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Quando la tecnologia incontra l'allattamento: ecco le principali tecnologie e dispositivi utili per supportare questa importante fase della vita.
Quando abbiamo parlato del postpartum-tech – l’utilizzo di strumenti tecnologici per supportare le donne nel periodo successivo al parto – abbiamo fatto riferimento anche ai dispositivi indossabili utili per supportare l’allattamento. Oggi questa possibilità è reale e per quanto possa suscitare diverse perplessità, consente anche numerosi vantaggi. Parliamo quindi dell’allattamento smart, andando a comprendere più da vicino vantaggi e rischi della possibilità di monitorare l’assunzione di latte del bambino.
Con l’espressione di breastfeeding data wearable si fa riferimento a quell’insieme di dispositivi e gadget intelligenti progettati specificatamente per supportare l’allattamento. Si tratta di dispositivi (come fitness e tracker e smartwatch che consentono di monitorare parametri e dati legati al benessere e all’attività fisica) finalizzati a raccogliere dati per aiutare le donne e i neonati in questa particolare fase.
Esistono diverse tecnologie e dispositivi che consentono di perseguire questi obiettivi. Questi dispositivi, infatti, possono rilevare automaticamente l’inizio e la durata delle poppate, distinguere da quale seno il neonato si alimenta e analizzare la frequenza e l’efficacia della suzione. Alcuni modelli più avanzati integrano anche sensori in grado di monitorare parametri biometrici del neonato, come temperatura corporea, battito cardiaco e movimenti, offrendo così un quadro più completo dell’attività di allattamento. I dati raccolti vengono solitamente sincronizzati con l’applicazione sullo smartphone e possono essere analizzati sia dalla madre che dagli specialisti.
Questo approccio rientra all’interno della cosiddetta telemedicina. La telemedicina, come riportato in questo studio, è l’erogazione di servizi sanitari a distanza mediante tecnologie informatiche e di comunicazione, utile per diagnosi, trattamento, prevenzione e formazione. In ambito neonatologico, come descritto nel documento “Position Statement sul Tele-supporto all’Allattamento” della Società Italiana di Neonatologia (SIN), la telemedicina consente di garantire continuità assistenziale tra ospedale e territorio, soprattutto nei percorsi di cura centrati sulla famiglia.
Per quanto riguarda l’allattamento, il tele-supporto ha dimostrato di essere efficace nel promuovere l’allattamento esclusivo. Alcuni studi hanno evidenziato un aumento del 25% dei tassi a tre mesi rispetto all’assistenza standard, con effetti positivi anche fino ai sei mesi. La modalità da remoto si rivela particolarmente utile in quei contesti nei quali i neogenitori hanno difficoltà ad accesso ai servizi o vivono in situazioni complesse.
Oltre a quanto appena detto, l’utilizzo dei dispositivi per l’allattamento smart offre una serie di vantaggi molto interessanti. Da una parte c’è la grande possibilità di beneficiare di guide, aiuti e supporti nelle prime fasi dell’allattamento, solitamente quelle più delicate per le quali altrettanto frequentemente le donne non ricevono l’assistenza necessaria.
C’è poi il vantaggio di poter misurare, quantificare e monitorare costantemente l’alimentazione del neonato. Questi dati eliminano dubbi e favoriscono la possibilità di individuare precocemente eventuali problemi, anomalie e difficoltà. Parallelamente c’è anche il beneficio di poter avere dati oggettivi grazie ai quali prendere decisioni informate e per questo consapevoli.
Non va poi sottovaluto l’impatto positivo della maggiore tranquillità e serenità dei genitori che hanno indicatori chiari, misurabili e confrontabili sui quali basare la valutazione dell’allattamento. Queste valutazioni possono essere poi riferite con maggiore chiarezza anche al pediatra e agli operatori sanitari che hanno maggiore e migliore capacità di suggerire gli eventuali accorgimenti da adottare.
