 mesi (e oltre) per i casi più complessi.

Quando le condizioni si stabilizzano, i neonati vengono dimessi ma in genere necessitano di un adeguato follow up per monitorare lo stato di salute.

Strumenti e accessori della terapia intensiva neonatale

La terapia intensiva neonatale è dotata di strumentazioni e macchinari di ultima generazione indispensabili alla sopravvivenza dei piccoli: monitor, respiratori, pompe di infusione e tutto ciò che serve ad assistere e supportare le funzioni vitali del bambino.

L’incubatrice in cui il neonato trascorre la propria degenza è il fulcro attorno al quale gravita tutta l’attività di un reparto di terapia intensiva neonatale. Si tratta di una culla termica chiusa o aperta (lettino), a seconda del peso corporeo raggiunto dal bambino. Essa dovrà essere accogliente per migliorare la sensazione di benessere del bambino e contenerlo nella posizione a lui più congeniale, riproducendo quanto più possibile la vita nella cavità uterina.

A seconda dell’età gestazionale del neonato, l’incubatrice dovrà essere dotata di una copertura protettiva o un telo idoneo a schermare la luce. Ciò favorirà il rilassamento, il sonno e supporterà il naturale processo di completamente dello sviluppo del neonato.

Le incubatrici, inoltre, sono dotate di oblò laterali attraverso i quali i genitori possono toccare, cullare e parlare al bambino, e di tutti gli strumenti necessari per fornire la migliore assistenza.

Terapia intensiva neonatale e genitori

A differenza di qualsiasi altro reparto ospedaliero, quello di terapia intensiva neonatale è aperto ai genitori 24 ore su 24. La possibilità di assistere il bambino in qualsiasi momento è fondamentale per una precoce guarigione. Ciò implica che molti servizi offerti dal reparto siano pensati anche in virtù della presenza assidua dei genitori.

Quando il quadro clinico del neonato è sufficientemente rassicurante, il personale medico e paramedico si occupa di approntare tutte le terapie e le procedure trasversali propedeutiche allo sviluppo del rapporto genitore-figlio. Un esempio lampante è la marsupioterapia, cioè quella tecnica di avvicinamento che predilige il contatto pelle a pelle tra i genitori e il neonato, compresi i casi in cui si renda necessario il supporto ventilatorio.

Discorso analogo per l’allattamento al seno, un altro punto focale dei reparti di terapia intensiva neonatale. Come sostengono gli esperti, il latte della mamma è utile quanto e anche più delle terapie farmacologiche a cui può essere sottoposto il neonato durante la degenza.

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  • Neonato (0-1 anno)