"La nostra vita con l'elmetto". La storia del piccolo Lincoln e di sua mamma Jennie

I video, i post e i reel di Jennie DiMatteo sono uno spaccato sulla sua vita familiare in compagnia del piccolo Lincoln, che deve indossare un elmetto ortopedico per correggere la plagiocefalia. Ecco la loro (dolcissima) storia.

Esistono tanti modi per raccontare una situazione che, agli occhi del mondo, può sembrare estremamente invalidante o difficile da gestire, soprattutto se riguarda lo stato di salute di una persona. Si può scegliere la strada del racconto emozionale, oppure della divulgazione più orientata alla scienza o alla corretta informazione su una data patologia. In terza battuta, si può propendere per creare intorno a un dato argomento una sorta di catena di supporto per altre persone che vivono la stessa situazione. Jennie DiMatteo, una ragazza americana che su Instagram racconta la sua vita di mamma di due bambini, ha scelto tutte e tre le strade per raccontare la plagiocefalia del piccolo Lincoln, il suo secondogenito, 9 mesi di dolcezza.

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Un post condiviso da Jennie DiMatteo- Your new BFF (@jenniedimatteo)

La plagiocefalia è una deformazione della parte posteriore del cranio: la testa si appiattisce da un lato, presentando segni di asimmetria su occhi, guancia e orecchio. Secondo le ultime stime, dal 3 al 20% dei neonati ne sono colpiti alla nascita, risolvendo il problema entro i due anni. Tra le cause principali c’è la scorretta posizione del bimbo mentre dorme (sebbene la plagiocefalia si possa presentare già nel grembo materno, visti i tessuti molli ed estremamente malleabili di cui è composto il cranio dei neonati).

Il piccolo Lincoln, come spiegato dalla mamma Jennie, indossa l’elmetto per correggere la plagiocefalia, senza che il bambino ne risenta o ne sia infastidito. Crescendo, il piccolo non ne avrà più bisogno: con le opportune attenzioni, usando un elmetto apposito o dei cuscini in schiuma a forma concava (utili anche contro la SIDS, la Sindrome della morte in culla) la plagiocefalia sparisce senza lasciare traccia o conseguenze sulla salute del bimbo.

Jennie non è la prima a raccontare la “vita con l’elmetto” del suo bambino: anche la modella e influencer Chrissy Teigen ha svelato un po’ di anni fa sui social la plagiocefalia del suo piccolo Miles, spiegando ai followers che pietà e frasi di circostanza non erano dovute a un bambino che non stava affatto soffrendo per il trattamento correttivo. In certi casi, come ha raccontato Jennie DiMatteo in un video sul suo profilo, gli altri genitori sono arrivati persino ad additare lei e suoi marito come “torturatori”, perché costringono Lincoln a indossare l’elmetto.

Il “mum-shaming” che Jennie è costretta a subire (e che sopporta e racconta con molta grazia e gentilezza sul suo profilo Instagram con reel e video anche ironici) per via dell’elmetto del piccolo Lincoln non è il modo per raccontare l’universo delle craniostenesi, ovvero le anomalie morfologiche che coinvolgono il cranio dei neonati di cui anche la plagiocefalia fa parte (e che, nei casi più gravi, possono anche avere conseguenze importanti sulla salute del bambino).

E quindi i post allegri e dolci di mamma Jennie (così come a suo tempo quelli di Chrissy Teigen) sono un ottimo modo per aprire un dibattito anche inclusivo su queste anomalie, sui principali rimedi che si possono attuare per correggere i casi lievi e sul perché mai, in ogni caso, ha senso dire a un genitore che non sta facendo bene il suo lavoro.

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