Il settore dei breastfeeding data wearable per l’allattamento smart è molto ampio, ma le principali tecnologie cui fare riferimento rientrano nell’ambito di sensori, pad e tiralatte di ultima generazione. I sensori sono dispositivi morbidi da applicare sul seno con l’obiettivo di misurare in tempo reale la quantità di latte che il neonato ingerisce a ogni poppata. Similmente, i pad che integrano sensori chimici vanno indossati all’interno del reggiseno per rilevare la presenza di farmaci nel latte materno. In questo modo si ha una maggiore sicurezza sulla nutrizione del neonato. Esistono poi diverse tipologie di tiralatte smart che oltre, come un tiralatte tradizionale, a estrarre il latte, si occupa di monitorarne il volume e consentire di monitorare la produzione.
È possibile fare riferimento anche a una serie di applicazioni per lo smartphone tramite le quali registrare (e interpretare l’andamento dell’allattamento) le poppate, gli orari di allattamento (anche i cambi del pannolino, le ore di sonno, ecc.) e la durata delle singole poppate.
Abbiamo anticipato che, al netto di tanti vantaggi e benefici, ci sono limiti e rischi da non sottovalutare. La conoscenza delle criticità non è necessariamente una condanna e un giudizio negativo dell’allattamento smart, ma la necessaria consapevolezza dei limiti delle tecnologie in modo da massimizzarne i vantaggi.
Il principale rischio, come per ogni altra forma di utilizzo della tecnologia, è legato alla violazione dei dati personali e della privacy. Per questo è necessario rivolgersi esclusivamente a app, strumenti e piattaforme che garantiscano il rigoroso trattamento dei dati sensibili della donna e del bambino.
L’altro grande rischio è legato alla dipendenza dalla tecnologia e il rischio di affidare la cura di un neonato alla sola interpretazione di dati, parametri, percentuali e valori. Molto dell’assistenza a un bambino si basa non tanto sull’istinto materno e paterno, quanto sulla conoscenza del bambino e del proprio modo di vivere la genitorialità. Dimensioni, queste, che si costruiscono nel legame con il bambino e non in tabelle, grafici e numeri che, per quanto dicono molto, non necessariamente raccontano tutto. Senza voler passare a narrazioni retoriche è anche vero che il rapporto genitori-figli, come ogni altro tipo di rapporto umano, può beneficiare della mediazione tecnologica, ma questa non lo può sostituire completamente. E questo è un rischio importante di cui tenere conto.
La dipendenza dalla tecnologia mostra tutti i suoi limiti quando app, servizi e piattaforme non funzionano. Crash, disconnessioni, assenza di segnale, eccetera: se i dispositivi per l’allattamento smart sono strumenti il problema viene attutito in quanto subentrano le proprie competenze, altrimenti emerge tutto il dramma di genitori che hanno completamente delegato il loro ruolo a quello strettamente assistenziale, affidandolo alla tecnologia.
L’avvento delle diverse forme tecnologiche rappresenta l’insieme di importanti benefici che non è possibile ignorare. Al netto di tutti i rischi (che vanno regolamentati e gestiti), l’allattamento smart è in molti casi una rivoluzione positiva. La telemedicina nell’allattamento al seno va quindi integrata nell’assistenza alle donne nel puerperio durante l’allattamento al seno, andando così a colmare tutti quei vuoti che oggi tante donne sperimentano.
Altrettanto importante è la formazione, sia del personale sanitario che dei neogenitori. Non è l’accesso alla tecnologia in sé a essere positivo, ma l’accesso consapevole capace di sfruttarne realmente i vantaggi e gestire i limiti e i rischi.
Molte altre innovazioni arriveranno nei prossimi mesi e anni, spinte anche dall’avvento dell’intelligenza artificiale. È possibile scegliere di non utilizzarle e prendersi cura dei propri bambini senza ricorrere alla tecnologia, ma è importante non ignorare queste novità. In molti casi, infatti, rappresentano opportunità preziose che, senza la tecnologia, sarebbero impossibili.
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