“Se mi aveste chiesto come sarebbe stata la mia vita da adulta, non avrei mai pensato potesse essere questa. Sono una persona che ama programmare le cose, ma non tutto nella mia vita è andato secondo i piani. La mia vita da adulta non è come la immaginavo. Chi ho sposato non è chi avrei pensato”.

Capita a molti di riconoscere che la propria vita non è esattamente come la si immaginava, che molte cose sono andate in modo ben diverso. Una riflessione che Christina Bailey ha affidato a un post sulla sua pagina Instagram, dove racconta la sua storia, una storia di amore e sorprese:

Non mi sarei mai immaginata sposata con una donna. Mi vedevo sposata con un uomo, pensavo che avrei avuto figli da giovane perché volevo molti figli. Ma non tutto va secondo i piani. Mi sono innamorata di Katie, ci siamo sposate dopo essere state insieme per un solo anno. Quando abbiamo avuto figli siamo passate per un viaggio che non immaginavo nemmeno esistesse, quando pensavo al mio futuro.

Christina e Katie Bailey hanno raccontato anche il loro percorso per diventare madri, attraverso la fecondazione assistita e un metodo particolare chiamato “reciprocal IVF”, o “metodo Ropa”, con cui l’ovocita di una delle due donne viene fecondato e l’embrione viene poi impiantato nell’utero dell’altra donna, che porta avanti la gravidanza.

Si tratta di una tecnica sempre più utilizzata dalle coppie di donne omosessuali (in Italia non si può fare), che scelgono la maternità condivisa.

Katie e Christina hanno aperto una pagina Instagram (e un blog) in cui condividono il proprio percorso, passo dopo passo, per essere d’esempio per altre coppie dello stesso sesso che desiderano una famiglia, senza nascondere i momenti più complicati vissuti durante le procedure della fecondazione assistita.

Dopo la nascita della primogenita Katie e Christina hanno deciso di avere un altro figlio, con la stessa procedura, sempre raccontando i vari passaggi – e le difficoltà – incontrate lungo un percorso incerto e doloroso, anche fisicamente.

Katie non sta granché con le iniezioni di progesterone. Sente dolore ogni giorno. Mi sento male perché non sento quello stesso dolere e faccio del mio meglio perché le iniezioni non le facciano male. Ma in ogni caso, le punture fanno male eccome, perciò chissà se potrei mai fare un’iniezione non dolorosa. […] Stiamo pensando a tutto, così se non dovesse funzionare non diremo “avremmo dovuto fare questo e quello in modo diverso”.

Un viaggio che ha preso forma anche in un video pubblicato su Youtube, che descrive con immagini la storia di Katie e Christina, che oggi sono madri di due bambine.

Una storia che continua, nel racconto “social” e nella vita “reale”, ma che soprattutto ci ricorda che non esiste un solo tipo di famiglia: davvero famiglia è dove c’è amore, come scrive Christina:“Credo che le nostre figlie cambieranno il mondo mostrando amore e comprensione per tutti. Sapranno che le famiglie non si assomigliano tutte, ma l’amore è quello che le accomuna.”

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