
"Ho abbastanza latte?", "Sta mangiando a sufficienza?": sono alcune delle (normali) domande che ogni mamma si fa nei primi giorni di vita del bambi...
Una pratica che, soprattutto a lungo andare, stanca i neogenitori ma non il bambino. È davvero necessario “concedere” la poppata notturna? Ne abbiamo parlato con l’ostetrica Elena Gabutti.
Mangiano spesso, vogliono la mamma e richiedono un contatto. In fondo non hanno molte pretese, soprattutto appena nati: vogliono mangiare e dormire e necessitano di coccole e del cambio di pannolino. Tutto qui.
Ma il problema della poppata notturna, ammesso che sia solamente una, resta. Ne abbiamo parlato con la nostra ostetrica, la dottoressa Elena Gabutti, per capire come comportarsi in caso di richiesta di latte in piena notte.
La risposta della nostra esperta al quesito è semplice: la poppata sarà necessaria “fino a quando il bambino ne ha bisogno”.
Come ricorda la dottoressa Gabutti, laddove possibile, il neonato dovrebbe potersi nutrire secondo ritmi e necessità personali. “Sarà lui ad autoregolarsi“ spiega l’ostetrica, che aggiunge come l’allattamento a richiesta sia preferibile rispetto all’allattamento a orari fissi:
Bisognerebbe rispondere alle esigenze del neonato, da assecondare per renderlo più autonomo.
Non sempre la mamma può rispondere alle esigenze del neonato in tempo reale e può dover optare per un allattamento a regime “fisso”: si può cercare un compromesso tra le esigenze della mamma e quelle del bambino, l’importante è che entrambi siano sereni. L’ostetrica continua:
Non esiste un termine né una scadenza. Il bambino richiederà la poppata notturna alla sua mamma fino a quando ne avrà bisogno. Tuttavia, in genere, dopo lo svezzamento, ma solamente quando è ben avviato (attorno agli 8-9 mesi circa, ndr) il piccolo si attaccherà sempre più raramente, perché il pasto serale completo lo avrà saziato e soddisfatto. Inoltre, proprio perché è più grande, anche il suo ritmo sonno-veglia diventerà più simile a quello degli adulti. Dormirà di più e farà dormire senza interruzioni i suoi genitori.
La dottoressa Gabutti spiega quindi un concetto fondamentale che interessa tutti i lattanti:
I neonati vivono nel “qui e ora”. Non rimandano, non aspettano, hanno bisogno di contatto e lo richiedono e, se hanno fame o solamente voglia di “attaccarsi al seno”, nel caso di allattamento materno, devono poterlo fare e subito, senza se e senza ma.
Alla nostra domanda su cosa succede se il bambino salta la poppata notturna, l’esperta risponde:
Niente, non succede nulla. In genere, almeno nelle prime due settimane di vita del bimbo, la richiesta della poppata notturna ci sarà. Potrebbe richiedere il latte la sera tardi, quando magari i genitori saranno ancora svegli, oppure la mattina presto, quando i grandi saranno già in piedi.
In seguito è possibile che il bimbo salti una poppata, che può essere una del giorno, “a cui solitamente i genitori fanno meno caso”, oppure – nei casi più fortunati per il sonno dei genitori – una della notte.
"Ho abbastanza latte?", "Sta mangiando a sufficienza?": sono alcune delle (normali) domande che ogni mamma si fa nei primi giorni di vita del bambi...
Quando si parla di allattamento, al seno o artificiale, si parla di nutrizione del bambino e in questo caso gioca un ruolo importantissimo la figura del pediatra. Bisogna sempre far riferimento al medico che conosce il neonato, per apportare variazioni alimentari, specifica la dottoressa, che consiglia anche di evitare il fai da te.
Si deve sempre chiedere suggerimento al pediatra, che valuterà quali modifiche apportare alla dieta del bambino in base a vari parametri, in particolar modo alla curva di crescita. Nel caso dell’allattamento al seno non ci saranno grandi modifiche da prendere in considerazione, mentre se si tratta di latte artificiale potrebbe suggerire di aumentare un po’ il contenuto del biberon che precede la nanna.
Partendo da questa premessa, la nostra ostetrica ha specificato alcuni consigli, suggerimenti ma anche comportamenti da evitare per eliminare la poppata notturna.
Qual è la scelta giusta? Aspettare che sia il bambino a dire "basta" oppure prendere al posto suo la decisione di smettere di allattare?
È infine utile ricordare, conclude la dottoressa Gabutti, che quando il bambino si attacca al seno
Oltre a nutrirsi manda dei messaggi al cervello della mamma per “richiedere”il tipo di latte che desidera durante la poppata successiva. Ciò vuol dire che, soprattutto quando sarà più grande, sarà capace di auto-gestirsi e regolare anche pasti e sonno.
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