
Tempi, modalità e luoghi previsti dalla legge per interrompere volontariamente una gravidanza in Italia: aborto farmacologico, chirurgico o terape...
La tutela della maternità e il diritto all'aborto sono sancite dalla storica legge 194 del 22 maggio 1978, che garantisce la tutela della salute psicofisica della donna e la possibilità di accedere all'interruzione volontaria di gravidanza.
In Italia la donna ha diritto di interrompere volontariamente una gravidanza, entro certi limiti temporali. Tale diritto è disciplinato dalla Legge 194 del 22 maggio 1978. La legge (di cui riportiamo il testo integrale) tutela la maternità e l’interruzione volontaria di gravidanza, detta anche ivg.
In sintesi, le norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza stabiliscono che:
L’utilizzo della pillola anticoncezionale in Italia, che è più che raddoppiato negli ultimi 15 anni, ha contribuito alla notevole (e costante) riduzione del ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Dal 1983 ad oggi il numero di aborti è quasi dimezzato passando da 234.000 interruzioni di gravidanza nel 1983 a ca. 138.000 interventi nel 1998, e agli 84mila del 2016.
Tempi, modalità e luoghi previsti dalla legge per interrompere volontariamente una gravidanza in Italia: aborto farmacologico, chirurgico o terape...
Questo significa che nel 1983 quasi 17 donne su 1000 in età feconda avevano interrotto volontariamente la gravidanza, mentre nel 1998 erano meno di 10.
Ecco dunque il testo della legge che ha segnato una svolta storica per il nostro Paese, e che viene oggi – da più parti – messa in discussione, con grave pericolo per la salute e la libertà della donna.
Articolo originale pubblicato il 23 febbraio 2016
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