Aborto (spontaneo) senza sintomi, facciamo chiarezza con l'aiuto del ginecologo

La paura di perdere la gravidanza può portare a sospettare, specialmente nel primo trimestre, di vivere il fenomeno dell'aborto. Con l'aiuto del ginecologo facciamo chiarezza sull'aborto interno quello che può manifestarsi (quasi) senza sintomi.

Parlare di aborto senza sintomi significa rispondere al timore di molte donne (ma anche dei papà) di perdere il proprio bambino senza rendersene conto. O, più esattamente, siccome non se ne ha percezione, avere la tendenza di temere sempre per il peggio.

Questo avviene principalmente nel primo trimestre di gravidanza, durante il quale lo sviluppo embrionale non è percepito come tale (come invece avviene successivamente con i movimenti fetali), ma solo come effetto dei sintomi che accompagnano la gravidanza.

Quando parliamo di aborto senza sintomi facciamo riferimento al fenomeno dell’aborto spontaneo e non di un’interruzione volontaria di gravidanza. Nonostante anche in caso di IVG spesso di parli di aborto, la distinzione è centrale e non marginale, in quanto l’aborto senza sintomi, a differenza dell’interruzione volontaria di gravidanza, è un evento contro la propria volontà e quindi tale da essere monitorato e compreso anche soprattutto in vista della ricerca di una successiva gravidanza.

Possiamo quindi dire che l’aborto senza sintomi è paradossalmente una possibilità della vita. Anzi, azzardando un po’, potremmo addirittura dire che dall’unione di uno spermatozoo e un ovulo è statisticamente meno probabile che nasca un embrione in grado di completare il ciclo di formazione e sviluppo che lo porta poi a diventare un feto e, quindi, un bambino che il contrario.

Se umanamente è assolutamente comprensibile il timore dei futuri genitori di perdere il proprio bambino, dal punto di vista medico è necessario ribadire alcuni aspetti fondamentali sul cosiddetto aborto senza sintomi. Lo facciamo con l’intento di sgomberare il campo da equivoci e dare ai futuri genitori e in modo particolare alla donna la giusta dose di tranquillità nel vivere le prime settimane di gravidanza.

Proprio per questo motivo abbiamo avuto il piacere di intervistare il Dottor Giulio Lanzimedico chirurgo specialista in Ginecologia e Ostetricia, che ci ha permesso di contestualizzare il fenomeno dell’aborto senza sintomi e comprenderne l’incidenza, le cause e la sua corretta gestione.

Aborto senza sintomi: precisazioni non solo etimologiche

Dottor Lanzi, cosa si intende quando si parla di aborto?

L’aborto è la morte in utero dell’embrione o del feto prima che questi sia capace di vita autonoma seppur con assistenza medica.

Perché è importante porre l’attenzione sulla capacità dell’embrione di avere una vita autonoma?

Quand’è che un aborto diventa parto pretermine? Questa attenzione è anche una cosa molto delicata e importante dal punto di vista legale. Se nasce un bambino pretermine il medico lo deve assistere, anche laddove la possibilità di sopravvivenza fosse minima. In caso di aborto, invece, non c’è necessità di assistenza perché il medico sa che il feto non sopravvivrebbe autonomamente. Nel corso del tempo la data che fissa la differenza tra aborto e parto pretermine è molto cambiata perché ci sono stati casi, seppur sporadici, di sopravvivenza anche a 23 settimane e le varie legislazioni dei Paesi recepiscono questi cambiamenti.

Per questo è importante utilizzare come “discriminante” la capacità di vita autonoma e non questa o quella data, in quanto a fare la differenza non è l’aspetto cronologico, ma il fatto che il feto sia in grado di vivere o meno fuori dall’utero materno.

Cosa avviene nel corpo della donna in caso di aborto?

Se avviene che il feto o l’embrione smettono di vivere, in una congrua percentuale dei casi si mette in moto un meccanismo di espulsione spontanea. Questo processo avviene abbastanza presto, per cui abbiamo un aborto cosiddetto spontaneo che si rivelerà completo laddove l’espulsione fosse completa, incompleta se ne è uscita solo una parte e la restante uscirà nei tempi successivi spontaneamente o con aiuto medico.

Questi processi sono sintomatici, provocano perdite di sangue e dolori e la donna si accorge di quanto è avvenuto. L’unico caso in cui si può parlare di aborto senza sintomi è il cosiddetto aborto ritenuto o aborto interno. In questo caso si tratta di una morte dell’embrione dentro l’utero.

Aborto senza sintomi: le possibili cause

Per comprendere quali sono le cause che possono portare a un aborto ritenuto è necessario chiarire qual è la differenza tra embrione e feto.

L’embrione è considerato tale fino a circa dodici settimane, mentre si chiama feto dalle dodici settimane in poi. La differenza non è solo nel nome; fino a dodici settimane si chiama embrione in quanto in quel periodo l’embrione “legge” il DNA e forma i vari organi e apparati seppur ancora prematuri e primordiali. Da quel momento in poi deve maturare e crescere. Questo significa che la prima verifica importante della correttezza della funzionalità del DNA avviene nelle prime dodici settimane.

Dottor Lanzi, qual è l’incidenza di un aborto ritenuto?

La formazione di un DNA funzionante è un evento di difficile realizzazione. Il 60% circa degli embrioni non hanno le carte in regola e spesso si perdono subito, anche se la donna non se ne rende conto.

