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I cosiddetti "orecchioni", ovvero la parotite, sono una malattia virale che colpisce molti bambini. Scopriamo qual è la causa e il trattamento di questo tipo di patologia.
La definizione esatta data della parotite dalla Società Italiana di Pediatria è quella di una
Patologia infettiva altamente contagiosa, causata da un virus appartenente alla famiglia dei Paramyxovirus, che si localizza a livello delle ghiandole salivari e delle prime vie aeree (faringe, laringe e trachea).
Di per sé la parotite, come per la varicella e il morbillo, è una patologia che si trasmette solamente da persona a persona e può colpire sia i bambini che gli adulti. Prima dell’inizio dei programmi di vaccinazione, la parotite era considerata come una malattia tipica dei bambini, specie in quelli dai 5 ai 9 anni.
Il decorso di questa malattia è il più delle volte privo di conseguenze gravi, tanto che un terzo dei bambini la può contrarre anche senza la manifestazione dei sintomi tipici. In tutti i casi è importante conoscerne le cause, i sintomi e i trattamenti previsti, con una particolare attenzione per quel che riguarda il vaccino.
Come abbiamo visto la causa della parotite è virale e riguarda le parotidi (da qui il nome), ovvero le ghiandole salivari poste sotto le orecchie all’altezza dei rami della mandibola.
Comunemente è nota anche con il nome di “orecchioni” proprio perché, colpendo le ghiandole sotto le orecchie, le fa aumentare di volume. L’Istituto Superiore di Sanità ricorda come la parotite è una malattia che è
contagiosa nei 6 giorni che precedono la comparsa dei sintomi e per i 9 giorni successivi. Una pregressa infezione garantisce immunità permanente.
Il principale sintomo della parotite è dato dal rigonfiamento delle parotidi che ha come conseguenza diretta la difficoltà e il dolore sia nel deglutire che nel masticare. Altri sintomi sono quelli della febbre, della mancanza di appetito, di dolori muscolari e di uno stato di malessere diffuso.
L’aumento della temperatura corporea, i brividi e il mal di testa possono invece comparire già dal giorno precedente a quello del gonfiore alle parotidi.
Abbiamo anticipato come meriti una particolare attenzione la vaccinazione per la parotite. Il vaccino è il metodo migliore per prevenire la malattia. L’unico altro modo per evitare la possibilità del contagio è quello di seguire le classiche norme igieniche. Il vaccino per la parotite contiene virus vivi innocui che possono stimolare le difese del sistema immunitario.
La somministrazione del vaccino avviene in due dosi. In Italia il calendario vaccinale prevede che i bambini siano vaccinati tra il dodicesimo e il quindicesimo mese di vita. La seconda dose viene generalmente somministrata intorno ai cinque anni, contestualmente al richiamo per il vaccino DTPa (vaccino per difterite-tetano-pertosse).
Questo tipo di vaccino permette di avere un’immunità prolungata nel corso del tempo tanto che:
la somministrazione della prima dose di vaccino Morbillo-Parotite-Rosolia (MPR) offre un elevato vantaggio: efficacia protettiva del 95% per morbillo, circa il 99 % per rosolia e di circa l’80% per parotite. La somministrazione della seconda dose ha un vantaggio minore perché aggiunge un’efficacia di circa il 4% per morbillo, di circa il 10% per parotite e minima per la rosolia.
Concludendo il discorso su questo vaccino (noto anche come vaccino MPR, ovvero contro il Morbillo, la Parotite e la Rosolia) è doveroso riferire anche dei lievi effetti collaterali.
Questi durano poco e possono riguardare un dolore o rossore nel punto dove è stata fatta l’iniezione, Inoltre si possono avere una leggera febbre, l’ingrossamento dei linfonodi e una comparsa di lievi macchie rossastre sulla pelle.
La parotite non ha una cura specifica, così come avviene per le altre malattie virali. Il trattamento è quindi mirato a ridurre i sintomi.
Nello specifico è consigliata una dieta semi-liquida e allo stesso tempo di evitare i succhi di agrumi che possono accentuare l’infiammazione.
Le conseguenze della parotite sono quelle legate ai sintomi con la quale si manifesta, principalmente il dolore nella masticazione e quando si deglutisce. Per i bambini generalmente la parotite si risolve nel giro di qualche giorno senza lasciare conseguenze.
Nel caso di complicazioni, rare e più comuni negli adulti, ma comunque possibili anche nei bambini, riguardano la meningite, l’infiammazione del pancreas o, in casi limite, anche l’epilessia, la sordità e una paralisi dei nervi facciali. Se contratta in gravidanza, invece, nel 25% dei casi la parotite può provocare un aborto spontaneo, ma mai il rischio di malformazioni.
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