Giramondo per vocazione, la famiglia @likemiljian – dal nome dell’omonimo profilo Instagram guidato da mamma Miki e papà Julien – fa sognare i followers con viaggi incredibili a portata di bambino. Insieme ai tre figli Lia, Teo e Milo, questa famiglia ha davvero visto ogni angolo del globo. E da un po’ di tempo si è infine stanziata a Bali, piccolo angolo di paradiso dove questo clan avventuroso ha deciso di mettere radici per un po’. Uscita da poco in libreria con il romanzo Se due che come noi, Micaela Savoldelli ha svelato tra le righe l’avventura dell’amore e poi di genitori vissuta con il marito francese Julien. E nei post che pubblica su Instagram dalla loro postazione balinese, è sempre Miki ad aprirci uno spiraglio sulla sua vita di madre di tre figli senza aiuti, che vive dall’altra parte del mondo e ha sogni, passioni e desideri come tutti.

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“No, è successo anche a me. Di annientarmi, intendo.
Di non trovare la bussola,di chiedermi se mi sarebbe mai più ricapitato di poter scegliere deliberatamente a cosa consacrare un solo secondo della mia giornata. Poi è successo anche a me perfino di provare a farlo. E di sentirmi in colpa. Inadeguata, egoista (terribile parola). Perché avevo Osato non essere presente con i miei figli, perché al “Mamma vieni a giocare con noi?” ho risposto “Mi dispiace, non ho finito di lavorare”, perché non ero stata super duper forte come quelle mamme fighissime che sanno fare tutto”

Come già raccontato da altre mamme vip e colleghe influencer, anche a Miki dei @likemiljian è capitato di annullarsi in virtù di un modello materno che poi ha capito essere inesistente.

“In francese”, ha continuato l’influencer e autrice nel post, “esiste l’espressione “faire le deuil”. Impossibile tradurre letteralmente, ma significa “superare il lutto”. Ecco, un giorno, mi ricordo anche quale, ho fatto le deuil. Ho superato il lutto, di me stessa. Di quella potenziale mamma fighissima che sarei potuta essere e probabilmente non sarò mai”.

Le “mamme fighissime” di cui parla Miki esistono davvero? O sono solo frutto distorto di una narrazione social coperta da filtri e piccole bugie per sembrare più felici e perfette di quello che si è? Il post di Miki, che insieme al marito lavora come content creator ovunque si trovi la sua famiglia, è un bell’inno alla ricerca della felicità individuale. Perché, come ha scritto in inglese in apertura del suo post: “The greatest gift we can give our kids is taking care of ourselves“, “Il più grande regalo che possiamo dare ai nostri figli è prenderci cura di noi”.

“I miei figli mi vedono per quello che ho voglia di essere. Un essere umano che lascia che a gestire sia anche qualcun altro, chè un’altra maniera di vivere la stessa cosa è bello anche per loro. Che sì, si prende tempo per leggere, imponendoselo (non esiste momento ideale, se lo si sceglie). Poi magari rimangono piani di vestiti da piegare per giorni, ma di quelli i miei figli non mi hanno mai parlato, mentre “Mamma cosa stai leggendo?” me l’hanno chiesto. Insomma, se lo scrivo qui, è perché siamo esattamente tutte uguali. Se riesco a leggere con tre figli e mi occupo di me stessa non è perché ho i super poteri e giuro sono molto meno ganza di Cat Woman, ma perché l’ho accettato.
Il Santo Graal intendo, l’ho accettato. Il più bel regalo che possiamo fare ai nostri figli non è una mamma onnipresente e stravolta, ma una mamma realizzata e felice, perché così impareranno ad esserlo anche a loro. E non ascoltate chi giudica, il vostro esempio è tutto ciò di cui hanno bisogno.

Brillate voi e tutto il resto attorno sarà illuminato dalla vostra energia.
Credeteci voi e me saranno convinti anche gli altri.
Non dimenticatelo mai”.

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