Possiamo dire, forzando un po’ il concetto, che l’aborto senza sintomi è un evento fisiologico che può capitare nella vita di una donna senza che ci siano specifiche responsabilità. Anzi, per quel che riguarda l’aborto ritenuto vero e proprio è proprio questo il tipo di causa che va “individuata”.

Questo è dovuto esclusivamente alla complessità della formazione di un DNA funzionante. Anche matematicamente questo trasferimento di informazioni non può essere esente da errori. Un’altissima percentuale degli aborti del primo trimestre fa riferimento a questa causa.

L’aborto ritenuto, quindi, è una possibilità di cui dover tenere conto, un evento che può capitare?

Quando si verifica un aborto i casi sono due: o è l’embrione che non funziona o è l’incubatrice. Dobbiamo però prendere in considerazione il fatto che se è l’incubatrice a non funzionare (trombofilie, anomalie dell’utero, eccetera) in questi casi è molto più frequente e probabile che si verifichi un aborto sintomatico.

Se l’utero è inospitale a causa di una condizione biochimica o infettiva vi è una sorta di fenomeno di rigetto accompagnato da dei sintomi. Mentre se parliamo di un aborto ritenuto è di gran lunga più probabile che il problema sia invece nell’embrione e non nell’utero materno e quindi l’embrione si ferma, smette di vivere, ma “senza innescare un fenomeno patologico perché in realtà questo non c’è, c’è solamente un’insufficienza di informazione nell’embrione che gli impedisce di progredire con quella gravidanza. In questi casi l’embrione può permanere in questa condizione per giorni o settimane”.

Aborto senza sintomi: i fattori di rischio

Dottor Lanzi ci sono dei fattori che aumentano il rischio di un aborto ritenuto?

Questo fenomeno non è prevenibile: non abbiamo gli strumenti per sapere se un embrione, nel momento del concepimento quando si sdoppiano le prime due cellule, è destinato a superare le dodici settimane. La verifica avviene nei primi tre mesi; se poi avverrà qualcosa dopo, la causa sarà da cercare altrove, ma è molto più raro che si verifichi un aborto tardivo. Le cause sono essenzialmente queste. Poi ci sono le malattie autoimmuni, il diabete e le infezioni, ma queste sono legate quasi esclusivamente ad aborti sintomatici e nel caso dell’aborto ritenuto dobbiamo fare riferimento a cause di tipo genetico.

Aborto senza sintomi: come riconoscerne i segni

Per quanto possa apparire improprio ci sono dei segni che permettono di capire, intuire, percepire che si è verificato un aborto?

No. I sintomi tipici dell’inizio di una gravidanza sono destinati a stabilizzarsi nel corso della gravidanza; quindi è fisiologico che vadano attenuandosi o scomparendo e che ci si abitui a questo nuovo stato. Quindi il regredire di quelle sensazioni che si associano alla gravidanza viene spesso visto come segno di possibile aborto interno.

Questa valutazione è però del tutto inaffidabile e, anzi, spesso e volentieri l’ansia di perdere la gravidanza porta a interpretare male il fatto che il corpo dopo alcune settimane vada in equilibrio e attenui quelle sensazioni. L’unica possibilità per accertarsi di un eventuale aborto interno è l’indagine ecografica.

Aborto senza sintomi: cosa fare dopo?

Con una diagnosi di aborto cosa succede? Quali sono gli step successivi?

Una volta effettuata la diagnosi è opportuno, previo consenso della paziente, far sì che l’embrione venga espulso. Questo è possibile in due maniere: una farmacologica e, nei casi più avanzati o quelli che non rispondono alla terapia medica, una chirurgica. Le procedure sono o l’aspirazione all’interno dell’utero o quello che viene chiamato raschiamento ma al quale è da preferire l’espressione di “dilatazione e curettage” o di revisione di cavità uterina.

In questi casi sicuramente il medico proporrà un controllo dopo la prima mestruazione successiva all’evento, ma perché è fondamentale sottoporsi a un accertamento?

Nel momento in cui si rompe l’equilibrio, se lo lasciamo decorrere naturalmente, intanto non possiamo sapere in quanto tempo l’organismo espelle il materiale non vitale, quindi la donna potrebbe sanguinare per giorni anche in maniera abbondante e poi, con la fuoriuscita dei primi liquidi, l’ambiente non è più sterile e i germi possono risalire quindi la donna può contrarre malattie infettive dell’utero anche importanti. Per questo si tende a favorire un’espulsione rapida e completa.

Quand’è che bisogna preoccuparsi?

In linea di massima fino a tre eventi abortivi, se la donna non è vicina all’età in cui perde la fertilità, (abortività ricorrente), di solito non è opportuno procedere ad accertamenti mirati.

Questo perché, come abbiamo visto, il fenomeno dell’aborto ritenuto è prevalentemente di tipo statistico (può succedere) e non patologico (è successo per questa o quella causa).

Per concludere, Dottor Lanzi, possiamo dire che l’aborto senza sintomi è un fenomeno molto più frequente di quanto si possa immaginare ma che spesso non viene riconosciuto?

Possiamo dire che, in senso stretto, ogni aborto spontaneo è stato, salvo casi eccezionali, anche solo per qualche ora, un aborto ritenuto.

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